«Un carceriere violento, apparentemente privo di sentimenti. Ma anche una persona ferita. E le persone ferite diventano pericolose». Così Alessandro Gassmann descrive Minuto, il suo personaggio in Mani nude di Mauro Mancini, «un film di genere autoriale: una sfida anomala per il cinema italiano», dice l’attore.

Minuto fa parte di una banda criminale che costringe ragazzi a spietati combattimenti clandestini. Chi perde, muore. Ma quando rapisce il diciottenne Davide, interpretato da Francesco Gheghi, e inizia ad allenarlo, qualcosa si incrina. Come accadeva anche nel precedente film di Mancini Non odiare, sempre con Gassmann protagonista, il rapporto tra vittima e carnefice si ribalta, ma «la violenza genera altra violenza».

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D.R.
Francesco Gheghi e Alessandro Gassmann nel film Mani nude

Chi è Minuto?

Una sorta di macchina di crudeltà che nella seconda parte del film, lasciasse trapelare qualche incrinatura. Alla mia età cerco sfide più complesse, voglio esplorare dove non sono andato finora. Anche nel mio primo film da regista, Razzabastarda, interpretavo un personaggio perso e privo di rimorsi, lì per una sua stupidità, qui il perché è uno dei segreti del film.

Quali appigli ha cercato per entrare in un personaggio così crudo?

Di solito sono un attore empatico, qui dovevo costruire un monolite. Mi sono allenato per avere una fisicità diversa e mi sono un po’ affidato a quello che sono stato tra i 16 e i 20 anni: un ragazzo irrequieto, a tratti aggressivo. È una cosa di me che non ricordo con piacere ma che è invece molto presente nella nostra società, penso sia utile. Poi sono diventato esattamente l’opposto, un pacifista e un buonista: cose passate di moda.

Il film riflette sul perdono. Lei come lo vive, in questa epoca di conflitti?

Quando si subiscono grandi torti o violenze è difficile perdonare, ma non possiamo vendicarci: abbiamo il dovere di non reagire allo stesso modo. È un tema cruciale: abbiamo politici che non dialogano più ma si insultano, c’è il tentativo di prevalere con la forza, lo vediamo purtroppo anche in molti fatti di cronaca che coinvolgono ragazzi. Pur raccontando un mondo estremo, questo film parla di noi, della nostra società.

A cosa sta lavorando in queste settimane?

Sono sul set a Bari della serie Rai I casi dell’avvocato Guerrieri di Gianluca Tavarelli, tratta dai romanzi di Gianrico Carofiglio. A Natale andrà in onda su Rai1 il mio ultimo film regista Questi fantasmi, col quale mi sono avvicinato al genio di Eduardo De Filippo. A marzo riprenderò le riprese di Un professore ma prima inizierò il mio nuovo film da regista: è tratto dall’adattamento di un testo teatrale di Stefano Massini sulla manipolazione dell’informazione.

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GIANMARCO CHIEREGATO

(Foto di Gianmarco Chieregato, look Giorgio Armani).

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