"Si dovrebbe poter amare una sola persona nella vita, ma — lo dico — non è possibile. Io ne ho amate cinque nella mia. Ma la cosa importante è credere che ogni volta sia l'ultima". Così Alain Delon, ospite a Domenica In nel 2001, rispose a proposito delle molteplici relazioni che hanno costellato la sua vita e da cui sono nati i suoi figli. Una lezione sull'amore che risulta difficile apprendere dall'attore, che per decenni è stato considerato l'uomo più bello del mondo e nelle cui braccia decine di donne hanno trovato croce e delizia, simbolo per eccellenza di mascolinità. Se il ricordo e la devozione per Romy Schneider e Mirelle Darc è rimasto intatto nel tempo, come testimonia la sofferta dedica nel ricevere la Palma d'oro alla carriera a Cannes nel 2019, il rapporto con i tre figli (più uno mai riconosciuto) non è stato sempre facile. Ma chi sono gli eredi dell'artista, morto ieri a 88 anni dopo una lunga malattia?
Chi sono i figli di Alain Delon?
Dopo la lunga, appassionata e tumultuosa relazione con Romy, che valse alla coppia l'affettuoso nomignolo di "magnifici amanti", nel 1963 Delon incontra la modella e attrice Nathalie Barthélémy sul set de La Tulipe Noire. Nell'aprile del 1964 si fidanzano e ad agosto di quell'anno si sposano a Loir-et-Cher. Dalla loro unione, il 30 settembre 1964 nasce a Los Angeles il figlio Anthony Delon. Divenuto anche egli attore, il primogenito può vantare i tratti felici del padre, a cui assomiglia moltissimo. Fidanzato della principessa Stéphanie di Monaco, nel 2006 ha sposato Sophie Clerico il 27 giugno 2006, da cui sono nate due figlie. Anthony ha avuto poi una terza figlia, nata nel 1986, con Marie-Hélène Le Borges, ex ballerina del Crazy Horse di Parigi.
Terminato il proprio matrimonio con Nathalie nel 1969, l'interprete di Rocco e i suoi fratelli allaccia relazioni con tante altre bellissime donne tra cui Dalida e Mireille Darc, a cui resta legato per dodici anni. Nel 1987 incontra la modella olandese Rosalie van Breemen sul set del video musicale della sua canzone Comme au cinéma e tra i due è amore a prima vista. Dalla loro liaison nascono Anouchka Delon il 25 novembre 1990, amatissima figlia dell'attore, e Alain-Fabien Delon il 18 marzo 1994, oggi appena trentenne. I due ragazzi, cresciuti tra la Svizzera e i Paesi Bassi, per poi trasferirsi a Parigi, hanno conosciuto un Alain Delon più maturo e disposto a relazioni stabili, sebbene l'unico rapporto profondo e duraturo sarà sempre con la figlia femmina, a dispetto di una conflittualità mai sanata con i maschi.
Abbandonato appena a 4 anni dal padre, Alain Delon ha sempre ricordato con dolore la propria infanzia a cui è mancato l'amore paterno, percependo inconsciamente come "rivali" i figli maschi e riservando le proprie esclusive attenzioni alla piccola Anouchka. È a lei che l'attore apre le porte di cinema e teatri e, non a caso, è sempre lei a vantare una solida carriera recitativa, iniziata all'età di dodici anni quando compare in tv al fianco del padre nel film Le Lion, adattamento del romanzo omonimo di Joseph Kessel. Con il celebre attore condivide nel 2011 il palco del Théâtre des Bouffes-Parisiens, nell'opera teatrale Une journée ordinaire di Éric Assous. Dopo diverse tournée teatrali, nel 2016 interpreta il personaggio di Julia, in un adattamento di Éric-Emmanuel Schmitt dell'opera Libres sont les papillons presso il Théâtre Rive Gauche accanto al compagno Julien Dereims, da cui nel 2020 avrà il figlio Lino. Al 2019 risale il suo primo lungometraggio Toute ressemblance... diretto da Michel Denisot. L'anno successivo, nel 2020, ricopre il ruolo di Maria nel film Le café de mes souvenirs, una commedia franco-finlandese diretta da Valto Baltzar, e prende parte al film I love you coiffure. Tra teatro e televisione sono tante le collaborazioni, tra cui quella con il regista Pascal Thomas nel lungometraggio Le Voyage en pyjama.
