C’è una metastasi nel cuore dell’Europa che si chiama guerra. Ogni nostro sforzo di previsione si infrange contro l’anima dura di questo conflitto, temprata nel carattere, nell’irriducibilità, nel nazionalismo dei popoli coinvolti e dei loro leader. Sul fronte di Mosca, questa invasione non risponde più ad alcuna visione strategica, bensì a un disperato e violento desiderio di sopravvivenza. Nulla è andato secondo i piani di Putin.

Sperava in un blitz di una settimana, nella conquista lampo di Kiyv con le brigate aviotrasportate, nell’uccisione di Zelensky e nell’instaurazione di un governo fantoccio. Si trova invece impantanato da quindici mesi nel fango della pianura ucraina, con oltre 100.000 soldati morti. Ha conquistato Mariupol e lo sbocco sul mare d’Azov, ma il Donbass non è tutto suo, quindi non può arrestarsi. Sembra divorato da una furia cieca e insieme dalla paura, se si ferma adesso sembra sconfitto, se insiste sfinisce la Russia e rischia di cadere.

ukrainian president zelensky to visit italypinterest
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Dall’altra parte della pianura ucraina, Zelensky mostra un’energia inesauribile. Mai un passo indietro, mai una concessione. Si è dimostrato un uomo duro, molto più delle attese. Ha trasformato l’Ucraina invasa in un’immensa caserma soggetta alla dura legge marziale: niente giornalisti ostili, niente opposizione politica, intelligence pervasiva e tanta propaganda. Girando le cancellerie e i summit internazionali, ha spinto Usa e Europa a dargli sempre più armi, fino a trasformare l’Ucraina in un piccolo Golia, capace di offendere con droni e sabotaggi il Cremlino e i quartieri ricchi degli oligarchi moscoviti. Chi si chiede se l’irriducibilità di Zelensky piaccia al suo popolo dovrebbe parlare con i giovani abitanti di Kiyv: scoprirebbe un orgoglio nazionalistico così feroce da non lasciar altra strada al loro presidente che la guerra. Naturalmente col sostegno dell’Occidente, le cui armi sono indispensabili alla resistenza e alla possibile controffensiva.

Occidente che però non è il pianeta Terra. Al prossimo vertice dei Brics a Cape Town, una sorta di anti G7 composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, Putin potrà andare tranquillamente di persona, aggirando il mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale. La nazione ospitante, infatti, gli ha assicurato l’immunità. Sommando la popolazione di questi cinque Paesi, arriviamo a quasi tre miliardi e mezzo di persone. Ecco perché la Russia, con l’altra metà del mondo dalla sua parte, è in grave difficoltà ma non spacciata. E l’Occidente, sempre più risucchiato in una guerra che sembra senza via d’uscita.