Quello tra gli americani e le loro star è un matrimonio che, tra alti e bassi, crisi e riconciliazioni, liti furibonde e ritorni di fiamma, ritenuto all'unanimità praticamente indissolubile. Lo è stato, fino alla pandemia da coronavirus. Da quando, infatti, il lockdown ha avvolto anche Hollywood nella sua stretta inviolabile, le celebrities hanno cominciato, più o meno maldestramente, a mandare messaggi di solidarietà (sempre accompagnati dal concetto che "siamo tutti sulla stessa barca"), o a condividere via social bizzarri video, con l'idea di intrattenere e "divertire" una popolazione numerosissima reclusa in casa. Stavolta, però, non ha funzionato, anzi, è proprio da lì che si aperta l'enorme voragine che oggi separa enormemente quelli che un tempo erano fan, dai loro idoli. Perché per quanto Gal Gadot si impegni a dire che "non importa chi tu sia, né dove tu viva, questa situazione ci ha resi tutti uguali" il sentire comune di guarda quel video è che, invece, ci sono tanto più oggi differenze enormi tra gli esseri umani. Chi è costretto a vivere in 30 mq, non si potrà mai sentire in empatia con un Robert De Niro che si fa un selfie nella sua villa mozzafiato, chi abita in una casa affollata di figli e nonni come potrà trovare conforto in una Elle DeGeners che, vagamente annoiata, mostra le sua video chat con altri famosi? Gli States in ginocchio per numero crescente di vittima, parallelo a quello di chi ha perso, forse per sempre, il lavoro, stanno rigettando il tentativo delle star di voler essere come loro, anche al netto di produzioni cinematografiche e televisive interrotte a causa del Covid-19. Uno degli esempi più eclatanti sono le reazioni indignate quando non furibone, sotto a un tweet dell'amatissima J Lo, scivolata in una totale mancanza di delicatezza, facendo vedere il figlio che nel parco immenso della loro villa le porta una bibita, accompagnato dalla caption "We can’t go out to any restaurants or anything but the service and entertainment here is pretty good"

"Ti odiamo tutti" è una delle frasi che ha ricevuto più like, mentre altri più delusi hanno scritto di essere grandi fan di Jennifer Lopez, e proprio per questo amaramente delusi dal suo comportamento. Quindi quando Pharrell Williams ha chiesto ai suoi folower di fare donazioni per aiutare i soccorritori in prima linea, lo hanno praticamente afferrato per i pantaloni, messo a testa in giù e scrollato per bene, dicendogli che era il caso che fosse lui a svuotare le proprie pasciute tasche. Insomma, tolleranza zero, tranne, ovviamente, per i famosissimi che dicono poco e fanno tanto, come Amal e consorte George Clooney, che hanno donato un milione di dollari, divisi tra USA, Italia, Libano e Uk. Per gli altri, che si ingarbugliano in siparietti al limite del grottesco, il gradimento è pari a zero. E ciò è spiegabile con il fatto che, ora, le star hanno un pubblico in cattività, fatto di persone traumatizzate, per lo più incollate a Internet, con gli occhi sfrecciano verso gli argomenti di tendenza per trovare per consigli su come elaborare gli orrori inimmaginabili che incombono, ed invece ecco che trovano Madonna che fa il bagno in un bagno disseminato di petali di rose. A loro, le celebrities che feriscono i sentimenti dei (ex?) fan, sono riservati due hashtag molto duri, e molto condivisi, il primo è #guillotine2020 che suggerisce poco pacificamente quali sono i meritevoli del trattamento riservato a Maria Antonietta proprio perché si esibiscono in varie forme dalle loro case di lusso, e il secondo è #eattherich, che riprendendo una frase di Jean Jacques Rossaeau, che durante la rivoluzione francese disse, riassumendo all'osso che "se il popolo non ha niente da mangiare, allora che mangi i ricchi".

Ma la conclusione è, quindi, che alle star non è più concesso intrattenere? Non esattamente. Come osserva il New York Times, esiste un tipo di show che, per la sua totale astrazione, assurdità e comicità, è ancora tollerato, se non apprezzato dal pubblico. Anthony Hopkins che suona il pianoforte per il suo gatto, che risponde con un tripudio di fusa, è okay, Katy Perry che dice di aver "perso il conto dei giorni di quarantena" dalla sua villa da sogno no. Ancora: DeGeneres che afferma di "star diventando pazza" perché deve rimanere nella sua enorme casa riceve in risposta delle pernacchie, mentre Britney Spears che invoca lo sciopero generale e la re-distribuzione della ricchezza diventa, di nuovo, un'icona assoluta. Insomma, il mondo dello spettacolo si muove su un terreno sottilissimo, in un equilibrio difficile da raggiungere tra il loro "ruolo" di intrattenimento e schiaffo, dalle alte colline di Hollywood, a chi sta vivendo tra povertà, dramma e disagio. Miseria e nobiltà tornano ad essere dei canoni di riferimento, perché la pandemia entra nelle vita e le stravolge in modo inevitabilmente diverso. E, forse, aveva proprio ragione Nick Cave, quando ha detto al mondo che questo non è il momento di presenziare ad ogni costo, ma di fare silenzio e riflettere, riflettere a lungo.