Dalla morte della giornalista e scrittrice statunitense Joan Didion nel 2021 stiamo aspettando con ansia che i suoi libri e la sua vita vengano adattati per il grande schermo. Di materiale ce n'è tanto, ma non si tratta di un'impresa facile: Didion negli anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento letterario, una figura quasi venerata. Un conto è raccontarla attraverso un documentario, come Joan Didion: The Centre Will Not Hold del 2017 disponibile su Netflix, un altro è romanzare la sua vita o trasformare i suoi libri in film. Sembra, però, che qualcuno si sia fatto avanti per un adattamento cinematografico del più famoso romanzo di Didion, L'anno del pensiero magico, pubblicato nel 2005. Il film dovrebbe uscire vent'anni dopo, nel 2025, ma ancora non sappiamo gran che del progetto, fatta eccezione per la presenza di Jessica Lange che potrebbe interpretare la stessa Joan Didion.
Jessica Lange nel nuovo (e primo) film su Joan Didion
In un’intervista a Usa Today Lange ha annunciato che reciterà nel nuovo film tratto dal romanzo di Didion e che le riprese dovrebbero cominciare a inizio 2025. Si pensa che sarà proprio l'attrice vincitrice di due Premi Oscar, tre Emmy e cinque Golden Globe ad Didion, protagonista del libro. Lange è considerata una delle migliori attrici della sua generazione e si è detta entusiasta del progetto che l'ha spinta ad accettare il ruolo nonostante, a 75 anni, stia pensando di ritirarsi e "Forse viaggiare un po'". The Year of Magical Thinking è stato già adattato per Broadway nel 2007 con Vanessa Redgrave nel ruolo di Joan Didion, ma rimane da capire quali saranno le scelte a livello di regia e sceneggiatura.
Il libro racconta la storia estremamente intima e personale di Didion. "È la sera del 30 dicembre 2003", si legge nella sinossi, "quando John Gregory Dunne, sposato da quarant’anni con Joan Didion, muore all’improvviso. Da quella data inizia per la scrittrice l’anno del pensiero magico, in cui lutto e sogno sovrascrivono la vita, e l’impossibile addio all’uomo amato si trasforma lentamente in un profondo colloquio con la morte, durante il quale tutto viene riconsiderato: la malattia, la cecità della fortuna, le parole non dette dell’amore, l’essenza sfuggente e ingannevole della memoria, la consapevolezza di dover fare prima o poi i conti con la fine". È un libro sul lutto che, tramite le parole di Didion, viene vissuto ed esorcizzato nella sua complessità, "Il pensiero magico disseziona la perdita, illude Joan Didion di poter fermare, per incanto o sortilegio, chi se ne è andato per sempre".