Anatomia della giacca antipioggia: pieghevole, ingualcibile, pop. In tessuto ripstop a sfidare ogni clima, una zip centrale confinata in tre bande colorate, e un fit regolare pronto a ridursi in una tasca marsupiale che ha contraddistinto le gite scolastiche (e non solo) di un’intera generazione. Così celebre e atemporale, da aver trasfigurato il suo nome di battesimo in un lemma da Treccani: K-Way®, l’unico e solo impermeabile che da sessant’anni è must del guardaroba di tutti, emblema di funzionalità che mette al riparo, oggetto di culto da sfoderare “in caso di”. Così, in effetti, avrebbe voluto chiamarlo il suo inventore, l’imprenditore Léon-Claude Duhamel che lo brevettò in una piovosa Parigi del 1965. Poiché la storia è di quelle dal sapore leggendario: “Ero seduto a un tavolino del Café de la Paix – raccontò qualche tempo fa Duhamel a la Repubblica –, quando vidi una signora che aveva una specie di giacca di nylon rosso. Presi un appunto e più tardi, quando lo riguardai, mi venne l'idea: studiai una soluzione che permettesse di non bagnarsi quando piove e che al tempo stesso non fosse ingombrante come un ombrello”.
Et voilà, il K-Way®; soluzione à la mode che ha superato indenne la prova del tempo attestandosi a icona di armadi, valigie e dizionari, con quel termine musicale che fu esito di una mediazione linguistica tra l’en cas de di Duhamel, e il suono americano in voga all’epoca del brevetto, e voluto dal pubblicitario Jean Castaign. Un’intuizione che arrivò sotto la pioggia di Parigi e in poco tempo raggiunse il mondo; 250mila pezzi venduti nel solo primo anno di commercializzazione, e un nome che i primi Ottanta registrarono alla lettera K del vocabolario, volgarizzandolo: “Giacca a vento con cappuccio, molto leggera e impermeabile, ripiegabile e riducibile in forma di borsetta da allacciare alla cintura”.
A questo mito della moda, sarà dedicata la mostra In Y/Our Life – the hidden side of everyday things, un progetto multidisciplinare e itinerante che esplorerà la poesia del quotidiano di quegli oggetti che, come il K-Way®, sono ormai immediatamente riconoscibili, essendo entrati di prepotenza nella routine di tutti. Bic®, Borotalco®, Borsalino®, Chupa Chups®, Bialetti®, Moleskine®, Pongo®, Polaroid®, Post-it®, Rollerblade® e Scotch® saranno infatti tra i protagonisti di questa retrospettiva che farà tappa a Milano, al museo della Permanente, dal prossimo 26 febbraio e in sinergia con la Fashion Week, in una celebrazione dei sessant’anni del brand dell’impermeabile, così come di quel design che ha impattato culturalmente la nostra quotidianità.
L’esibizione, curata da Nova Express e dal suo editor in chief Gianluigi Ricuperati, sarà suddivisa in tre sezioni, con la prima dal titolo Happy when it rains, dedicata alla storia di K-Way®, in una riscoperta dell’archivio del brand che si avvarrà di una selezione di sessanta pezzi a raccontare genesi ed evoluzioni contemporanee di questo inossidabile dei guardaroba. Nella seconda sezione, invece, ci saranno quelle Everyday Icons ormai cristallizzate nell’immaginario comune, e qui raccontate attraverso prototipi, pubblicità, oggetti storici, nonché video e testimonianze che condurranno alla scoperta della loro evoluzione nel tempo.
Infine, In Y/Our Life esporrà le opere di tredici creativi di fama mondiale – Francesca Casale, Serafin Gerber, Agostino Iacurci, Koo Jeong-A, Eva Jospin, Masha Leonenko, Tomáš Libertíny, Andrea Magnani, Emiliano Ponzi, Luisa Rabbia, Leanne Shapton, Patricia Urquiola e Olimpia Zagnoli –, che attraverso la loro arte condurranno alla scoperta del lato nascosto di oggetti quotidiani diventati mito. La mostra, da Milano, viaggerà poi il mondo, facendo tappa a Photo London, e poi ancora a Frieze Seoul e Art Basel Paris, celebrando una leggenda antipioggia che da sessant’anni è feticcio di una moda (non solo) a prova di acquazzone.