Ingannava il dolore con il vino rosso, Franco Califano. E poi parlava di sesso e di amore senza filtri, come si dovrebbe fare con le cose della vita. Nella tentacolare notte di Roma scriveva e si salvava dai suoi guai. Parlava di donne, di godimento e di fallimenti senza vergogna e senza peli sulla lingua a volte offendendo, altre sconvolgendo, sempre dividendo il pubblico, poco preparato (o scandalizzato) alla sua brutale schiettezza. Soprattutto Franco Califano ci ha lasciato alcune delle più belle canzoni - poesie, sarebbe meglio chiamarle - della storia della musica italiana: dalla celeberrima "Tutto il resto è noia" che cantava come un disperato a "Un tempo piccolo" fino alla struggente "Io nun piango", giusto per citare alcuni pezzi clou della sua variegatissima e imponente produzione. E come dimenticare le canzoni che, generosamente, ha regalato ad altri artisti ("La musica è finita" a Ornella Vanoni", "Minuetto" per Mia Martini: ancora una volta, ridottissima selezione di un ampio panorama musicale)? Scomparso nel 2013 a 75 anni, oggi il mito del Califfo è pronto a rivivere grazie a un docufilm in arrivo al cinema dall'8 al 10 settembre: si intitola Nun ve trattengo ed è scritto e diretto da Francesca Romana Massaro e Francesco Antonio Mondini (e distribuito da Europictures).
Nun ve trattengo è un viaggio nella Roma di Califano (e dunque dentro lo stesso artista) in una dimensione a tratti oscura e avviluppante che condurrà gli spettatori, tra video di repertorio e frame inediti, nei luoghi che hanno segnato la vita dell'artista e dunque la sua produzione musicale. Insieme all'attore Raffaele Vannoli, che guida il racconto con la sua voce e la sua presenza, troveremo anche molti colleghi e amici di Califano, da Claudia Gerini a Francesco Rutelli, da Barbara Palombelli a Federico Zampaglione. Di lui parleranno anche gli artisti della nuova scena urbana come Franco126, che non ha mai nascosto quanto il Califfo sia stato e sia ancora importante per la sua poetica.
Il trailer di Nun ve trattengo, alla scoperta della vera essenza di Franco Califano
Nella stessa frase, Califano era capace di frantumare il cuore con parole struggenti e poi distruggere l'atmosfera con un intercalare in romanesco; sapeva pronunciare i complimenti più lusinghieri e commoventi e poi sparare a bruciapelo una volgarità, senza mai tirarsi indietro. Parlava di sesso, di periferia, di emarginati sociali, di esperienze borderline, di disagio, di fragilità, nascondendo sotto uno strato di mascolinità tossica ed esagerata un universo sfaccettato di emozioni e tormenti. Come oggi ambiscono a fare tanti colleghi, non ultimo (secondo alcuni) Achille Lauro. In tv, per una fiction RAI di grande successo in onda nel 2024, è stato Leo Gassmann a riportare in vita Califano con una interpretazione che però non è riuscita a convincere in pieno i fan dell'artista.
L'amore, per Califano, era una fiammata
Dell'amore secondo Franco Califano, nato su un aereo (sì, proprio in volo: un aneddoto che è diventato pilastro della sua epica personale) sopra Tripoli nel 1938, s'è detto di tutto e di più ancora s'è scritto. Anche perché in pochi, come l'artista romano, hanno saputo svelare i lati più amari di questo sentimento ed è difficile trovare un corrispettivo, confrontare la sua produzione con una letteratura pre-esistente. Neanche i problemi giudiziari degli anni Ottanta - finì in carcere insieme a Enzo Tortora (anche su quella vicenda è in arrivo una serie: si chiama Portobello e arriverà su HBO Max nel 2026) nell'ambito del maxi blitz contro i nuovi affiliati di camorra e per detenzione di stupefacenti - lo hanno fermato: dall'esperienza dietro le sbarre è nato l'album Impronte digitali, uno dei più significativi della sua carriera. "So’ stato accusato de tutto", dirà sulla questione. "Me mancava solo l’omicidio. Ma c’ho avuto sempre l’alibi perfetto: stavo scrivendo".
Controverso e provocatorio, divisivo e spavaldo, trasgressivo e tracotante, così era Franco Califano. E anche le interviste e le dichiarazioni in cui favoleggiava sulle sue infinite relazioni, sugli incontri di una notte, sulle donne che aveva avuto e che lo avevano voluto fanno parte di quell'enciclopedia sfaccettata che ci restituisce, pagina dopo pagina, il carattere e lo spessore del personaggio. Produttore e scopritore di talenti (a lui dobbiamo la nascita dei Ricchi e Poveri), poeta, attore (anche di fotoromanzi, da giovanissimo) e compositore, Califano è, ancora oggi, uno nessuno e centomila. Il documentario Nun ve trattengo proverà a dirci chi era sotto la scorza pubblica, sotto il mantello da viveur, sotto il sorriso sardonico e la penna affilata. Tutto il resto è nelle sue canzoni (che mai ci daranno noia).