Amata e stimata dal padre Alain, che nel 2019 vuole solo lei ad accompagnarlo a ritirare il premio alla carriera a Cannes, è sempre Anouchka che entra in rotta con i fratelli per la gestione dell'attore. Colpito da un ictus cinque anni fa, nel 2023 gli viene diagnosticato un linfoma, ormai in stato avanzato. La figlia avrebbe voluto portare il padre con sé in Svizzera, certa di potergli garantire le migliori cure, ma i due fratelli si sono sempre opposti, certi che il desiderio dell'attore fosse quello di morire nella villa che aveva fatto costruire nella zona di Montargis. Secondo Anthony, la sorellastra intendeva pagare meno tasse sulla futura eredità a causa della differenza fiscale tra la Francia e la Svizzera. Un'accusa che la ragazza ha sempre respinto, citando a propria volta in giudizio Alain-Fabien e Anthony per violazione della privacy dopo che i due avevano diffuso sui social la registrazione di una conversazione tra lei e suo padre. Dispute e denunce scaturite a seguito della decisione del protagonista de Il Gattopardo di lasciare metà dell'eredità alla figlia femmina, mentre gli altri due figli si troveranno a spartirsi il 25% ciascuno di patrimonio, che ammonta a un totale di 200 milioni di dollari.
Su una sola cosa i tre eredi sono stati d'accordo negli ultimi anni: la decisione di allontanare dalla vita del padre Hiromi Rollin, sua assistente e badante giapponese, con l'accusa di circonvenzione di incapace. Se Anthony e Alain-Fabien hanno avuto un rapporto conflittuale e ambivalente con il padre, molto duro e anaffettivo con la discendenza maschile, il più sciagurato dei figli è stato senz'altro quello mai riconosciuto. Si tratta di Christian Aaron Boulogne, il figlio naturale dimenticato, nato nel 1962 dalla fugace relazione con la cantante Nico, top model e cantante tedesca, entrata nella "factory" di Andy Warhol a New York e divenuta rockstar, prima con i Velvet Underground di Lou Reed e poi come solista. All'epoca Alain era ancora coinvolto nella burrascosa relazione con Romy Schneider e fu dalla passione di una notte con Nico che nacque Christian Aaron, detto Ari, di cui Alain non ha mai voluto sapere nulla. "Sei mio amico tu, sei mio amico. Ma ti dirò un cosa, non hai i miei occhi, non hai i miei capelli. Non sei mio figlio, non sarai mai mio figlio. Ho dormito con tua madre solo una volta" disse l'attore una volta contro qualsiasi pretesa di essere riconosciuto. Dopo avere trascorso alcuni anni con la madre, il ragazzino venne cresciuto con la madre dell'attore, Edith Boulogne, che gli diede anche il suo cognome.
Sempre rinnegato, ha lottato per anni per essere riconosciuto, ma senza successo. Le sue richieste sono sempre state respinte dai tribunali e, dopo una vita tormentata e segnata dall'abuso di droghe, a cui era stato avvicinato prima dalla madre e poi dalla nonna paterna, oltre che da periodi di profonda depressione, nel 2023 si è spento all'età di 60 anni. Solo e reietto, nemesi vivente dei successi e degli amori del padre, Ari è stato relegato ad una vita di abbandono e solitudine che lo stesso Alain avrebbe vissuto se il cinema non lo avesse tratto in salvo da ristrettezza economica, risse e lavori precari nei quartieri malfamati di Montmartre e Halles, nella Parigi maledetta degli anni '50.