È tornato Sex and The City. È tornato Gossip Girl. Stanno per tornare pure I Cesaroni. E dunque non ci ha stupito sapere che anche Zach Braff, Sarah Chalke e Donald Faison, ovvero J.D., Elliot e Turk di Scrubs, sono pronti alla reunion, anzi, più precisamente alle riprese della stagione 10 del medical drama più irriverente, politically uncorrect e indimenticato degli anni Duemila.
A bordo di questo nuovo progetto televisivo in onda sulla ABC nella stagione 2025-2026 (mentre in Italia la collocazione non è ancora nota) ci sono tutti i personaggi chiave della serie originale. E tornerà dunque il cast guidato da Braff, che per questo nuovo capitolo vestirà anche i panni di produttore esecutivo insieme ai colleghi Chalke e Faison e a Bill Lawrence, creatore dello show (non ci sarà però Sam Lloyd, attore che per 8 stagioni ha interpretato il goffo legale dell'Ospedale Sacro Cuore: è scomparso nel 2020). Tornerà, si spera, anche la stessa sagacia di un tempo nella writer's room, che questa volta vede al timone non più Lawrence ma la premiata coppia formata da Tim Hobert e Aseem Batra, entrambi già al lavoro nelle retrovie della serie originale.
Certo il panorama di reboot e reunion già andati in scena sulle maggiori reti americane - sull'onda di quella retromania che sembra essere diventata un'ossessione per il pubblico e dunque per gli addetti ai lavori chiamati a sfamare la loro voglia di nostalgia - non lascia spesso scampo alla positività. And Just Like That, prosieguo ideale di Sex and the City con tre delle quattro protagoniste storiche (Sarah Jessica Parker, Cynthya Nixon e Kristin Davis) a fotografare le iconiche star del dramedy di Darren Star nei loro mid-50, è un esempio lampante di come le cose, anche quelle fortemente volute, possano andare storte da più punti di vista. Compresa la fedeltà ai personaggi originali. Sapranno Braff e i suoi colleghi rendere giustizia a J.D. e agli altri dottori del Sacro Cuore, oggi come ieri? È ancora presto per dirlo, ma le premesse sembrano buone.
Di cosa parlerà Scrubs, a 16 anni dal dolcissimo season finale
Ripartiamo dal reboot, che è appunto tecnicamente la decima stagione della serie. Anche se i fan più appassionati dello show rivendicano gli episodi finali dell'ottava stagione come il vero series finale, in realtà subito dopo la fine di quel capitolo, nel 2010, è andato in onda uno spinoff dal titolo Med School che doveva fare da ponte tra le vecchie e nuove generazioni di dottori del Sacro Cuore puntando i riflettori su un gruppo di studenti di medicina già visti nelle ultime stagioni della serie originale. Braff e Chalke nei panni degli eterni fidanzati on e off J.D. ed Elliot erano tornati nello spinoff, seppur solo come recurrent. Poi il progetto era stato archiviato dalla ABC e soffocato dal successo di Grey's Anatomy, curiosamente un vero medical drama, ovvero il genere televisivo di cui Scrubs ha sempre puntato a capovolgere i cliché.
Dove eravamo rimasti, dunque: nell'ultimo episodio dell'ottava stagione andato in onda nel 2009, avevamo lasciato J.D. pronto a lasciare il suo incarico al Sacro Cuore dopo anni di onorata carriera mentre fantasticava sul suo futuro personale e professionale con accanto Elliot, finalmente sua partner stabile dopo tanti anni di incertezza. Nella visione comparivano anche i figli nati dal loro amore e i migliori amici nonché colleghi Turk (Faison) e Carla (Judy Reyes). Parte della fantasticheria era riservata al dottor Cox (John C. McGinley), a lungo nemesi del protagonista che, in chiusa, aveva accolto il ruolo di mentore regalando persino un abbraccio al suo pupillo.
Un sogno a occhi aperti, dunque non un lieto fine vero e proprio, che però rivelava, del futuro dei personaggi, molto di più di quello che lo sceneggiatore Bill Lawrence aveva scritto sui copioni. Nella decima stagione di Scrubs in arrivo ritroveremo J.D. e Turk più maturi, sempre amici, sempre pronti a farsi una risata sui disastri della vita, anche solo per minimizzare il peso delle tristi storie raccolte in corsia. La sinossi ufficiale di ABC così recita: "J.D. e Turk si ritrovano a lavorare di nuovo insieme dopo un lungo periodo. La medicina è cambiata, gli specializzandi sono cambiati, ma la loro bromance ha superato la prova del tempo. Personaggi vecchi e nuovi navigano tra le corsie del Sacro Cuore tra risate, emozioni e qualche sorpresa lungo il cammino". Un abstract troppo vago per tirare le somme ora.
