È tornata la moda. Ottimista e sognante, soave. Un po’ più consapevole. Meno sfacciata. Spesso sobria e minimale. Ma mai noiosa. Anzi, sempre attenta a non ripetersi, persino quando riprende vecchi codici e rispolvera annate memorabili. Volatile e solida, come gli alberi dalle radici tentacolari e le fronde lunghe che si sbracciano al vento. È tornata in passerella – nella prima versione digitale post-covid – mixando collezioni (uomo, donna, resort, haute couture) e inventando linguaggi nuovi per sopravvivere ai “tempi difficili” e a tutte le restrizioni portate dall’emergenza sanitaria: installazioni, short movies, look book animati, sperimentazioni che mettono insieme forme espressive diverse, dal cinema all’arte, dalla musica al disegno, in una sorprendente miscellanea. Ed è stata bellissima.
Che cosa è cambiato? Il desiderio di comunicare. Non solo abiti ma pensieri, messaggi elaborati nei lunghi mesi in cui il mondo si è fermato e ci ha insegnato a guardarci “dentro” e a guardare oltre. Ogni cosa è altro e di più di ciò che si vede. Anche un vestito. Dietro c’è la ricerca dei tessuti, il lavoro delle sarte, l’attenzione a certi valori. Niente è più dato per scontato. E cosa ci è mancato? Tutto e niente. È rimasta l’essenza, è venuta meno la presenza. Quella magia che sempre si crea nelle esperienze dal vivo: un concerto, uno spettacolo a teatro, un’opera d’arte vista di persona. Emozione a cui pochi impavidi non hanno voluto rinunciare, organizzando défilé contingentati e distanziati: chi nel cuore di Milano (Veronica e Kean Etro), chi dentro il campus di un’eccellenza sanitaria, l’Humanitas University (il duo Dolce & Gabbana, nella foto in alto), a rimarcare che la moda non è pura estetica e vanità, ma anche business, un business che può aiutare la ricerca.
Prove tecniche di Fashion Week in attesa di settembre. Che già si preannuncia meno digital e più phygital, cioè “in presenza” ma con formula shakerata. Intanto con le sfilate, ci è tornata la voglia di comprare. Con più parsimonia e meno incoscienza. Ma immutato godimento. Dopo mesi di astinenza, di cene ed eventi saltati, di riscoperta sobrietà, pensavo che fosse passato, come il batticuore: e invece eccolo che ricomincia a rollare e fremere, a strattonare contro ogni ragionevole legge di necessità, quel desiderio matto di entrare nei negozi “a farsi un giro” e provare e ammirare, guardarsi allo specchio roteando su se stesse, sentirsi belle e felici per un po’, e passare alla cassa. Qualcuno lo chiama revenge shopping, shopping da vendetta. Il lungo periodo di clausura forzata e di incertezze può avere questo come effetto, dicono gli esperti: un incontrollabile bisogno di rivalsa, un’ansia sana di gratificarsi, godere dell’effetto terapeutico di un vestito nuovo, per proiettarsi con entusiasmo nel futuro (con outfit possibilmente all’ultima moda). Più spendi più sei ottimista, sostengono gli economisti. E io, purtroppo, lo sono moltissimo. Però mi concentro sui “beni rifugio”: giacche dal taglio impeccabile, camicie passepartout, trench all’inglese con tutte le possibili varianti, basic pensati per resistere al tempo. Cose che durano insomma. Da passare alle figlie e alle figlie delle figlie. È un po’ come investire negli immobili, mi dico: non è frivolezza, è lungimiranza.
I saldi d’agosto non sono riusciti a fare il miracolo: tornare a riempire i negozi. Ma con pazienza ci si sta lavorando. Intanto allungando la durata dei capi: non più cappotti e stivali a ferragosto, ma ancora scamiciati e sandaletti. Basta correre! Scavalcare il presente per essere già oltre, anticipare le stagioni, precorrere le tendenze, fare le gare a chi arriva primo. Accumulando montagne di invenduto. Sprecare è un lusso che non ci si può più concedere. Meglio produrre meno ma in modo più oculato, sano, etico. È questa la moda che ci piace. La moda che indosseremo. E visto che i consumi saranno più prudenti, cominciate fin da ora a decidere su cosa puntare.
In questo numero di Elle trovate tutto il meglio delle nuove tendenze d’autunno. Una guida ricca e ragionata fatta dalle nostre fashion editor per guidarvi negli acquisti della prossima stagione. Quando il futuro non dà certezze, possiamo chiuderci in casa oppure uscire e affrontare l’ignoto. È allora che viene in soccorso la moda. Mai sottovalutare il superpotere che può dare un vestito azzeccato.
P.S. Il prossimo numero di Elle ti aspetta in edicola dal 27 agosto