Una gara con un solo partecipante può ancora definirsi tale? Se lo stanno chiedendo in tanti dopo la diffusione della notizia relativa all'esito del bando indetto dal Comune di Sanremo dopo la presa di posizione del TAR della Liguria a dicembre, decisione che rimescolava - e non poco - gli equilibri del Festival di Sanremo e della sua collocazione televisiva storica su Rai 1. Alla fine solo l'azienda di viale Mazzini ha manifestato interesse per organizzare l'evento e presentato una proposta al Comune di Sanremo, costretto ad aprire un bando ufficiale perché l'affidamento diretto della kermesse alla Rai era stato appunto ritenuto illegittimo. Ma né Mediaset né Warner Bros Discovery hanno accolto l'invito a partecipare. Certo i documenti presentati dalla Rai dovranno essere valutati: come ha detto il sindaco di Sanremo Alessandro Mager, solo dopo le dovute verifiche di congruità si potrà confermare «l’esito delle procedure sulla manifestazione del Festival e si aprirà la fase di negoziazione prevista dal bando».

I dubbi però sono pochi: con molta probabilità Sanremo resterà a Sanremo.

La clausola anti-flop che avrebbe fermato le altre reti dal farsi avanti

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Daniele Venturelli//Getty Images
Sanremo 2026 sarà condotto nuovamente da Carlo Conti, cui con la co-conduttrice Bianca Balti

Insomma, anche se non v'è certezza, i dubbi relativi al canale tv su cui guarderemo Sanremo 2026 (e anche le due edizioni successive, fino al 2028) rimangono pochi. Rai è stata l'unica ad accettare le stringenti condizioni del Comune di Sanremo (le più importanti: un corrispettivo alla Città di almeno 6,5 milioni di euro più percentuale di almeno l’1% di tutti gli introiti pubblicitari, la trasmissione di varie manifestazioni tra cui Sanremoinfiore e una da organizzare in estate), accettando anche la clausola che, più di altre, ha trattenuto Warner e Mediaset da partecipare al bando: quella sugli ascolti. Repubblica ha riportato infatti quella che è già stata soprannominata la "clausola anti-flop": in pratica il Comune si riserva la possibilità di scindere, senza penali, il rapporto con il partner televisivo se una o più edizioni interessate dal bando otterranno risultati di share insoddisfacenti, al di sotto dei 15 punti di share della media delle ultime 5 edizioni. L'obiettivo da mantenere nei prossimi tre anni è il 50% di total audience, un traguardo di fatto raggiungibile solo da Mediaset e molto meno plausibile per reti televisive come quelle di Discovery.

E quindi che Sanremo 2026 sarà?

Tra le incertezze che ruotano intorno alla prossima edizione rimane un unico punto fermo: Carlo Conti. Che, almeno per la prossima edizione, tornerà al timone del Festival, forte dei risultati di Sanremo 2025. Rimane però ancora un nodo: la finestra temporale nel quale mandare in onda le cinque serate della kermesse. I palinsesti Rai di febbraio, che verranno presentati ufficialmente tra la fine di giugno e gli inizi di luglio, parrebbero già fissati: ci sono le dirette sportive dei Giochi Invernali di Cortina dal 6 all 22 febbraio da mandare in onda, una sovrapposizione che non permetterebbe alla Rai di mandare in onda Sanremo 2026 in quella fascia del mese. E quindi pare proprio che dovremo prepararci a un Festival tardivo organizzato a marzo, oppure in anticipo, già in onda sul finire di gennaio, a ridosso delle festività natalizie. Il toto-nomi per le edizioni dell'era post-Conti, infine, rimane sempre acceso: si parla insistentemente di Stefano De Martino e di Antonella Clerici come dei suoi possibili eredi.