Chi era teenager sul finire degli anni Novanta lo ricorda benissimo, il sorriso di Heath Ledger nel teen drama 10 cose che odio di te. Indolenza e dolcezza, sfacciataggine e delicatezza: al suo debutto in una grande produzione americana, Ledger, nato e cresciuto in Autralia, ha iniziato il suo brillantissimo cammino hollywoodiano proprio grazie a questo film. Ispirato a La bisbetica domata di William Shakespeare, quello diretto da Gil Junger è forse uno dei teen drama cinemtografici più rappresentativi dei primi anni Duemila - è arrivato al cinema nel 1999 - oltre che uno spaccato ancora oggi convincente dell'epoca e uno specchio dei gusti, delle paure, delle idiosincrasie degli adolescenti di allora. Insieme a Heath Ledger (che sarebbe morto improvvisamente, nel pieno di una carriera già all'apice, nel 2008) c'era anche Julia Stiles, che due anni dopo sarebbe diventata l'icona dei suoi coetanei grazie al dance-movie Save the last dance.



In 10 cose che odio di te, che si può riguardare in streaming su Disney+, si snodano alcuni dei tropes più prolifici della storia del romance, soprattutto quello del from enemies to lovers che, capovolte le premesse iniziali, trasforma i protagonisti agli antipodi in reciproco love interest. I protagonisti Kat e Patrick, lei proto-femminista e lui oscuro bad boy che accetta, per una scommessa e per soldi, di farla capitolare, si conoscono piano piano, innamorandosi nonostante l'astio di lei per gli uomini e l'apparente mancato interesse di lui per le relazioni.

Scritto da Karen McCullah Lutz e Kirsten Smith, poi dietro al successo di La rivincita delle bionde del 2001 con Reese Witherspoon (che sta per tornare con un prequel in formato seriale), 10 cose che odio di te capovolge, in chiave pop, i preamboli di Shakespeare, opera in cui la protagonista era una donna da ammansire per incontrare i gusti dell'uomo: Kat invece odia il ruolo che la società ha ritagliato per lei e detesta la posizione della sorella, reginetta della scuola iper-popolare che farebbe di tutto per piacere ai ragazzi. Arrabbiata e scostante col mondo intero, Kat cede solo quando capisce che in Patrick c'è un universo molto più vasto di quello che il ragazzo mostra a scuola. Nella scena finale, quando la protagonista legge la poesia che dà il titolo al film perdonando Patrick per la scommessa e l'inganno subito, si condensa la bellezza immortale della storia. Che convince ancora oggi, a 26 anni di distanza e con migliaia di romcom e teen drama arrivati al cinema e sulle piattaforme, proprio come nel 1999.

heath ledger and joseph gordon levitt in '10 things i hate about you'pinterest
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Una scena di 10 cose che odio di te

La trama di 10 cose che odio di te con Heath Ledger

Le protagoniste del film sono Kat (Stiles) e Bianca, figlie di un ginecologo ossessionato dalle gravidanze indesiderate che cerca di proteggerle dagli uomini e dalle loro attenzioni tenendole chiuse in casa. Bianca, che è popolare a scuola ed è innamorata di Cameron (Joseph Gordon-Lewitt, che poi sarebbe diventato l'American Sweetheart per eccellenza nel film 50 days of Summer), può uscire e andare alle feste solo se accompagnata dalla sorella maggiore. Peccato che Kat sia anti-sociale, incattivita col mondo e con gli uomini, arrabbiata con la società per come tratta le donne e non abbia alcuna voglia di fare amicizia. Cameron allora paga Patrick, un nuovo studente della loro scuola, per far capitolare Kat e convincerla di essere interessato a lei, così da poter uscire con la bella Bianca.

julia stiles in '10 things i hate about you'pinterest
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Julia Stiles nel 1999

Alla fine i due si innamorano per davvero, ma la magia si rompe quando lei scopre la scommessa di cui è vittima: finirà bene, ovviamente, ma nel mezzo - oltre a una colonna sonora d'eccezione in cui esplodono le migliori note della discografia pop di quegli anni - ci sarà da piangere, da disperarsi e anche un po' da arrabbiarsi come fa Kat. Il modello di 10 cose che odio di te, anni dopo, sarebbe stato ripreso da un altro classico delle commedie romantiche, Come farsi lasciare in 10 giorni, segno che equivoci e riappacificazioni, grandi gesti e nemici che diventano amici (anzi, qualcosa di più) sono dinamiche a cui non gli spettatori non possono resistere.