La tv perde ascolti. Le chiese i propri fedeli. Eppure, se si alleano, il piccolo schermo e le istituzioni ecclesiastiche conquistano tutti. I preti - ma pure le suore - sono ormai diventati i grandi beniamini della serialità italiana: eroi non necessariamente duri e puri (la forza di Suor Angela sta proprio nell'imperfezione umana) ma che si tengono comunque saldi ai grandi ideali. Sbagliano, magari perfino peccano, ma si rialzano sempre in piedi affidandosi al Signore. E noi li guardiamo, ammirati, dal divano.
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Il paradosso è palese: in salotto ci riscopriamo credenti o, quanto meno, spirituali. Ascoltiamo i dialoghi di Suor Angela (Elena Sofia Ricci) e Suor Azzurra (Francesca Chillemi) con il Signore, giriamo in bici (o in moto) con Don Matteo, sosteniamo le varie battaglie dei sacerdoti di periferia. Poi, una volta spento il telecomando, torniamo alla nostra laicissima esistenza. La domanda dunque sorge spontanea: da dove nasce questo rigurgito di empatia mistica? Perché questi personaggi, di fatto lontanissimi dagli anti eroi che spopolano di solito in tv, finiscono per appassionarci immancabilmente?
Le ragioni del successo
La risposta probabilmente è nascosta nei tempi che viviamo. Oggi più che mai, tra guerre, dazi, tensioni internazionali, crisi economica, emergenza climatica non abbiamo certo bisogno di un nuovo antagonista bensì di un grande alleato. Qualcuno che ci dica che la Speranza è ancora possibile, che esiste ancora un futuro per noi e per i nostri figli.
Credere - in qualsiasi cosa - è infatti un atto che richiede coraggio. Paradossalmente il cinismo è una disposizione d'animo più semplice: cavalca l'istintivo sdegno che sorge in noi quando qualcosa non va - e di solito "quello che non va" è tre quarti di ciò che ci circonda -, e lì si ferma. Non richiede riflessioni aggiuntive. Avere fiducia (se non addirittura fede) implica invece dei passi: vuol dire andare oltre al, spesso giustificatissimo, ribrezzo verso i mali del mondo, cercare la luce là dove non sembra esserci e - cosa ancora più difficile - mettersi in discussione aprendosi ad altre visioni possibili. Ecco, come dicevamo: ci vuole fegato per sperare in un mondo migliore. O, in alternativa, un grande maestro che ci dia l'esempio.
Da qui, l'epica sottesa alle storie narrate: anche quando si tratta di semplici gialli, persino basici come quelli di Don Matteo, finiscono sempre per tirare in ballo la lotta tra Bene e Male, Giusto e Sbagliato. Categorie che spesso vengono bollate come manichee dalla mentalità contemporanea ma che, se affrontate correttamente e in tutte le loro sfumature, rendono la narrazione archetipica e con più piani di lettura. Il rischio, naturalmente, è di cadere nella lezioncina morale: uno scivolone che ha caratterizzato l'ultima stagione di Che Dio ci aiuti, dove la storia a tesi si sentiva con molta forza e, non a caso, ha macinato meno ascolti. In generale, però, la sensazione è che queste storie riescano a calibrare bene intrattenimento e messaggi edificanti.
I nuovi titoli in arrivo
Va da sé, dunque, che la tv sia a caccia di nuovi preti da mandare in prima serata. Agli storici e confermatissimi titoli Che Dio ci aiuti e Don Matteo, arrivano almeno altri tre sacerdoti.
Il primo lo troveremo l'anno prossimo su Rai Uno in Noi del Rione Sanità. La serie si ispira all'omonimo libro di don Antonio Loffredo (edizioni San Gennaro), di cui ne ripercorre la lotta contro la malavita. Come è noto il Rione Sanità non è esattamente una ridente periferia campana: qui i giovani entrano velocemente nei giri sbagliati, per poi non uscirne più. Don Loffredo ha speso - e spende tuttora - la sua vita per tirarli via dalla strada: ai giovani propone l'alternativa dell'arte e della cultura, convinto che "la bellezza diventa salvezza". Nella serie è interpretato da Carmine Recano, già star di Mare fuori e Belcanto. Nel cast, anche Nicole Grimaudo e Bianca Nappi.
Nel frattempo, dall'altra parte della barricata, anche Mediaset si sta attrezzando: agli ultimi palinsesti, ha annunciato una nuova serie tv, dall'eloquente titolo Il Don. Anche il Biscione vuole il suo parroco di fiducia, per sbancare in ascolti. Al momento il progetto è ancora in sviluppo ma, stando a quanto anticipato online, il protagonista sarebbe un prete di periferia che dovrebbe chiamarsi don Giuseppe.
Da segnalare anche la serie tv Canonico di Tv2000: qui l'attore Michele La Ginestra si cala nei panni di un parroco umano, che si destreggia tra grandi ideali, burocrazie parrocchiali e la sua umana fragilità. La terza stagione arriverà in autunno su Tv2000. Tra le new entry, Debora Villa nei panni di suor Betta.