A 15 anni Laura Diana pesava 37 chili e continuava a correre senza sosta per smaltire quell’insoddisfazione che non l’abbandonava mai. Oggi nessuno ci crederebbe, perché Laura si è laureata in scienze motorie e una personal trainer molto amata sui social (@LauraDiana000), sempre allegra e carica di energia. Ma per arrivare a tutto questo ha dovuto fare una lunga battaglia contro se stessa, un conflitto che ha deciso di raccontare con grande coraggio nel libro Fino a scomparire, la mia storia di cadute e rinascite, De Agostini, pp. 176, euro 17,90. «Ho scelto di scrivere la mia storia perché volevo raccontare la mia esperienza in modo esaustivo, non sarei riuscita a farlo con un breve filmato sui social».
Quando è iniziato tutto questo?
Alle medie il mio corpo ha iniziato a trasformarsi e io non lo riconoscevo più. Il mio seno era diventato vistoso, io mi sentivo in imbarazzo, le mie compagne di classe mi invidiavano... Un incubo. Così mi gettai sul cibo: mangiare per me era diventato uno sfogo, di conseguenza, avevo accumulato un po’ di grasso. Non era niente di grave, ma all’epoca per me fu un dramma. Decisi che dovevo fare qualcosa.
Così si rivolse a uno specialista.
Il cibo era solo un sintomo, ma io non riuscivo a capirlo, così chiesi a mia madre di portarmi da una nutrizionista. Le dissi che volevo perdere dieci chili e lei, senza fare alcuna domanda, mi disse che si poteva fare. Oggi, con tutta l’esperienza che ho accumulato, mi sembra una follia, com’è possibile che una professionista assecondi, senza porsi alcun dubbio, le richieste di una quattordicenne? Perché proprio dieci chili? Non si rese nemmeno conto che su di me erano troppi. Presi la sua dieta e cominciai a diminuire le porzioni. Oltre a questo non facevo che correre, per calare più velocemente di peso. Le persone intorno a me non capivano, molti mi facevano i complimenti, mi dicevano che ero bellissima.
I suoi genitori però si preoccuparono?
Mi mandarono da diversi psicologi, ma su di me la psicoterapia non ha funzionato: purtroppo non esiste un percorso standard. Ero diventata bravissima a resistere all’impulso della fame, lo consideravo un fantastico esercizio per rafforzare il carattere. Ogni volta che riuscivo a saltare un pranzo, mi sentivo più forte. Questo ovviamente mi ha allontanato dalle mie compagne di classe, perché non avevamo più nulla da condividere e ha messo sotto stress la mia relazione, nonostante il mio fidanzato abbia provato in ogni modo ad aiutarmi restandomi accanto anche nei periodi più bui. Anche la mia famiglia ne ha risentito, eravamo nervosi, tesi e mia sorella, più giovane di me di tre anni, non ha più avuto le attenzioni che avrebbe meritato in un periodo difficile come l’inizio dell’adolescenza, perché i miei genitori erano concentrarti solo sui miei problemi.
Che consiglio darebbe a chi ha un parente nella stessa situazione?
Di non insistere sul cibo, non è lì il problema. Una persona in crisi, messa alle strette sulle calorie, inizia a mentire, dicendo ho già mangiato anche se non è vero. Bisogna andare alle radici del malessere, capire perché uno fugge dalla realtà e non vuole affrontare la vita.
Come ne è uscita?
Non avevo più energie non riuscivo più a fare nulla, capivo che dovevo cambiare. Trovai su internet un istituto di cura nel nord Italia e decisi di lasciare la Sardegna per tentare una guarigione. I mesi trascorsi lì li ricordo ancora oggi con grande piacere, ripresi peso e mi sembrava di aver superato i mie problemi. In realtà avevo solo ricominciato a mangiare, ma non avevo debellato l’infelicità che mi aveva portato a fare quelle scelte. Tornata a casa ebbi una brutta ricaduta e ricominciai a fare sport solo per dimagrire. Fu mia madre a spingermi ad iscrivermi a Scienze motorie. Visto che amavo l’attività fisica, avrei potuto farne una materia di studio. Andai e Parma e mi iscrissi a una palestra di Crossfit.
Lì cambiò tutto.
Un allenatore capì subito la situazione, mi disse che se non avessi cominciato a mangiare in modo adeguato, non mi avrebbe più lasciato entrare. Fu la mia salvezza. Rimodellai il mio fisico in modo sano e, una volta terminati gli studi, scrissi alcuni consigli di fitness sui social. Non ero nemmeno troppo esplicita, ma chi aveva seguito un percorso simile al mio capiva. Cercavo di aiutare chi stava attraversando il mio stesso disagio, dando consigli mirati personalizzati. Il mio procedimento è nato così, unendo lo studio con l’esperienza personale. Oggi ho aperto una mia società e mi occupo di cambiare il corpo delle persone tramite il mio metodo, per venire incontro alle diverse esigenze e rimodellarlo attraverso i pesi, per irrobustirlo e renderlo tonico in modo sano.