Mentre Carlo Conti ascolta le centinaia di canzoni arrivate alla sua scrivania per decidere quelle che ascolteremo nella prossima edizione di Sanremo, le dinamiche dell'industria discografica che muovono le fila delle carriere degli artisti più interessanti del momento continuano a tenere banco sulle prime pagine dei giornali. E non solo per l'annosa questione dei sold out mancati o dei concerti in venue ridimensionate per mettersi al riparo dal flop, ma anche perché quella stessa industria può, di fatto, decidere le sorti della settimana sanremese. Fino addirittura arrivare al boicottaggio dei cantanti, risposta ai rimborsi spese della Rai considerati insufficienti per coprire la trasferta all'Ariston degli artisti e dei loro nutritissimi entourage.

Quanto costa partecipare al Festival di Sanremo?

A discutere di questa situazione sono stati i giornalisti Luca Dondoni, Andrea Laffranchi e Paolo Giordano nel loro podcast Pezzi di Musica: stando a quanto ha raccontato Laffranchi, a fronte di un aumento del cachet attribuito da Rai a ciascun cantante («lo scorso anno c’è stato un incremento delle cifre del 12%», ha detto il giornalista), rimarrebbe comunque insoddisfacente l'appannaggio che l'azienda fornisce all'artista in gara. «Ora il rimborso corrisponde a 62mila euro per la partecipazione del singolo, con 3 mila euro in più per ciascun membro se si tratta di band» (dai 4 agli 8 mila la copertura per l'ospite nella serata dei duetti). Per gli esordienti delle nuove proposte, la cifra scende a 25 mila euro: a fronte dei costi totali di partecipazione all'evento - secondo i giornalisti si aggira intorno ai 120-150 mila euro, escludendo tutto il lavoro a monte intorno a una canzone e alla partecipazione alla kermesse - il budget sarebbe ritenuto irrisorio dalle case discografiche, che da Sanremo non avrebbero un guadagno diretto ma a lungo termine, a seconda del successo del singolo che l'artista presenta sul palco dell'Ariston e degli ingaggi successivi trainati dal Festival.

Ma cosa è incluso in questo massivo investimento? Oltre ai costi vivi (vitto e alloggio per il cantante e il suo seguito) vanno considerate tutte le attività di marketing e di personal branding che un artista può mettere in atto durante la settimana di Sanremo, i costi promozionali che includono tra le altre cose i gadget a tema, le feste e dunque l'affitto delle location per i party. Senza considerare le ospitate e le uscite serali (da mettere a budget anche trucco e parrucco, i transfer e gli autisti).

Secondo Dondoni «Per le case discografiche il Festival vale l’1% dell’anno. Ma per gli artisti è diverso. Un Big ne guadagna in tutto, anche nei live che farà, che avranno valore doppio. Tirando le somme di queste richieste, rimane in sospeso la logica del ‘potremmo boicottare il Festival e non andarci’, è già successo. Se non si mettono d’accordo su un rialzo notevole, le case discografiche potrebbero davvero dire ai loro artisti di non partecipare».

Ma un boicottaggio del Festival di Sanremo è davvero nell'aria?

Una delle richieste che le case discografiche avanzerebbero alla Rai anno dopo anno riguarda la possibilità per gli artisti di massimizzare gli introiti tramite la pubblicità nella settimana del Festival: in pratica oggi un cantante non può promuovere brand specifici (indossando, ad esempio, loghi ben visibili sui suoi outfit) se questi vanno in contrasto con gli investitori o i marchi che hanno stretto accordi con l'azienda. E questo vuol dire solo una cosa: un contratto commerciale mancato, dunque una potenziale entrata economica in meno per l'artista. Un limite che si chiede da tempo di poter aggirare (ma tocca ricordare quanto accaduto con John Travolta e le sue sneakers "occulte" a Sanremo 2024 per rendersi conto di quanto sia difficile trovare un equilibrio tra gli interessi di tutti). Il motivo di questa richiesta? Spesso per raggiungere la somma dell'investimento necessario per partecipare a Sanremo gli artisti deve intervenire di tasca propria. O, appunto, è la casa discografica a supportarli.

Ma sul piano pratico, questo malcontento potrebbe portare davvero a una presenza meno massiccia dei Big più interessanti della nostra scena musicale al prossimo Festival di Sanremo? È ancora troppo presto per dirlo: mentre si definiscono i pesi e le misure della nuova edizione e il direttore artistico Carlo Conti definisce ospiti, co-conduttori e lineup della kermesse, è ancora tempo di godersi i frutti dell'edizione 2025. I cantanti in gara dell'ultimo festival stanno raccogliendo ora i successi dell'investimento sanremese, tra concerti estivi nelle piazze e tour. Certo la macchina dell'Ariston si è già messa in moto da tempo, ma noi spettatori, indiscrezioni o no, conosceremo solo più avanti i dettagli del prossimo Sanremo.