Così simili e forse proprio per questo così incompatibili. Sebbene esistano diverse foto di repertorio che le ritraggono insieme, Lady Diana e sua madre, Frances Shand Kydd, nata Ruth Roche, non andarono sempre d'accordo. Anzi, a fasi alterne delle loro travagliate vite, non si videro per diversi anni, contribuendo ad acuire una distanza che riporta alla memoria tristi episodi di vita familiare che causarono, in momenti diversi, l'infelicità di entrambe le donne. Un rapporto difficile, che esplose il giorno del matrimonio di Carlo e Diana, come raccontava più di trent'anni fa Andrew Morton nella sua biografia intitolata Diana: Her True Story.
Un rapporto difficile, fatto di silenzi e tensioni
Nel libro, pubblicato nel 1992, l'autore rivelava che il giorno delle sue nozze la principessa del Galles rimase "terribilmente delusa" da Frances. "Continuava a piangere [...] e a dire che non riusciva a sopportare la pressione. Tendevo a pensare di essere io quella sotto pressione perché ero la ragazza", raccontò ai tempi Diana a Morton. Uno stress tale che, secondo il racconto della principessa, spinse la madre a iniziare a prendere il Valium contro l'ansia. Ma non è tutto perché la moglie di re Carlo affermò che sua madre l'aveva fatta "impazzire" durante il loro fidanzamento e Frances si sentì "ferita" quando non fu inclusa nei preparativi per il grande giorno.
Dopo il matrimonio con l'allora erede al trono britannico, madre e figlia non si parlarono per tre o quattro anni. Nonostante ciò, Frances fu visitata al Mary's Hospital dopo la nascita del principe William nel giugno 1982 e la neo nonna fu sollevata dal fatto che la figlia non avrebbe dovuto sopportare la pressione di produrre un erede maschio alla Corona come invece era accaduto alla stessa madre di Diana. Lei che proprio per la drammatica morte del primogenito maschio, John Spencer, scomparso appena neonato, a poche ore di vita, nel 1960, era precipitata in una profonda crisi matrimoniale con il marito, il conte Edward Spencer. La coppia, convolata a nozze nel 1954, dopo l'arrivo di due figlie femmine, Elizabeth e Cynthia, e la morte del piccolo, temeva che non avrebbe avuto eredi.
A poco valsero la nascita nel 1961 della piccola Diana e, tre anni dopo, del fratellino Charles, erede della casata. Il titolo era salvo, ma la loro unione già compromessa. Per questo quando nel 1967 Frances conobbe Peter Shand Kydd, erede di una notevole fortuna sebbene senza un titolo, decise di lasciare il tetto coniugale. Aveva promesso ai figli più piccoli che sarebbe tornata presto a trovarli, in realtà non fece più ritorno a casa perché il marito ottenne la custodia esclusiva della prole e Frances si rifugiò nella remota isola scozzese di Seil, da dove sarebbe stata stanata dalla famiglia reale solo per partecipare al matrimonio della figlia. L'arrivo dei due nipotini, William e Harry, contribuì al riavvicinamento di Frances a Diana, come rivelano anche alcune foto scattate durante le vacanze in famiglia, anche se l'esponenziale aumento di popolarità della principessa accrebbe il divario con la madre.
Dopo aver divorziato da John Spencer, nel frattempo convolato a nozze con Raine, contessa di Dartmouth, Frances sposò il magnate Peter Shand Kydd. Ma alla fine degli anni Ottanta la loro unione iniziò a vacillare e Frances diede la colpa del suo fallimento in amore a Diana. Il secondo marito infatti si sentiva messo in ombra: "Penso che la pressione sia stata schiacciante e, alla fine, impossibile per Peter. Non lo volevano, volevano me. Sono diventata la madre di Diana, e non sua moglie", raccontò Frances. Nel frattempo si era aperta la crisi tra Carlo e Diana, e dopo l'annuncio della loro separazione, Frances non approvò mai le successive relazioni di sua figlia, in particolare con il cardiochirurgo Hasnat Khan e con l'uomo d'affari Gulu Lalvani, secondo quanto riferito dall'ex maggiordomo di Diana, Paul Burrell.
Dopo il fallimento del suo secondo matrimonio, Frances si chiuse ancora di più in se stessa, dedicandosi alla sua grande passione, la pesca. Con la morte di Diana nel 1997, interruppe ogni contatto con la stampa, si convertì al cattolicesimo e visse in solitudine nella piccola isola di Seil, dedicandosi alle opere di carità e forse ripensando a quella figlia che non era riuscita ad amare abbastanza e a cui sarebbe sopravvissuta altri sette anni, prima della propria morte per un tumore al cervello, nel 2004.