Un anno dopo il lancio del progetto e la nascita delle prime perplessità sulla trasparenza dell'iniziativa è arrivata una prima risposta sul caso Pandoro Pink Christmas. Secondo l'Antitrust, la Balocco e Chiara Ferragni dovranno pagare una multa salatissima per "pratica commerciale scorretta". Ma cos’è successo? Ecco il Pandoro Gate spiegato bene.
Lo scorso Natale, Balocco e Chiara Ferragni hanno collaborato per il lancio di un “pandoro benefico”. Venduto ad un prezzo maggioritario rispetto al prodotto classico non brandizzato, il dolce griffato sarebbe stato poi pubblicizzato ingannando i consumatori. Come? Lasciando credere che una parte del ricavato di ogni singolo pandoro avrebbe contribuito ad una maxi donazione per l'acquisto di due macchinari per il reparto pediatrico dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Ad accorgersi delle incongruenze Selvaggia Lucarelli che con un reportage su Domani ha aperto il vaso di Pandora e spinto l’Antitrust ad indagare sulla questione: ad oggi la conferma la "pratica commerciale scorretta".
La donazione di Balocco è stata fatta a maggio (si parla di 50mila euro) ed è quindi slegata al numero dei pandori venduti. A guadagnare dalla vendita dei pandori ad un prezzo fuori mercato l’azienda di Fossano e l’imprenditrice e influencer di Cremona "pagata un milione di euro per la licenza del marchio" e per le #adv legate alla promozione dell’iniziativa "senza versare nulla all'ospedale Regina Margherita di Torino".
L'autorità indipendente che si occupa di difendere il diritto di concorrenza e i diritti dei consumatori nel suo compito di stanare eventuali comportamenti scorretti delle aziende, ha stanziato una multa di 1 milione di euro per le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all'identità personale di Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro e una sanzione di 420mila per Balocco S.p.A. Industria Dolciaria.
Come avrebbero ingannato i consumatori? Il prezzo più che raddoppiato (9 euro anziché 3.70 di quello non loggato) avrebbe "contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la percezione di contribuire alla donazione". Concetto promosso anche nei comunicati stampa dell'iniziativa e dalle indicazioni sulla donazione fornita sul packaging del pandoro e da post e storie di Ferragni sui suoi canali social "in cui si lasciava intendere che comprando il “Pandoro Pink Christmas” si poteva contribuire alla donazione e che lei stessa partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero", spiega l'Antitrust.
Balocco e Chiara Ferragni rigettano le accuse e si riservano di agire nelle sedi opportune. "Balocco Spa ha appreso il contenuto del provvedimento emesso dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) e prende atto della sanzione comminata, nonostante gli impegni profusi per fornire tutti gli elementi necessari per una corretta ricostruzione del caso", fa sapere la realtà dolciaria piemontese, "l'azienda che da sempre opera secondo principi di correttezza e trasparenza ritiene di non condividere la decisione e si riserva pertanto di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti".
Chiara Ferragni nelle sue storie IG ha ribadito la sua versione dei fatti sottolineando la sua totale buona fede. "Io e la mia famiglia continueremo a fare beneficenza, così come abbiamo sempre fatto perché mai vorrò rinunciare a questa parte della mia vita", ha scritto, "Dal momento che ritengo ingiusta la decisione adottata nei miei confronti, la impugnerò nelle sedi competenti".
E poi, "Quella con Balocco è stata un'operazione commerciale come tante ne faccio ogni giorno. In questa particolare ho voluto sottolineare la donazione benefica fatta da Balocco all'ospedale Regina Margherita perché per me era un punto fondamentale dell'accordo", ha poi voluto sottolineare, "mi dispiace, che dopo tutto l'impegno mio e della mia famiglia in questi anni sul fronte delle attività benefiche, ci si ostini a vedere del negativo in un'operazione in cui tutto è stato fatto in totale buona fede".