I personaggi di Scrubs sono ancora oggi un'ispirazione (per il pubblico e gli addetti ai lavori)
L'ineffabile ottimismo di J.D.
Sarebbero arrivati dopo Ted Mosby di How I Met You Mother, Jessica Day di New Girl e tutti gli adorkable character della tv. Ma è stato J.D. di Zach Braff a raccontarci per primo il lato dolce e malinconico della malattia e della morte, quelli bizzarri dell'amore e dell'amicizia e i complessi rapporti umani che si creano sul posto di lavoro con una sensibilità e un umorismo che in pochi dopo di lui sono riusciti a bissare.
L'incompiutezza di Elliot (e di tutti noi)
L'evoluzione di J.D. ha segnato la crescita del suo personaggio in corsia - entrato al Sacro Cuore come specializzando, è diventato poi un medico esperto, un mentore di altri studenti e un docente universitario, in una perfetta chiusura del suo arco narrativo professionale - ma anche le sue evoluzioni come uomo alle prese con una relazione sentimentale complicata e buffa, quella con la collega Elliot (Chalke), iperattiva e spesso sconclusionata, con cui solo dopo parecchie rotture e riappacificazioni riuscirà a vivere una storia d'amore finalmente matura.
Le bromance di Scrubs
Il cuore di Scrubs, non va dimenticato, sono però le bromance, ovvero i legami conflittuali ma costruttivi tra personaggi: l'amore-odio tra il dottor Cox e il suo specializzando, che imparano a conoscersi sia sul piano personale che su quello professionale tra mille fatiche, è forse la più commovente e rappresentativa dello show. E sull'amicizia tra J.D. e Turk, il buffo, strampalato e appassionato dottore che del protagonista è coinquilino, amico, supporto, compagno di gioco, di corsia, di bevute, ancora oggi ricamano decine di sceneggiatori, desiderosi di ricreare nei loro show quella stessa atmosfera dolceamara e brutalmente onesta di Scrubs, quello stesso legame magnetico (che ha unito anche nella vita vera Zach Braff e Donald Faison, amici ancora oggi) tra i due protagonisti.
Il Custode, cui nessuno, per 8 stagioni, chiederà il nome nonostante sia una presenza fissa nelle corsie del Sacro Cuore; il primario Bob Kelso, cinico e crudele, che vive ribadendo che niente "è un suo problema" e poi, in privato, rivela un cuore grande così. Jordan, ex moglie del dottor Cox, seconda solo a lui in fatto di sarcasmo e mancanza di tatto. L'universo di Scrubs è corale e il voice over di J.D. che segna ogni episodio non è solo un modo per farci entrare nel suo universo emotivo, ma anche l'unica maniera per capire tutti gli amici e i colleghi che gli si muovono intorno.
Perché le frasi cult di Scrubs sono ancora una reference validissima
Il caustico umorismo che ha segnato il successo dell'anti-medical drama per eccellenza è troppo definito, troppo indimenticabile per poter andare in pensione, per poter essere archiviato. E la speranza di milioni di fan in tutto il mondo è che le premesse dell'originale non vengano mandate al macero in virtù del revival. Il goffo nonsense di J.D. , che ancora oggi ricordiamo per frasi tipo: "Amo così tanto questo momento che ci farei l’amore", il tormento interiore del dottor Cox nascosto sotto strati e strati di cinismo e cattiverie ("Sei la persona più patetica che io abbia mai incontrato. Ma, paradossalmente, potresti anche essere il miglior specializzando che io abbia mai avuto", dirà al suo pupillo, riassumendo in una sola frase la sua intera personalità e l'affetto mai palesato nei suoi confronti) hanno segnato un'epoca televisiva ma anche la vita di milioni di spettatori, che nel candido approccio al mondo del protagonista hanno trovato un punto di riferimento, un riflesso delle proprie fragilità e idiosincrasie. Quando J.D., in una puntata della terza stagione, dice alla psicologa Molly (Heather Graham): "Io sono narcisistico, pessimistico, sono ossessivo insicuro... e ho una tale paura dell'intimità che ogni mia relazione è un continuo autosabotaggio che inevitabilmente sfocia in un vuoto di aspettative tradite e disperazione" parla in realtà di migliaia di storie finite male, non solo delle sue. Ma è nelle interazioni tra il dottor Cox e il dottor Kelso che il focus di comedy brillante di Scrubs, la sua superba scrittura, vengono fuori in tutta la loro potenza. In uno scambio di battute della stagione 2, il secondo chiede al primo l'opinione circa un caso medico arrivato in ospedale, per poi controbattere alla risposta caustica del collega con una frase passepartout per qualunque situazione che ci dà noia:"Perry, ti dirò la stessa cosa che dissi a un comico che vidi in un locale di spogliarelli: Non sono qui per ridere'.