Lo ammette subito. Unirsi al sequel della serie tv femminile più famosa di tutti i tempi non lo ha aiutato con le donne. Ma che ci fosse poco da imparare in materia lo sapeva già dai consigli di cuore del nonno Bud Spencer. Sì, per davvero. Sangue italiano, passaporto americano: Sebastiano Pigazzi, classe 1996 nato e cresciuto negli States e lanciato dalla serie di Guadagnino We are Who We Are, si divide oggi tra Los Angeles, Roma e New York. Cornice in cui lo ritroviamo nella terza stagione di And Just Like That (da oggi su Now TV) nei panni di Giuseppe, compagno dell'iconico event planner Anthony (interpretato da Mario Cantone), storico del cast di Sex and The City. Lo incontriamo per un caffè a Milano in una giornata di pioggia di primavera ma con un sorriso è capace di scaldare la temperatura di qualche grado. È in Italia ancora per qualche giorno prima di ripartire per Los Angeles ma l’italianità la indossa sul volto e la custodisce nel cuore: è nell’ironia tagliente con cui condisce ogni parola e nella naturalezza con cui ammette che di casa, ovunque questa sia, gli mancano solo le persone.
Quando hai visto il primo episodio di Sex and the City?
Quando mi sono unito al cast di And Just Like That avevo un po’ di ricordi di Sex and the City. Ricordo di aver visto qualche episodio con mia madre quando ero piccolo, forse avevo dieci o undici anni quindi quando mi hanno preso ho dovuto fare un po’ di aggiornamento.
Che cosa cambia quest’anno?
Ho un arco più grande di storia, altri personaggi che fanno parte del mio ruolo che prima non c’erano, quindi un po’ più di carne.
Cosa ti diverte di più dell’interpretazione del tuo personaggio?
Giuseppe è molto diverso da come sono fatto io. Quando incontro persone che mi hanno visto nella serie poi mi conoscono e mi dicono: "Ah, ma tu non sei così!", questo mi diverte.
Un aneddoto dal set della terza stagione?
Un episodio in particolare è difficile perché io e Mario, che interpreta Anthony, ci divertivamo tantissimo ogni giorno. Non so se posso spoilerare ma c’è un nuovo personaggio molto particolare e a me e Mario faceva molto ridere il modo in cui diceva certe battute e lo imitavamo.
Hai imparato qualcosa sulle donne, prendendo parte a questa serie?
Assolutamente no! Non si impara mai nulla delle donne, e sicuramente non l’ho fatto quest’ultima stagione. Mio nonno mi regalò un libro quando forse avevo dodici anni, che si intitolava “Tutto quello che gli uomini sanno delle donne”. Apro il libro: vuoto, seconda pagina vuota, terza pagina vuota. Non c’era niente, ed è rimasto così.
C’è un personaggio fra quello che hai interpretato che hai fatto fatica a staccarti di dosso?
Ne ho interpretato uno adesso in Portogallo, un personaggio un po’ torturato, uno scrittore... un po’ pesante come atteggiamento. E sì, a volte sento ancora questa pesantezza addosso.
Sei cresciuto negli States, dividi il tuo tempo fra Italia e Stati Uniti e reciti in italiano e in inglese, come cambi in base alla lingua in cui ti esprimi, dentro e fuori dal set?
È come interpretare un altro personaggio. Credo cambi più in base all’accento che alla lingua specificamente, diciamo ogni lingua ha un suo personaggio.
C’è qualcosa che hai sbagliato e che rifaresti?
Beh, la scelta di fare l’attore è completamente sbagliata. Purtroppo la rifarei perché sono condannato ad amarla, ma preferirei amare un’altra cosa.
E se non facessi questo... che cosa faresti?
Se non facessi l’attore, probabilmente sceglierei un altro mestiere dove sarei forzato a recitare, quindi forse un politico (ride).
Quando non sei sul set, cosa fai?
Viaggio molto, quindi è difficile avere una routine ma cerco di tenere attive le cellule creative. Ho iniziato a fare un film mio… Butto soldi, ecco, butto soldi in arte: o che compro, o che cerco di fare, di solito.
Quando sei in aereo cosa fai?
Mmm guardo film o dormo.
L’ultimo film che hai visto in aereo?
The New World, di Terrence Malick. Mi ha fatto impazzire, infatti mi dispiace averlo visto in aereo, però...
Ci puoi anticipare i progetti in arrivo a cui stai lavorando?
Tra le mie prossime uscita in Italia, Non è un paese per singlesu Prime in arrivo nei prossimi mesi e altri due film di cui ho terminato le riprese poco fa ma non posso svelare molto.
Quando sei in America, cosa ti manca dell’Italia?
Alla fine mi manca sempre la gente, le amicizie che ho fatto e che tendo a lasciare. Il resto c’è tutto, ormai anche il cibo, per esempio, lo trovi anche lì. La gente è più difficile, è quello che mi manca anche quando sono in Italia, le persone che lascio in America.
Un personaggio che ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe tipo un cowboy alcolizzato, un po’ torturato. Non so perché, mi piace questa cosa.