Eva ha diciannove anni e vuole gettarsi sotto un’auto, ma provoca un incidente in cui muore una donna. Nei giorni successivi, viene a conoscenza di un marito rimasto vedovo. Schiacciata dai sensi di colpa, si avvicina all’uomo, con cui inizia una frequentazione. Lui però non conosce la vera identità della ragazza. «Le principali caratteristiche di L’origine del mondo sono l’intimismo e l’erotismo. Sono sempre stata interessata ai temi della morte, della rinascita, del perdono e del senso di colpa, che facevano parte anche dei miei cortometraggi. Il film è poi il frutto di un’esperienza personale, ovvero una relazione che ho avuto con un uomo sposato. Quello che mi preme indagare è la sessualità femminile legata al senso di colpa».

Così Rossella Inglese, 35 anni, presenta il suo primo lungometraggio, L’origine del mondo. Un’autrice coraggiosa, che vuole svincolarsi da certi luoghi comuni del cinema italiano, e che aveva già rivelato il suo talento narrativo e visivo nel cortometraggio Eva, presentato tre anni fa alla Settimana della Critica alla Mostra di Venezia. Il ruolo di Eva è affidato all’intensità di Giorgia Faraoni: «Avevo già lavorato con lei, e per me è un’attrice pazzesca: forte, sensuale, fragile, cazzuta».

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D.R.
Rossella Inglese

Fabrizio Rongione interpreta il coprotagonista del film, e questa è la sua seconda prova di quest’anno ad Alice nella Città dopo Il complottista di Valerio Ferrara: «Cercavo qualcuno che parlasse francese e italiano. Ho voluto fortemente arrivare a lui, anche perché Rosetta dei fratelli Dardenne è uno dei film della mia vita: quello stile e quella camera a spalla me li porto dietro come regista». Per Inglese, le fonti di ispirazione derivano da una passione cinefila colta e approfondita: «Mi hanno influenzato tantissimo Lars von Trier, per le tecniche di ripresa, e Sofia Coppola, per l’approccio ai temi». L’origine del mondo è un film adulto, che parla anche agli adolescenti: «Il messaggio che rivolgo a loro è che da un dolore profondo si può rinascere, e si può diventare ancora più forti».