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Le serie turche sono il fenomeno entertainment del momento e a dirlo non sono solo i fan di Can Yaman e Demet Ozdemir o le pagine social dove Kemal/ Burak Özçivit è incensato alla stregua di Brad Pitt, ma i numeri (che non mentono mai). Secondo un rapporto di Parrot Analytics citato dall’Economist, la Turchia è il terzo Paese al mondo dopo Stati Uniti e Inghilterra per l'esportazione di serie nel mondo. I primi a cogliere il potenziale, Medio Oriente, Nord Africa e Balcani nei primi anni 2000, un mercato che oggi è fiorente anche in Sudamerica, Stati Uniti (vedi l'Emmy come miglior telenovela per Yargi) ed Europa, Italia compresa.
Terra Amara, Endless Love, The Family e Il Tradimento su Mediaset, Hercai su Real Time ma anche Black Money Love, Il Sarto o The Protector su Netflix: Istanbul è diventata la nuova Hollywood, grazie a prezzi più competitivi, sceneggiature valide e "universali" e la velocità nella realizzazione del prodotto che riesce a coniugare i costi occidentali e orientali.
Perché le serie turche hanno più successo
Martedì 4 febbraio, la finale di Endless Love su canale 5 ha vinto la serata registrando 2.728.000 spettatori con uno share del 14.6% contro l'ultima puntata della seconda stagione di Blackout, con Alessandro Preziosi nei panni del protagonista Giovanni Lo Bianco. Questo uno degli esempi della forza delle dizi turche, che garantiscono numeri da prime time con un costo nettamente inferiore. Negli ultimi decenni, le serie televisive turche hanno conosciuto un successo strabiliante (sono ormai circa 60 le serie prodotte ogni anno in Turchia), diventando una delle esportazioni economiche e culturali più significative per Ankara. Sempre secondo le stime di Parrot Analytics, tra il 2020 e il 2023 la domanda globale di serie televisive turche sarebbe aumentata del 184 per cento.
In Italia, il primo a puntare sulle dizi, abbreviazione di televizyon dizileri è stato nel 2019 Canale 5 con Bitter Sweet – Ingredienti d’amore che ha trasformato Can Yaman in una star anche nel Belpaese. Da quel momento l'importazione di serie dal Bosforo non si è più fermata, basti pensare a titolo come Daydreamer, The Family (Alie), La rosa della vendetta, Segreti di famiglia, My home my destiny, e altre ancora, tutte presenti anche sulla piattaforma Mediaset Infinity. «Ho detto ai miei di comprare tutte le serie turche che ci sono in giro», ha detto Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei palinsesti del Biscione la scorsa estate, «Quando vado a trovare mia mamma (Carla Elvira Lucia dall'Oglio, prima moglie di Silvio Berlusconi ndr) la trovo sempre che guarda serie turche. E mi dice: 'Ciao Pier Silvio, ora o ti siedi con me e la vediamo insieme oppure torna un'altra volta’».
Serie turche: amori impossibili e intrighi familiari
Ma cosa funziona nelle serie turche, guardate in più di 170 paesi dalla bellezza di circa 750 milioni di spettatori? Le ambientazioni in uno dei Paesi più affascinanti del mondo, da Istanbul ai villaggi anatolici passando per il litorale di Antalya: crocevia tra Occidente ed Oriente, la Turchia riesce a coniugare più culture e tradizioni incontrando un ventaglio maggiore di gusti, abitudini e costumi. E poi l'ampia scelta di generi, dal dramma, alla commedia, al genere crime e le serie storiche la scelta di attori particolarmente aitanti e molto preparati che diventano delle star globali (da nord a sud, da est a ovest) e vengono scelti come testimonial dai grandi brand e occupano un posto d’onore alle fashion week.
Per quanto riguarda il genere romantico, a funzionare la presenza dei cliché che sono tipici delle soap e che rappresentano una sorta di comfort zone per il pubblico, vedi alla voce amore contrastato, vendetta, intrighi familiari, tradimenti e triangoli amorosi. Tanto amore ma niente sesso, pochi baci appassionati nel rispetto di una tradizione conservatrice (vengono sfumati alcool e sigarette), un po' come succede nei k-drama anche se ultimamente entrambe le produzioni si stanno adeguando alle richieste più "in linea" con il pubblico dell'occidente, soprattutto provenienti dalle piattaforme streaming.
I contro delle serie turche, sono tutti riconducibili al conformismo conservatore del Paese di Erdoğan che implica la poca inclusione, la ridotta se non assente rappresentanza delle minoranze come la comunità LGBTQ+ e la pressione sulle produzioni da parte della politica che negli ultimi anni ha portato a eclatanti episodi di censura. Riusciranno ad evolversi senza stravolgere le dinamiche che ne hanno decretato il successo?