Ma tu guarda che disastri combinano, le feste comandate, che per senso del dovere famigliare ci fanno lasciare gli smartphone silenti sul fondo della borsa, onde evitare occhiatacce di madri, nonne, zie e suocere che altro non aspettano che vederci fallire sotto il peso della nostra dipendenza da social per poterci fare la regina delle ramanzine. E che cosa va a succedere, proprio la sera in cui i nostri occhi se ne stavano impallati su dodici portate invece che su un troppo piccolo schermo? Che Kevin Spacey, aka colui che è accusato di vari crimini sessuali/comportamenti inappropriati da svariati uomini, ma anche colui che ci ha lasciate orfane di uno dei personaggi di fiction più irresistibili, diabolici e velenosi di sempre, e cioè il Frank Underwood di House of Cards, è tornato a parlare via Twitter, dopo oltre un anno di silenzio. E lo ha fatto proprio la sera della vigilia di Natale, congiunzione temporale che il Premio Oscar, oggi disoccupato, ha comunque voluto celebrare con un devastante grembiule natalizio che invece di renderlo ridicolo lo ha semplicemente reso più ficcante e sinistro che mai. Let me be Frank, si intitola il monologo di Spacey, ovvero un furbo gioco di parole che significa sia "lasciatemi essere franco" che "lasciatemi essere Frank", ovvero Underwood, ovvero l'unica ragione valida per vedere la serie targata HBO che, una volta fatto morire il suo istrione, è perita sotto i colpi di una Robin Wright stucchevole e una sceneggiatura così brutta da fare (quasi) il giro e diventare geniale.
Ma che cosa aveva da dirci, il vecchio Kevin, dopo tutto questo tempo a rispondere con il silenzio alle pesantissime accuse che gli sono state mosse (come accennato, il 7 gennaio Kevin Spacey dovrà presentarsi in tribunale e rispondere dell’accusa di violenza sessuale ai danni di un diciottenne)? Ebbene, ci voleva dire qualcosa che al di là dell'effettiva responsabilità penale dell'attore, ci riguarda nel profondo, e che dovrebbe, fossimo persone così speciali da essere disposte a metterci in discussione, farci riflettere ad ampio, ampissimo raggio. Perché il succo del discorso di quel video da quasi otto milioni di views è che quando scatta la gogna mediatica, il linciaggio, l'epurazione basata non sulle prove provate ma solo sulle dichiarazioni degli accusatori, siamo tutti complici, perché siamo stati tutti silenti spettatori della caccia alle streghe.
"Nonostante le sciocchezze, l’animosità, i titoloni, l’impeachment senza processo, nonostante la mia stessa morte - dice Kevin-Frank con lo sguardo di tutti i suoi personaggi migliori, dal manager spietato de Il prezzo di Hollywood al serial killer di Seven passando per Keyser Söze de I soliti sospetti - mi sento sorprendentemente bene e sono sempre più fiducioso che presto conoscerete la verità". Spacey continua su una doppia linea di interpretazione: "Non crederete al peggio senza prove, no? Non affretterete i giudizi senza fatti, non è vero?" e sì, ci ha fatto sentire terribilmente a disagio, ma mai quanto nel finale, quando ha chiosato: "Se non ho pagato per le cose che io e voi sappiamo ho fatto, certamente non pagherò per quelle che non ho fatto". Insomma, Frank Underwood è senza dubbio tornato, ma per sapere se tornerà anche Kevin Spacey dobbiamo aspettare il 7 di gennaio.