Stando alla terza edizione del report redatto da Boston Consulting Group in partnership con Vestiaire Collective, il vintage oggi vale tra i 100 e i 120 miliardi di dollari. Ma c’è di più, poiché il mercato è destinato a crescere annualmente del 20-30% nei prossimi tre anni, trainato da un approccio dei consumatori sempre più orientato alla circolarità, nonché dal rapporto qualità prezzo dei prodotti cosiddetti pre owned o pre loved. Eppure, a giustificare la passione per l’usato di lusso, non è sufficiente la ritrovata coscienza ambientale ed etica, né tantomeno il proliferare di piattaforme fisiche e virtuali dedicate alla rivendita di abiti di seconda mano. È una passione capillare che coinvolge tutti: dalla star sul tappeto rosso che si trasforma in totem di iconicità rileggendo il passato, al designer impegnato in pratiche archeo-filologiche, al collezionista che rimpiazza il consumo compulsivo con quello culturale, al comune mortale che legge l’abito d’antan come veicolo di memoria o amplificatore della propria identità. Poiché possedere un capo di seconda mano – specie nell’attuale era digitale – significa aggiungere fascino e rarità al guardaroba, significa rileggere un passato altrimenti perso, (ri)contestualizzandolo secondo il proprio stile. Ebbene, se siete parte di questo ultimo e oggi non più marginale gruppo di appassionati al one more time, conoscere come prendersi cura dei propri capi vintage potrebbe tornarvi utile. Ecco perché noi di elle.it abbiamo stilato una mini guida in cinque atti per aiutarvi nel preservare al meglio questi tesori intrisi di storia ed unicità. Un patrimonio da valorizzare, indossare e, possibilmente, tramandare; dedicando a ciascun pezzo la giusta cura. Fare swipe up per scoprire come.

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Catherine McQueen//Getty Images

Come prendersi cura dei vestiti vintage: studiare il materiale

È la base. Cotone, lana, seta, raso o pelle sono, ovviamente, tessuti diversi e in quanto tali necessitano di lavaggi differenti, ecco perché è bene controllare sempre l’etichetta con la composizione del capo o, nel caso in cui sia mancante, rivolgersi ad un professionista. Molti indumenti poi, non sono adatti al lavaggio casalingo, mentre per quelli “nemici” dell’acqua, c’è una sola e unica opzione: il lavaggio a secco in lavanderia. Occhio poi alla struttura dell’indumento; paillettes, decorazioni e bordi in pelliccia, ad esempio, non andrebbero lavati così come tutti quei capi con spalline o dalla fodera interna a differire dal tessuto esterno di confezione. Last but not least; un suggerimento tanto banale quanto prezioso e lavarsi le mani prima di procedere a qualsiasi lavaggio è cosa buona e giusta, poiché per quanto possiamo essere convinti di avere delle mani linde e asciutte, abbiamo sempre piccole quantità di grasso depositate sulla pelle che potrebbero rovinare i nostri capi vintage.

Come prendersi cura dei vestiti vintage: lavare a mano

Ebbene sì; il lavaggio a mano è il metodo più delicato per trattare i capi vintage. Vi basterà riempire una bacinella (o il lavandino) con acqua fredda o tiepida, e utilizzare un detersivo delicato. Poiché le fibre quando bagnate sono molto più fragili, è consigliabile toccare il meno possibile il capo durante il lavaggio. Come? Sul sito Vintage Italian Fashion, ad esempio, suggeriscono di stendere il più possibile l’indumento all’interno della vasca che si intende utilizzare e poi far scorrere l’acqua di modo tale da garantire un abbondante risciacquo, pur stressando il capo al minimo. Lasciare l’indumento in ammollo per non più di trenta minuti e premere con cura (non strizzare) per eliminare l’acqua in eccesso. Faticoso ma a prova di abito âgé e di super-lusso.

Come prendersi cura dei vestiti vintage: in lavatrice (con attenzione)

Denim, maglie pesanti e in generale tutti i capi più tenaci e robusti sono adatti anche al lavaggio in lavatrice. Con uno (anzi tre) però. Innanzitutto è bene rivoltare i capi al rovescio e inserirli all’interno di una borsa retata ad aggiungere uno strato di protezione durante il lavaggio. Selezionare un programma per delicati e – terza indicazione per tutti quei capi vintage più fragili – assicurarsi di opzionare un ciclo a bassa centrifuga, avendo cura di togliere il capo dalla lavatrice non appena terminato il lavaggio per evitare le famigerate pieghe. Tip aggiuntivo (e furbo): se avete un abito dai bottoni preziosi (tipo un Chanel qualsiasi, per citarne uno) prima di lavarli avvolgeteli in carta d’alluminio, eviterete che si rovinino durante il lavaggio.

Come prendersi cura dei vestiti vintage: asciugare all’aria (o su un panno)

Saranno pratiche e ultra-rapide, eppure le asciugatrici sono il male di tutti i bucati, figuriamoci se vintage. Calore e centrifuga possono portare ad un’usura prematura delle fibre, riducendo conseguentemente la durata degli abiti, ecco perché è d’obbligo preferirgli una sana asciugatura all’aria aperta. Gli esperti consigliano, in alternativa, anche un asciugamano pulito su cui stendere l’indumento, arrotolandolo all’occorrenza per eliminare l’acqua in eccesso. Prestare attenzione, poi, a ciò che si appende: sì ai capi leggeri, no a quelli pesanti, mentre le comuni grucce in metallo vanno obbligatoriamente evitate, prediligendo grucce in legno o imbottite che non deformino il tessuto.

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Betsie Van der Meer//Getty Images

Come prendersi cura dei vestiti vintage: conservali (bene)

La conservazione è un aspetto fondamentale nella cura dei capi vintage. I nostri abiti d’antan devono essere conservati in un luogo asciutto, lontano dalla luce diretta del sole che potrebbe sbiadire i colori mentre – nel caso di capi particolarmente pregiati o fragili – è vivamente raccomandato l’uso di custodie a proteggere da polvere, luci e insetti. A tal proposito, per allontanare le fastidiose tarme, fare affidamento a prodotti naturali come cedro o lavanda che, in aggiunta, lasceranno anche un gradevolissimo profumo al guardaroba che male di certo non farà.

Insomma; occorre attenzione e dedizione, ma solo così i nostri capi vintage continueranno a brillare di unicità ancora per molti anni. Raccontando la loro, affascinantissima storia.

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