A una fermata sulla linea Inokashira dalla caotica stazione di Shibuya, baluardo della più tranquilla città di Setagaya, Shimokitazawa per gli appassionati del vintage è un’istituzione. Pochi incroci di strade straripanti di relle, vestiti appesi alle pareti e tavoli imbastiti su casse di birra, gremiti di giovani dall’aria finto trasandata con la chitarra in spalla, a caccia della prossima jam session o del prossimo concerto. Sì, perché questo è un po’ il quartiere bohémien, quello dei musicisti, degli artisti, dei creativi di qualsiasi tipo, di chi lavora nei bar con la musica dal vivo e di chiunque cerchi a suo modo di combattere le stringenti aspettative imposte dalla società giapponese, il quartiere degli outsider, insomma. Come per la maggior parte delle zone di Tokyo note per la loro forte identità, purtroppo anche questa, dopo essersi conquistata quindici anni fa l’odioso marchio di garanzia di “quartiere hipster”, è stata vittima di gentrificazione e oggi si presenta decisamente più turistica, tuttavia la comunità di chi vive, lavora, suona, crea, esce a Shimokitazawa rimane molto legata e viva. La cosa bella di quest’area è proprio il senso di appartenenza, il riconoscere le stesse facce, l’idea di muoversi in una dimensione intima ritagliata all’interno della più grande megalopoli del mondo. E, naturalmente, l’infinità di negozi vintage che si srotola davanti agli occhi appena usciti dalla stazione. Quando si tratta di anticaglie e second-hand, qui si trova un po’ di tutto.



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Francesca Milano Ferri

Rispetto ad Harajuku, lo stile che va per la maggiore è casual, street, reinventato e mescolato con pezzi d’epoca. Dato che molti avventori sono musicisti non è raro imbattersi in look pazzeschi che sembrano tirati fuori dagli anni ‘70. Ad ogni modo, come mi spiega Sho della boutique Aung Lang Sun “è un luogo in cui convivono diverse idee di moda”. E se tra i negozi migliori per fare affari ci sono senza dubbio le storiche catene disseminate un po’ in tutto il Giappone – TreFac, 2nd Street e a volte Kinji per i marchi più noti; Anchor, Flamingo e Chicago per abbigliamento casual carino e occasionalmente capi tradizionali – per le vere chicche, i capi più particolari e gli statement piece bisogna cercare in piccole boutique indipendenti, nate dalla passione di proprietari che sono veri e propri cultori del vintage e second-hand, che passano la vita tra viaggi e ricerche assidue per mettere insieme una collezione unica. Ecco una selezione degli indirizzi da visitare assolutamente e salvare per il prossimo viaggio a Tokyo.

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Francesca Milano Ferri

Brief Brief

Akiko ed Emi si sono conosciute in una live house del quartiere e, unite dall’amore per la musica e per il vintage, hanno aperto 12 anni fa questo piccolo negozio a pochi passi dalla stazione di Shimokita. È uno di quei posti in cui si capita per caso o portati da un amico, perché su Google Maps compare solo cercandolo in giapponese (ブリーフブリーフ), e dentro si può trovare letteralmente di tutto: giacche super decorate, jeans remake, anelli di ogni tipo, borse e cinture in cuoio in stile western, tante T-shirt con grafiche brillanti, marchi di streetwear per veri cultori, inframezzati da gadget ironici a sfondo erotico, piccole mascotte dimenticate, orologi da bambini che si illuminano con sopra stampati Hello Kitty e i suoi amici. Il tema è: cose strane. Le proprietarie vanno in giro per il mondo e setacciano i negozi vintage e i mercatini delle pulci alla ricerca di oggetti e capi strani, divertenti, dissacranti, kawaii, in ogni caso fuori dal comune e la collezione confluisce qui: in questo piccolo covo dove, se vi capita di fermarvi per un po’, potreste essere fortunati abbastanza da farvi offrire anche un caffé o una tisana.

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Christopher J Argentino
Brief Brief /@xbriefsxbriefsx

Aung Lang Sun

Selezione pazzesca di capi, ambiente sofisticato. Nonostante abbia aperto da solo tre anni è una boutique con un’identità precisa, che si specializza in capi animati da fantasie, colori, giochi di texture interessanti, di qualsiasi periodo. Pensate a bellissimi pezzi ricamati, jacquard in stile tappezzeria, frange, cappotti e completi giacca-pantalone dal fit perfetto e dal carattere tra il sartoriale e il bohémien, che riflette il mood che va per la maggiore a Shimokitazawa. Ma c’è anche una buona selezione di capi più urbani, sofisticati e look total black, di cui è grande fan Sho, che lavora qui e descrive il quartiere come un luogo vibrante e vario “in cui c’è chi costruisce il proprio stile partendo da abiti anni ‘40, chi mescola pezzi eccentrici, vintage”. Così, anche quello che si può trovare da Aung Lang Sun: una selezione molto accurata, varia, di pezzi davvero irripetibili.

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Christopher J Argentino
Auld Lang Sun / @a.l.s.vintag

Charoll

Se tutta Shimokita vira più sullo streetwear, con incursioni Y2K e richiami rock, questo minuscolo negozietto è un’oasi per tutti gli amanti di uno stile lezioso: una casa delle bambole in miniatura, un po’ cottagecore, un po’ boudoir. Ci sono corsetti in seta rosa confetto e Mary Jane laccate di Carel Paris, abiti di Gunne Sax – da veri collezionisti del periodo hippy – e camicie da notte in organza. E poi cigni, cigni ovunque, che decorano le grucce, le pareti, i cestini da picnic. È l’animale della proprietaria Chisako, che è tornata in Giappone dopo un’esperienza a Londra, portandosi dietro l’amore per la moda occidentale del passato. Per chi ama le cose ultra girly, fiocchi, pizzi e Picnic ad Hanging Rock.

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Christopher J Argentino
Charoll / @charollvintage

Dylan

Un’istituzione di Shimokita – dove il negozio ormai ha due punti vendita. L’insegna da vecchio cinema cattura subito l’attenzione e l’atmosfera d’altri tempi che si respira dentro avvolge e cattura, con le pareti scarlatte, le tende in velluto drappeggiate, i tappeti persiani e gli scaffali ricolmi di blue jeans. Per qualsiasi cosa vagamente americana, dalle giacche in pelle da motociclista al denim, passando per camicie da boscaiolo, gilet da musicista Seventies e abiti da casa nella prateria, questo è il posto giusto.

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Christopher J Argentino
Dylan / @dylan_tokyo

Pug

Anche qui siamo davanti a uno spazio davvero unico, tra tappeti persiani, lampadari antichi, luci al neon, divani in pelle nera e vecchi televisori ammassati alle pareti. La selezione è eclettica come l’atmosfera che si respira all’interno, con un focus molto forte sul remake. In particolare, ci sono tantissimi jeans a zampa e felpe oversize rilavorati con tappezzerie, completi sartoriali verniciati e dipinti a mano o arricchiti di drappeggi e ruches, eleganti e teatrali. Lo stile qui racchiude tutti i crismi di Shimokita: il mix di streetwear e formale, la stratificazione, il gioco di pattern, fantasie e texture.

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Christopher J Argentino
Pug / @pug__tokyo