Alzi la mano chi non le ha mai canticchiate almeno una volta: Fiesta, Hay Que Venir Al Sur (ma in Italia la conosciamo come A far l’amore comincia tu), Caliente caliente, Pedro. Canzoncine – attenzione, l’uso del diminutivo qui trae in inganno: hanno venduto milioni
di copie – che hanno rappresentato la manifestazione musicale della donna simbolo dell’erotismo innocente, allusivo e mai volgare: Raffaella Carrà. Nella sua lunga carriera 
la regina delle showgirl ha spesso valicato
i confini italiani, diventando un fenomeno globale. E questa globalizzazione è partita, i titoli sopraccitati lo testimoniano, dalla Spagna. Nulla di nuovo,
la biografia artistica di Raffaella 
è una pietra miliare della letteratura popolare, non fosse che il legame tra Carrà e penisola iberica è stato più che artistico quasi nazionalista, visto il rapporto passionale che ha legato la conduttrice e cantante con il vertice dello Stato, l’allora sovrano Juan Carlos di Borbone.

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Leonardo Cendamo//Getty Images

E quindi Raffaella Carrà fu l'amante di re Juan Carlos?

La bomba, nell’incredulità collettiva, è stata sganciata dalla giornalista spagnola Pilar Eyre, navigata studiosa della casa reale di Spagna, che si è trovata quasi costretta, dato il flusso di rivelazioni che hanno interessato il re emerito nelle ultime settimane, a dare il proprio contributo di persona informata dei fatti. Ricapitolando: l’ex colonnello dei servizi segreti madrileni Amadeo Martìnez Inglès ha svelato in una trasmissione televisiva "la quantità sbalorditiva di video che immortalano Juan Carlos mentre fa sesso con centinaia di donne" conservati nell’archivio dell’intelligence, e definito l’ex sovrano "un predatore sessuale". In contemporanea, un settimanale olandese ha pubblicato vecchie fotografie de 
el rey in atteggiamenti che definire affettuosi è poco con l’attrice e soubrette spagnola Bárbara Rey, sua storica amante tra gli 80 e i 90. Un fuoco incrociato nato, si presume, come reazione alla notizia dell’autobiografia di Juan Carlos,
di prossima pubblicazione.

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Edoardo Fornaciari//Getty Images

Pilar Eyre aveva già affrontato il tema delle relazioni extraconiugali dell’ex re in un libro pubblicato nel 2012, La soledad de la reina (La solitudine della regina), in cui la giornalista sciorinò pure un numero: dal giorno del matrimonio con Sofia di Grecia, celebrato ad Atene il 14 maggio 1962, Juan Carlos avrebbe tradito la consorte con ben 1.500 donne. Ebbene, in un articolo pubblicato dal settimanale Lecturas, anticipato da un suo intervento alla trasmissione TardeAr, la Eyre ha rinverdito, dandolo per certo, un vecchio rumor che risale agli Anni 70: tra queste 1.500 donne del re ci fu anche la Carrà. "L’ho saputo da una collega giornalista, grande amica di Raffaella. Stavano guardando insieme il discorso della vigilia di Natale del re, lui sfoggiava una cravatta gialla Hermès e Raffaella disse alla mia amica: 'Vedi, ho regalato io quella cravatta a Juan Carlos'. Ed è così che ho cominciato a tirare le fila della faccenda". Perché, come gli insider sanno bene, "il re era solito indossare i cadeau ricevuti dalle sue amanti, come un rolex d’oro che gli fu donato da Barbara Rey (l’ex soubrette appena citata, ndr), considerandolo un modo discreto per ringraziarle". Ma non è tutto. Dice 
Eyre che "sapevamo anche i luoghi in cui il re e la Carrà si incontravano. Frequentavano un noto ristorante italiano 
a Madrid e i servizi segreti avevano un appartamento accanto 
al locale", dove la coppia si sarebbe più volte intrattenuta, alternando quell’alcova a un appartamento che Raffaella occupava all’Eurobuilding, un palazzone di Madrid che oggi
è diventato un albergo.

