Con il suo nome evocativo, Karl Lagerfeld tramò la lana dei pull della Resort del 2019, oltre a battezzare l’enorme transatlantico che campeggiava a scenografia della pedana allestita al Grand Palais, in omaggio alla tradizione delle croisiere brevettate da Coco. Si chiama così anche una fragranza de Les Exclusifs de Chanel, soluzione alchemica di iris pallida, bacche di rosa e vetiver, suggestionata dalla botanica di quel giardino svettante sulle acque calme del Mediterraneo che fu buen retiro della rivoluzionaria stilista.

Un buen retiro per artisti e creativi

La Pausa; villa sulle alture di Roquebrune-Cap-Martin, dai muri cementati di storie, arte e conversazioni fitte di chissà quali segreti tra un drappello di personalità di spicco della cerchia di Coco, riaprirà i battenti il mese prossimo pronta a (ri)divenire residenza d’artista, nonché rifugio per i team creativi di Rue Cambon che qui potranno soggiornare alla ricerca di suggestioni, proprio come fatto a suo tempo dalla fondatrice. “A La Pausa, daremo nuovamente vita a nuove idee che altrimenti non avrebbero la libertà, le risorse o lo spazio per svilupparsi, come estensione del mecenatismo e dell’elevata ospitalità che Mademoiselle Chanel offriva nel periodo di massimo splendore della villa”, ha dichiarato infatti in una nota stampa riportata da WWD, Yana Peel, presidente del settore arte, cultura e patrimonio di Chanel.



Un restauro fedele al sogno di Coco

Restaurata oggi con fedeltà dall’architetto amico della Maison Peter Marino, la storica dimora venne fatta costruire da Gabrielle Chanel nel 1928 divenendo l’unica proprietà da lei stessa progettata e arredata. La realizzazione, affidata al giovane architetto di origine belga Robert Streitz, ultimò nel 1930 e il suo leggendario nome, La Pausa, si dice traesse ispirazione dalla cappella che un tempo sorgeva sul sito e dove Maria Maddalena avrebbe sostato, appunto, durante il suo viaggio da Gerusalemme. Incastonata tra ulivi, con vista mozzafiato sulla Côte d’Azur da un patio circondato di lavanda e gelsomino, la dimora è composta da tre unità, tutte ammobiliate con quel gusto moderno che, del resto, caratterizzò anche la stessa moda di Coco. Pareti bianche e porte in legno, un camino incorniciato da una boiserie davanti al quale Gabrielle pare sostasse durante i pranzi, un ampio salone punteggiato da due divani in velluto malva e tappeti persiani, mobili spagnoli e rococò, nonché una grande scalinata d’ingresso suggestionata dall’architettura dell’ex abbazia (poi orfanotrofio) di Aubazine dove Coco trascorse la sua adolescenza, costituiscono gli eleganti interni della villa ripristinati oggi con genuinità.

Unica eccezione; il bagno a specchio, immaginato da Marino in omaggio al mitologico design dell’atelier di Rue Cambon ma, l’intero restauro, richiama “l'epoca in cui la casa è stata costruita, come se Mademoiselle Chanel avesse lasciato la stanza solo cinque minuti prima. L'autenticità e la storia de La Pausa erano fondamentali”, come ha raccontato Marino a WWD. Perfino il “gioiello” della villa, ossia la camera da letto di Chanel, conserva gli specchi barocchi, la lampada da comodino e la seduta Luigi XII che furono di Coco, nonché la testata in ferro battuto riacquistata dalla Maison ad un’asta nel 2019. La Pausa, in effetti, venduta da Chanel nel 1954 a seguito della morte del Duca di Westminster, venne acquistata completamente arredata dall’autore ed editore americano Emery Reeves che, nel solco della tradizione cominciata da Gabrielle, ospitò nella dimora amici di spicco quali Greta Garbo, Jackie Onassis e Winston Churchill che raccontò di aver scritto proprio tra le mura della villa alcune parti del suo History of the English Speaking Peoples.

Una casa abitata da storie e leggende

Eppure, cristallizzate nella memoria di un passato tra arte e moda, a rimanere sono soprattutto i nomi dei personaggi mitologici che frequentarono La Pausa: da Salvador Dalì a Misia Sert, da Jean Cocteau a Paul Iribe, da Pierre Reverdy a Serge Lifar, da Luchino Visconti a Colette, in un andirivieni di celebrità che rese la villa il rifugio perfetto – libero, rilassato, privo delle costrizioni e della frenesia della quotidianità, in una natura circondata da ulivi e magnolie – per artisti e pensatori.

La rinascita culturale di La Pausa

Un buen retiro che, riacquistato dalla Maison Chanel nel 2015 e dopo i pluriennali lavori di restauro, si appresta oggi a ripristinare la sua missione d’origine, divenendo residenza d’artista che ospiterà sin da subito, ad esempio, un gruppo di intellettuali del mondo dell’arte in arrivo da Art Basel, nonché, a novembre, il primo ritiro ufficiale di scrittori.

Un libro per raccontare La Pausa

Infine, per storie e aneddoti su passato e presente della villa del cuore di Coco, vedrà la pubblicazione a settembre il coffee table di 350 pagine dal titolo La Pausa: The Ideal Mediterranean Villa of Gabrielle Chanel, tomo illustrato edito da Flammarion in francese e inglese, spaccato di un’epoca (ir)ripetibile e oggi tutta da sfogliare, tra scatti d’archivio e documenti inediti. Come si dice; “se quei muri potessero parlare”…