In attesa di poter svelare almeno un po’ Disclaimer, la serie del messicano Alfonso Cuarón (una lettera del regista alla stampa chiede discrezione sul plot) e affascinati dal documentario sull’era Bolsonaro Apocalypse in the tropics della brasiliana Pedra Costa, di cui Elle Daily ha parlato diffusamente ieri, dobbiamo fare i conti oggi con il più atteso fra i registi della scuola d’America Latina, sempre fervida e accalorata, l’argentino Pablo Larraín, l’autore dei biopic culto Jackie e Spencer.
Stavolta l’impresa è un triplo salto mortale: raccontare la Callas, e insieme semplicemente Maria, come dice il titolo del film, e far entrare l’attrice Angelina Jolie, carica di ben diverso stardom, negli abiti, nelle pellicce e nei giorni finali della più emozionante cantante lirica della storia, la più personale, se non quella perfetta.
Poco tempo prima della morte nel settembre 1977, la Callas vive nella lussuosa casa parigina, assistita e protetta, senza troppe speranze, da due sole persone, il maggiordomo ormai curvo per la fatica di supportarla, interpretato da Pierfrancesco Favino, e la cameriera, un’ingrigita Alba Rohrwacher, chiusa nel segreto. Maria assume farmaci fuori controllo e illegali come il Mantrax, ama le visioni e i deliri che le regalano, lenendo la sua malinconia. Tenta di ritrovare per sé il giusto canto. Qui Larraín fa il carpiato, la voce vera di Callas si mischia elettronicamente, con buona emozione, a quella di Jolie che ha studiato per sei mesi canto.
Per noi che rabbrividiamo ad ogni Tosca della Divina, meno bene si mischiano le due anime, Jolie sempre un po’ gelida, una bellezza nitida mentre quella di Callas era imperfezione sublime. Il film tuttavia cresce, vince la diffidenza dei melomani, scalda e contamina tutto, materiale di repertorio e ricostruzione, corpi ed esistenze, passato remoto e presente disfatto, vivi e fantasmi come questa Mostra sin dal debutto insegna.
Da segnalare anche la bravura di Vincent Macaigne, il medico personale di Callas che ritroveremo in Trois amies e la stranezza efficace del giornalista tv, vero o immaginario, Kodi Smit-McPhee presto su questi schermi anche in Disclaimer.
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