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Tutto iniziò alla morte di Francisco Franco

Ma quando sarebbe iniziata questa storia? Pilar Eyre fa riferimento alla morte di Francisco Franco, dunque al 1975: quindi la relazione tra Raffaella e Juan Carlos si sarebbe consumata nei primissimi anni di restaurazione del regno. Il Borbone infatti salì al trono indicato proprio dal generalissimo, che aveva mantenuto il ruolo di garante della corona, come suo successore. Raffaella non fu certo la prima, né l’unica amante del re di quel periodo, visto che Sofia era già satura dei tradimenti subiti sin dai tempi della nascita del loro terzogenito, oggi re Felipe VI, tanto è vero che i rapporti intimi tra i due si sarebbero interrotti dopo la nascita del principe delle Asturie, nel 1968. Non che la regina non fosse stata avvertita da sua madre, Frederica di Hannover, regina consorte degli elleni. Quando Sofia le comunicò che aveva deciso di accettare la corte di quell’erede a un trono occupato da un dittatore, le disse: "Stai attenta, figlia mia: i Borbone sono uomini affascinanti, ma poi si dimostrano pessimi mariti". E così fu.

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La crisi con Boncompagni

Per verificare l’attendibilità della ricostruzione di Pilar Eyre occorre a questo punto andarsi a studiare i movimenti professionali di Raffaella in quel periodo. E in effetti, come le incisioni discografiche testimoniano, la Carrà cominciò a frequentare la Spagna proprio nel 1975, grazie anche a uno speciale televisivo, La hora de Raffaella Carrà, grazie al quale divenne popolarissima presso il pubblico iberico, un volano che le permise poi di colonizzare anche l’America Latina. E visto che nel 1978 la showgirl tornò in Rai per fare il varietà 
Ma che sera accanto ad Alighiero Noschese (la cui sigla, notazione per gli amanti del genere, era Com’è bello far l’amore), la relazione con Juan Carlos va datata 
in quel triennio, tra il 1975 e il 1978. Periodo 
in cui, e qui entriamo a gamba tesa nella sua vita personale, Raffaella era ancora legata a Gianni Boncompagni anche se il rapporto, iniziato con un’intervista a Roma in Piazza di Spagna nel 1969, già dava segni di sfilacciamento. Lo raccontò lei stessa: "Dalla metà degli Anni 70 la mia vita fu un continuo viaggio, tra Spagna e Sudamerica. Trasferte di tre, quattro mesi. Ero sempre io a telefonare a Gianni (il quale, pigro com’era, ben si guardava dal lasciare Roma, ndr). 'Come va?', chiedevo. E lui: 'Sono solo, mi annoio. E poi lo sai: Alicia non mi compra mai lo stracchino fresco, quello con la lacrima'. Alicia era la nostra governante, mandava avanti la casa. Così io mettevo giù e da dove mi trovavo chiamavo Alicia. 'Ma che stracchino compra al signor Gianni? La prego stia attenta!'. Ma un rapporto, in queste condizioni, fatalmente cambia".

E così è quanto meno plausibile che, corteggiata da un re affascinante, Raffaella possa aver ceduto. E proprio in quel momento e non più avanti, quando nella sua vita, voliamo al 1981, entrò in maniera fragorosa e totalizzante Sergio Japino, conosciuto come assistente coreografo di Gino Landi per il suo show del sabato sera Millemilioni. Totalizzante, certo, perché Japino ha sempre lavorato a stretto contatto con la sua amata, prima come coreografo e poi come regista, seguendola anche nel suo secondo periodo spagnolo, tra il 1993 e il ‘95, quando la Carrà portò a Madrid il suo caposaldo Pronto, Raffaella? che lì divenne inevitabilmente ¡Hola Raffaella! e che la consacrò, grazie anche a diverse puntate speciali di prima serata, vera icona spagnola. Tanto che alla sua morte, nel 2021, fiumi di inchiostro sono stati spesi per lei sulle prime pagine dei più importanti quotidiani del Paese, El Paìs ed El Mundo in testa. E Juan Carlos? Mentre negli anni ha continuato a intessere relazioni extraconiugali fino a quella che gli risulterà fatale con Corinna Larsen – che prima lo accompagnò a quel maledetto safari in Botswana nel 2012, le cui foto indignarono il popolo spagnolo immerso in una crisi economica senza precedenti e che lo condussero dritto dritto all’abdicazione, e poi svelò tutti i retroscena della loro storia d’amore – egli non deve aver dimenticato Raffaella, che insignì con il Lazo, un’importante onorificenza che le fu consegnata su indicazione del re dal premier Felipe González negli Anni 80 per aver rappresentato la cultura spagnola fuori dagli stereotipi. C’è una foto della cerimonia in cui la regina dei lustrini e il re d’acciaio si sorridono e si stringono la mano. Ora sappiamo che, tra loro, non ci fu solo formalità.


Questo articolo è apparso su GENTE N.42 in edicola dal 18 ottobre 2024

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