Se vi siete emozionate per il coming out politico di Taylor Swift, che a sorpresa s’è schierata con i democratici sbugiardando tutti quelli (tantissimi) che la credevano una bandiera dell’ultra destra, e se avete creduto che la più appassionata voce pop anti Trump fosse quella della femminista Beyoncè, ebbene dovete ricredervi. Perché, più in sordina e senza bisogno né di post su Instagram né di un battaglione di ballerine vestite da guerrigliere con pugni chiusi a fare da coreografia, c’è una certa Rihanna a dare a tutte lezioni di sinistra.
Riri, infatti, negli ultimi dieci giorni ha fatto due mosse due che da sole bastano a incoronarla pasionaria per eccellenza. La prima, clamorosa è stata rifiutare l'invito della NFL di esibirsi all'Halftime Show del prossimo Super Bowl, in sostegno a Colin Kaepernick, giocatore senza contratto da due anni per essersi inginocchiato durante l’inno americano, in segno di protesta verso la brutalità della polizia statunitense, accusata di violenze inaudite contro la popolazione afro-americana. Il gesto del quarterback ha scatenato l’ira del presidente Trump, quella della NFL, e di buona parte dell’opinione pubblica statunitense. Ma quel gesto ha trovato in Rihanna una sostenitrice senza se e senza ma, tanto che di certo la nostra non sarà sul palco il prossimo 3 febbraio al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, per uno degli show più importanti dell'anno, seguito solo negli States da circa 100 milioni di persone e che raggiunge un audience globale di un miliardo di telespettatori.
La seconda mossa, fresca di una manciata di ore fa, di Riri la rossa è stata, sulla scia di tanti colleghi (ultimo dei quali Pharrell) quella di vietare al presidente USA di usare sue canzoni per accompagnare i suoi comizi. Ma che cosa ha scatenato questa presa di posizione? Ebbene, un, al solito, tweet. A mezzanotte di ieri, infatti, il reporter del Washington Post Philip Rucker ha scritto: "È stato detto milioni di volte, ma ecco la milionesima e uno: i raduni tenuti da Trump sono diversi da qualsiasi altro evento politico. In questo momento, Don’t Stop the Music di Rihanna risuona a Chattanooga mentre i volontari lanciano magliette di Trump nella folla, come a una partita. Tutti ne sono entusiasti.". Dopo pochi secondi gli utenti hanno iniziato a taggare Rihanna sotto il post in questione, attirando l'attenzione della cantante, che in un'ora scarsa ha risposto: "Non ancora per molto… Né io né la mia gente saremmo mai andati a uno di quei terrificanti comizi, quindi grazie per l’avvertimento, Philip!".
Detto fatto: i collaboratori di Trump dovranno depennare anche i brani di Rihanna dalle playlist dei prossimi eventi. Intanto, dichiariamo aperte le scommesse su chi sarà il prossimo artista che vieterà a Donald Trump di usare la sua musica.