Per la Gen Z la categoria di intrattenimento preferita su cui davvero vale la pena spendere è la moda. Non i videogiochi, non la musica, non l'uscire a mangiare fuori. Il mondo del fashion lo sa bene e ultimamente lo scopo dei grandi marchi di lusso è accaparrarsi anche quella fetta di mercato che, soprattutto negli Stati Uniti, sa plasmare la cultura e muovere l'economia. Una generazione che infatti rappresenta il 25% della popolazione e che a differenza delle altre generazioni, è cresciuta sotto la lente della tecnologia fin dall'inizio. Tecnologia e social che per questa generazione servono a esprimere se stessi e non una versione costruita di sè. Siamo ad esempio nell'era di BeReal, il social anti Instagram, che promuove l'autenticità della vita quotidiana. Ma c'è una tendenza che sembra andare contro ogni aspettativa verso il lato opposto di questo approccio reale e autentico e riguarda la moda contraffatta. Nell'ultimo rapporto Insights di BoF sulle abitudini dei consumatori della Generazione Z, il 54% degli intervistati ha infatti dichiarato di pensare che sia moralmente accettabile acquistare e utilizzare beni di lusso falsi. Perché?
Come dicevamo sopra, la Gen Z è quella decisamente più pragmatica, immersa totalmente nell'era del realismo. Se stare al passo con le mode è diventato sempre più difficile, poiché i social media hanno accelerato la formazione delle tendenze, molti Gen-Zers hanno invertito la rotta, creando loro la moda del momento, adattando pezzi rappresentativi di determinati stili nei loro look personali. Frenati però dai prezzi sempre più alti dei grandi marchi del lusso, per dar vita al proprio stile sono disposti quindi a concedersi anche pezzi fake delle firme più in voga, alimentando così la domanda di dupe, istigata ancor di più dall'accesso sempre più facile ai falsi. D'altronde, anche se non sono schiavi dell'ultima tendenza del momento, per loro, come per molte altre generazioni, vestirsi alla moda è uno dei mezzi più importanti per aumentare la fiducia in se stessi e per comunicare la propria identità. Inoltre la dinamica del fast fashion ha enormemente contribuito a creare la mentalità del "poco valore", dell'acquisto d'impulso, aumentando sempre più il fenomeno dell'usa e getta, legittimando quindi, se vogliamo, anche la pratica dell'acquisto di pezzi contraffatti, che proprio perché non di marca possono avere un ciclo di vita breve, proprio come le manie dettate dalla moda.