Come una cometa passeggera, che nessuno mai dimenticherà però d’aver visto, così l’era di Daniel Lee alla direzione creativa di Bottega Veneta si è consumata (bruciando e dando il massimo di sé) in soli tre anni. New Bottega – come l’avevano rinominata i più appassionati all’esprit della maison – è stata ribattezzata sui social, a poche ore dalla notizia, come Old New Bottega. Ironia (della sorte) a parte, nuovi rumours tra addetti ai lavori vociferano che sia tempo per il designer inglese di rientrare a Londra, dove ricoprirà lo stesso ruolo nel quartier generale di Burberry (dobbiamo aspettarci un’uscita di scena anche dall’attuale direttore creativo Riccardo Tisci, quindi?). Chiacchiericcio a parte, una domanda resta: perché Daniel Lee lascia Bottega Veneta dopo così poco tempo al timone?
“Quello che Bottega Veneta rappresenta per me è un idea di lusso autentico che non credo si veda tanto in giro al momento”: così si era espresso, in un’intervista con Vogue, Daniel Lee nel 2018. Il 1° luglio di quell’anno era entrato a far parte della grande famiglia della casa di moda italiana ben consapevole del contributo che la sua cifra stilistica – ispirata anche dagli anni accanto a Phoebe Philo – avrebbe apportato: un’epoca gloriosa, un momentum (storico) di ritrovato splendore che avrebbe permesso a Bottega Veneta di diventare un brand desiderato e bramato da tutte le generazioni. E così è stato: tutto ciò che Daniel Lee poteva offrire a Bottega, è stato offerto. Esclusività, hype, inclusività generazionale, creazione di nuovi pezzi iconici che rispettano l’heritage e i codici identificativi – come il motivo “intrecciato” signature – della maison. La Cassette Bag ripensata da Daniel Lee per Bottega Veneta è diventata in poco tempo la it bag più desiderata dalle it girls: l’abbiamo vista in tutti i colori e ci siamo chieste se fosse stata (solo) una meteora feticcio del momento. Altroché: chi ha amato l’era di Daniel Lee, ora conserverà la propria Cassette Bag come una reliquia sacra. Ma allora perché il designer inglese 35enne va (già) via?
La fashion news che chiude il 2021 in casa Bottega Veneta annuncia la dipartita di Daniel Lee come un fulmine a ciel sereno. Nessuno se l’aspettava, considerando che meno di un mese fa la maison ha sfilato a Detroit, negli USA, portando in passerella il terzo capitolo di quello che avrebbe dovuto essere il lungo progetto Salon (di cui è lecito domandarsi se verrà continuato e da chi). Ne avrebbe avute ancora, di pagine da scrivere, il format che aveva concepito Daniel Lee per spezzare il legame con i calendari ufficiali delle fashion week internazionali.
Come da manuale, anche per questa uscita di scena tutte le dichiarazioni sono blande e politically correct. Stando al comunicato stampa rilasciato dalla maison, Bottega Veneta e Daniel Lee hanno deciso di comune accordo di mettere un punto alla loro collaborazione. “Vorrei ringraziare Daniel per la sua dedizione alla maison negli ultimi tre anni – ha dichiarato Leo Rongone, CEO del marchio. - Ha portato all’interno di Bottega Veneta una prospettiva fresca e un rinnovato senso di modernità, pur continuando a nutrire rispetto per l'eredità 50ennale del brand. La notevole crescita del marchio negli ultimi tre anni testimonia il successo del suo lavoro creativo”.
In quanto brand appartenente al portfolio di Kering, anche François-Henri Pinault - CEO del gruppo lusso – ha commentato l’uscita di scena del direttore creativo originario di Bedford: “Sono molto grato a Daniel per aver portato la sua passione ed energia in Bottega Veneta. La sua visione così singolare ha reso contemporaneo il patrimonio della maison e lo ha riportato al centro della scena della moda. Vorrei ringraziarlo personalmente per il capitolo unico che ha scritto nella lunga storia di Bottega Veneta”.
E infine, come un’étoile che torna in scena dal dietro le quinte per un ultimo lungo applauso, anche Daniel Lee (che in tutti questi anni raramente ha rilasciato interviste) saluta il suo appassionato e meraviglioso pubblico: “Il mio capitolo in Bottega Veneta è stata un'esperienza incredibile - afferma - sono grato di aver lavorato con un team eccezionale e di talento e sarò per sempre grato a tutti coloro che hanno contribuito alla creazione della nostra visione. Grazie a Francois-Henri Pinault per il suo supporto e per l'opportunità che mi ha dato nel far parte della storia di Bottega Veneta”. Applausi, chiusura sipario.