"Si dice che la mamma è sempre la mamma e non potrei essere più d'accordo. Averla avuto al mio fianco durante la lotta contro il cancro è stata la fortuna più grande. La famiglia, il mio compagno, gli amici, tutti mi sono stati vicini, ma il ruolo che ha svolto mia mamma durante questo difficilissimo percorso è senza paragoni. È stata con me ogni minuto, dalla diagnosi alla Pet di guarigione, ed è con me sempre in tutte le nuove sfide: mi ha curata, amata, protetta, consolata come solo una mamma sa fare. Durante ogni seduta di chemioterapia, ogni medicazione, ogni ricovero, ogni visita, la sua mano era stretta alla mia e sono sincera quando dico che non so se ce l'avrei fatta senza di lei", racconta Francesca Imberti, una della survivor, testimone per la Fondazione Airc.

Una storia a lieto fine questa e anche esemplare di come la malattia non impatti mai solo sul singolo individuo ma su tutto il suo ambiente, cambiandone dinamiche e aspettative. "Si tratta di un evento che riguarda la famiglia o le persone vicine", spiega la psico-oncologa dell'Istituto nazionale dei tumori Claudia Borreani. "Sebbene la persona malata sia in assoluto la più colpita dall'evento, anche genitori o figli vivono le stesse fasi di adattamento – shock, rabbia, rassegnazione e poi speranza – per poi cominciare un percorso psicologico di riparazione".

In particolare, c'è chi si fa carico, a volte in modo totalizzante, di ogni incombenza pratica ed emotiva, trasformandosi di fatto in un assistente familiare. "Figura che porta dentro di sé una grande sofferenza e che spesso non si sente legittimata a esprimerla. Per questo, noi psico-oncologi aiutiamo a dare un nome a quel dolore, al fine di scongiurare il 'burden del caregiver', una sindrome simile al burnout, che comporta una sensazione crescente di stanchezza ed esaurimento emotivo, ansia e depressione, disturbi del sonno e un generale peggioramento della qualità di vita".

Un peggioramento che potrebbe durare per lungo tempo a causa della cronicizzazione della malattia. "Ci sono infatti patologie che rimangono in cura per decenni con ricadute sul malato e sul caregiver", continua la psicologa. "Per questo è necessario imparare una strategia a lungo termine, che permetta a chi assiste di prendersi i propri spazi per avere le energie fisiche e mentali al fine di svolgere al meglio i suoi compiti quotidiani. Gli ambulatori psicologici per i familiari presenti all'Istituto nazionale dei tumori come in altri ospedali sono lì proprio per questo scopo".

aircpinterest
airc

P.S. Domenica 14 maggio, festa della mamma, torna in piazza L'azalea della ricerca per sostenere il lavoro dei ricercatori Airc nel trovare diagnosi sempre più precoci e trattamenti più sicuri ed efficaci per i tumori femminili. È possibile contribuire anche a distanza ordinando l’azalea su amazon.it. Su airc.it invece sono disponibili gli aggiornamenti della distribuzione.

GLI ESSENZIALI
dock & bay telo mare asciugatura rapida, senza sabbia
courtesy photo
anker 621 power bank ricarica rapida con connettore lightning integrato
courtesy photo
mediterraneo. the passenger. per esploratori del mondo
courtesy photo