Lo scorso 19 maggio, il suggestivo chiostro neogotico dell'Istituto Ardizzone Gioeni di Catania si è trasformato in un palcoscenico vibrante per il Fashion Show 2025 di Accademia Alta Moda: protagonisti indiscussi della serata i 14 giovani designer del corso triennale in Fashion Design che con eleganza, originalità e puro talento emergente hanno svelato le loro prime, audaci collezioni.
L’evento, patrocinato dal Comune di Catania e dall’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), diretto dallo stilista Claudio Di Mari, fondatore e direttore di Accademia Alta Moda, ha acceso i riflettori sul ruolo cruciale dell'Accademia Alta Moda nel panorama educativo siciliano: "Formarsi in Sicilia significa oggi poter rimanere per crescere", un'opportunità per colmare quel divario culturale e professionale che costringe chi ha il sogno della moda a formarsi lontano da casa. Anche se, va sottolineato che a sfilare non sono stati solo talenti locali: da Cremona a Roma, studenti come Francesca Facini e Leonardo Roslanov Mitkov hanno scelto la Sicilia come trampolino di lancio, dimostrando che Catania è una fucina di innovazione e opportunità. Tra i quattordici talenti che hanno mostrato al mondo le loro "poesie cucite a mano", spiccano nomi come Sara Bonina, Francesco Patti, Sara Vinci, Ilaria Calanna, Vera Gregoli, Leonardo Roslanov Mitkov, Francesco Argiri Carrubba, Francesca Facini, Martina Semprevivo, Roberta Esposito, Rebecca Campagna, Alessandra Lana, Noemi Grippaldi e Ierene Manitta.
"In pochi minuti si sono consumate tantissime ore di lavoro", ha commentato Angelo Pesce, coordinatore generale dell'Accademia, catturando l'essenza di mesi di ispirazione, ricerca e pura creatività. Ogni abito è stato un inno alla passione sartoriale, un manifesto cucito a mano che racchiudeva l'emozione e l'identità di ogni singolo studente.
Il Fashion Show non è stato solo una sfilata, ma un vero e proprio banco di prova: gli studenti hanno imparato a gestire ogni dettaglio, dal fitting con le modelle alla scelta delle musiche, preparando il terreno per il loro ingresso nel mondo del lavoro. E la presenza di buyer nazionali e internazionali ha trasformato questo "finale" in un promettente "inizio" per le nuove stelle della moda.