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La moda alle Olimpiadi in 10 momenti di gloria

Design arditi e materiali futuristici, haute couture e streetwear negli scatti iconici dai Giochi Olimpici

Di Alessandra Pon
olimpiadi 2024

Come sulle passerelle delle settimane della moda, i Giochi Olimpici hanno sempre visto sfilare, nelle cerimonie di inaugurazione o in gara, design arditi e materiali futuristici, haute couture e streetwear. Ecco i 10 momenti di gloria (fashion) indimenticabili, da ripercorrere adesso.

1920: di tutto punto

suzanne action
Hulton Archive//Getty Images

Pioniera, la tennista francese Suzanne Lenglen, lo è stata davvero in tutto. Dal padre allenatore, che la iscrisse a cinque anni a un club di Nizza nella derisione generale, e ne affinò le doti di mira con l'esercizio del fazzoletto (un piccolo ricamo ovunque sul campo e obbligo di centrarlo), alla scelta di diventare professionista, alla richiesta di un abbigliamento ad hoc. Ad Anversa si presentò in total look Jean Patou: dopo aver già bandito il corsetto a favore della camicetta, indossava una gonna “cortissima” al ginocchio e, al posto del cappellino, una fascia passata alla storia come bandeau Lenglen. Vinse tutto (singolo, doppio, misto), e con gran stile.

1948: olimpiade galeotta

olimpiadi 2024
Getty Images

Lei, Rosita, ha sedici anni e mezzo e l'ha appena visto vincere la sua batteria nei 400 ostacoli. Lui, Ottavio “Tai” Missoni di anni ne ha 27 ed è già stato campione mondiale studentesco prima della guerra, a Vienna, e insieme al compagno di staffetta Giorgio Oberweger ha realizzato le tute di lana per la squadra italiana a Londra. In finale arriverà solo sesto, ma primo nel cuore di Rosita, con cui cinque anni dopo si sposa e apre un piccolo laboratorio di maglieria. Miss(i)oni compiute...

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1988: Miss America

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Getty Images

Il body da corsa (dopo che la sua tuta integrale con spacco vertiginoso era diventata sold out) disegnato da lei, la criniera da leonessa nascosta nel cappuccio aerodinamico e le unghie come artigli, lunghe 15 cm e multicolor: la regina di Seoul, e degli anni '80 per performance e look, è lei, Florence Griffith-Joyner. In breve, Flo-Jo, diminutivo evocativo quanto la sua corsa di donna più veloce di sempre.

1996: un uomo d'oro

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Getty Images

La scarpetta più famosa dopo Cenerentola è la sua, la Golden Spikes di Michael Johnson, che si fece realizzare su misura dalla Nike con un materiale avveniristico in fibra di vetro. Il colore oro lo “condannava” a vincere. E così fu. Qualche mese prima aveva battuto lo storico record di Mennea sui 200 m e ad Atlanta divenne – e lo è tuttora – l'unico a vincere la doppietta 200-400 m. Noblesse oblige.

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2004: (R)estate GIAPPONESE

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Getty Images

Solo i giapponesi, e gli inglesi, sanno essere così avant-garde eppur squisitamente tradizionalisti. Non si parla ancora di estati “impazzite” e cambiamenti climatici, ma la squadra del Sol Levante è già pronta per le meteo-bizzarrìe: il 13 agosto, nell'assolato stadio Spyros Louìs di Atene, si presenta alla cerimonia di inaugurazione con un'esemplare divisa “quattro stagioni”: cappottino a motivo peonie, cappellino da pioggia in tinta e ventaglio d'ordinanza. Il motto è Mostra i tuoi colori ma, attenzione, nell'armonia del tutto.

2004: spacco tutto

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Getty Images

Tipe da spiaggia, ma di quelle toste. Le sprinter giamaicane sfoggiano la prima tuta "con spacco”, un costume monospalla very aggressive. E il risultato parla da sé: Veronica Campbell-Brown (sotto, a sinistra) è la prima caraibica a vincere, ad Atene 2004, tre medaglie: oro nei 200 m e nella staffetta e bronzo nei 100 m.

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2012: corpo a corpo

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Getty Images

Ancor più audaci di un nude look, le star brasiliane del nuoto sincronizzato Lara Teixeira e Nayara Figueira catturano la platea di Londra 2012 con un costume “anatomico” che mostra, sul fronte, cuore e vene e, sul retro, il disegno delle costole. La cuffia? La mappa del cervello!

2012: que viva mexico!

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A decretare la fine, un'edizione per tutte, della divisa olimpica intesa come uniforme sportiva ci pensano allegramente loro, gli atleti della delegazione messicana - la carga de los 99 - che si ammantano di un coloratissimo poncho a Londra 2012. Muy muy folklórico, no?

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2021: super new

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Getty Images

Il nuovo avanza, velocissimo! Ai Giochi di Tokyo 2020, svoltisi un anno dopo causa pandemia, debutta lo skateboard e, a vincere la competizione femminile, è una giovanissima Momiji Nishiya, appena 13 anni. Potrebbe mai vestirsi come un “collega” di vent'anni? La sua divisa, paesaggi giapponesi e skyline di Tokyo, è disegnata dall'artista olandese Piet Parra per Nike. Streetwear al potere.

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