Il genere coming-of-age ama mettere i suoi protagonisti in difficoltà, costringendoli a scegliere tra una relazione duratura e il loro futuro professionale. Lo vediamo ne L'estate nei tuoi occhi, con Belly che abbandona i piani di studiare a Parigi per stare con il suo fidanzato, Jeremiah (che comunque non voleva che andasse). All'inizio di questa primavera, lo abbiamo visto in Per sempre (teen drama Netflix rilasciato a maggio 2025): Justin vuole andare con Keisha alla Howard University, ma lei preferirebbe che vivessero le loro esperienze. Ci sono molti altri esempi di questo tipo nella cultura pop, di solito con la ragazza che sceglie un ragazzo rispetto ai suoi sogni (non dimentichiamo come Nate sia diventato il cattivo ne Il diavolo veste Prada per aver cercato di impedire ad Andy di lavorare). Osservando queste relazioni come spettatori, potrebbe essere facile rimproverare le donne che scelgono il ragazzo. Ma My Oxford Year, l'ultimo film romantico di Netflix (titolo italiano: Il mio anno a Oxford), complica questa decisione con una posta in gioco molto alta: la vita o la morte.
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Il film vede ha per protagonista Sofia Carson nei panni di Anna, una grande sognatrice e pianificatrice che si prende un anno sabbatico per realizzare il suo sogno d'infanzia e frequentare l'Università di Oxford. Una volta terminato il corso di poesia, la aspetta un lavoro di alto profilo nel settore finanziario negli Stati Uniti. Ma qui si innamora del suo affascinante professore, Jamie Davenport (Corey Mylchreest de La regina Carlotta), che manda all'aria i suoi piani. Nonostante la loro innegabile attrazione reciproca, Jamie vuole evitare di impegnarsi in una relazione seria con Anna. Non perché sia emotivamente indisponibile, ma perché ha un cancro terminale e non vuole spezzarle il cuore. Ha persino deciso di non sottoporsi a ulteriori cure, nonostante le obiezioni della sua famiglia. Eppure, lui e Anna non riescono a resistersi e provano comunque a portare avanti la relazione.
Il mio anno a Oxford: la scelta di Anna
I due sono così innamorati che Anna si ritrova di fronte a una decisione critica: tornare negli Stati Uniti per il suo lavoro alla Goldman Sachs o rimanere nel Regno Unito con Jamie per prendersi cura di lui e tenergli compagnia per tutto il tempo che gli resta? Un fattore determinante in questa situazione è che Jamie non vuole assolutamente che Anna rimanga. Ha un futuro luminoso davanti a sé; non dovrebbe rinunciarvi per un ragazzo che ha appena incontrato e che non ci sarà ancora per molto. "Non ti farei mai prendere una decisione così stupida", le dice, sottolineando anche che non ci saranno grandi prospettive di carriera se decidesse di lavorare all'università. Quando Anna gli dice che, dopotutto, non accetterà il lavoro alla Goldman, lui è furioso.
Ma la relazione tra Anna e Jamie è stata per lei una vera rivelazione. Nel tempo trascorso insieme, il suo amore per la poesia e la letteratura, che dura da una vita, non ha fatto che rafforzarsi. Esprime il suo sogno di viaggiare per il mondo. Ama la citazione di Henry David Thoreau, "Vivi la vita consapevolmente", che da tempo la ispira a pianificare ogni dettaglio del suo percorso. Ma dopo aver incontrato Jamie e il suo approccio carpe diem alla vita, si rende conto che forse Thoreau si riferiva a qualcos'altro. Vivere consapevolmente non significa pianificare tutto, ma "essere decisi in ogni piccolo momento", afferma nel film. E cos'è la vita se non una serie di momenti?
Il mio anno a Oxford: il finale spiegato bene
Alla fine di My Oxford Year, Anna e Jamie si riconciliano dopo la discussione e trascorrono la notte insieme, ma Anna si sveglia e trova Jamie quasi privo di sensi. Ha una polmonite grave che probabilmente lo ucciderà. In ospedale, il medico vuole discutere i prossimi passi per la cura con i genitori di Jamie, ma loro decidono di onorare la sua volontà e di lasciare che la natura faccia il suo corso. Tornati a casa, sdraiati su quello che ora è il letto di morte di Jamie, lui e Anna parlano del suo futuro. Ora che è rimasta nel Regno Unito, può intraprendere il "grand tour" che ha sempre sognato. L'itinerario include Amsterdam, per vedere una cappella nascosta; Parigi, per ubriacarsi sulla Senna; Venezia, per un giro in gondola; e la Grecia, per vedere il Tempio di Poseidone e nuotare nel Mar Egeo.
Mentre Anna pianifica i suoi viaggi ad alta voce, sullo schermo appare un tenero montaggio di lei e Jamie che visitano questi luoghi, finché, alla fine, non si scopre che è stata sola per tutto il tempo. Quando il film torna a Jamie e Anna sul letto, sembra che lui sia morto proprio accanto a lei. Potrebbe non avere Jamie fisicamente con sé quando parte per il viaggio dei suoi sogni, ma porta nel cuore i suoi insegnamenti e la sua visione del mondo. Come Carson aveva già detto a ELLE , la loro relazione "la cambia per sempre e in meglio", perché impara a "affidarsi a ciò che le dà gioia e a ciò che è sempre stato l'amore della sua vita, ovvero la poesia e la letteratura". Infatti, nella scena finale del film, Anna è ora professoressa a Oxford e tiene un corso di poesia tutto suo.
My Oxford Year ci insegna che scegliere l'amore significa scegliere il proprio futuro, soprattutto se quell'amore ci aiuta a realizzare i sogni che eravamo troppo spaventati per inseguire. In un certo senso, elimina completamente la decisione, perché mostra che si possono avere entrambi. È molto romantico, melodrammatico e decisamente raro, ma funziona nel contesto di un film sdolcinato di Netflix di due ore con riferimenti a Sylvia Plath e idilliache ambientazioni inglesi. Nel caso di Belly de L'estate nei tuoi occhi, di Lauren di The Hills, o di qualsiasi esperienza più radicata nella realtà, non è proprio la stessa cosa. E una scelta, seppur difficile, a un certo punto va fatta.
Da ELLE US