C’è stato un tempo in cui le maglie da calcio erano un abbigliamento destinato a giocatori sul campo e tifosi sugli spalti. Al tempo, le maglie non presentavano un design preciso o iconograficamente connotato: erano poco più di una T di tessuto con banda diagonale e numero identificativo. E così è stato fino agli anni Novanta circa, quando è diventata consuetudine della squadre rilasciare una nuova maglia all’anno, spesso fino a tre: una per le partite in casa, una per le trasferte, e una terza per occasioni speciali. Nel tempo i cambiamenti hanno assunto una natura sempre più cosmetica, a discapito della funzionalità che di norma si associa allo sportswear: un coletto diverso, un orlo ripiegato, una rifinitura, una riga di colore. Non ha torto la giornalista Rory Smith quando sostiene che si tratta di “puro capitalismo senza filtri”.
Il ritorno delle maglie da calcio nella moda pop
Ad ogni modo, le maglie da calcio sono diventate una nuova categoria della moda mainstream a partire dagli anni Dieci e come conseguenza di una serie di momenti pop che le hanno riportate nel perimetro della Fashion Industry. Tra questi, la maglia del PSG del 2006-2007 ispirata a Louis Vuitton; quella della Juventus indossata da Drake nel 2016; poi la divisa della Nigeria per la Coppa del Mondo 2018. Associata a un grande torneo e disegnata dall’artista americano Matthew Wolff come tributo alla prestazione della nazione africana, la maglia della Nigeria aveva assunto vita propria ancora prima di scendere in campo. Doug Bierton, CEO e cofondatore dell’azienda Classic Football Shirts, sostiene che l’estate del 2018 sia stata un vero punto di svolta. La sua impresa, nata nel 2006 a seguito della ricerca eccessivamente laboriosa di una maglia della Germania dei Mondiali del 1990 per una festa in maschera, aprì in quell’anno il suo primo negozio fisico.
Dallo sportswear al lusso: le collaborazioni con le grandi maison
Da allora, l’entusiasmo non ha fatto che crescere, con maglie vintage della fine del secolo scorso che possono superare i mille euro. Negli anni, diversi marchi di moda di alta fascia hanno collaborato con squadre di calcioper il disegno di divise speciali. Tra questi, Stella McCartney, Yohji Yamamoto, Giorgio Armani, Dior e Balenciaga. Nel 2023 il Crystal Palace è diventata il primo club della Premier League – la competizione calcistica più celebre al mondo – ad assumere un Direttore Creativo. Il ruolo è stato affidata al professionista del marketing sportivo Kenny Annan-Jonathan, ora incaricato di supervisionare l’intero armadio della squadra. Lo scorso anno, anche il Como 1907 ha annunciato di aver assunto un direttore creativo: Rhuigi Villaseñor, fondatore del brand Rhude. Le motivazioni del club sono state quelle di porre le basi di “una potenza globale che vada oltre lo sport, influenzando moda, ospitalità e beni di consumo”. Da ultimo, la tendenza ha capitalizzato anche TikTok sotto al nome di blokecore, secondo cui persone di ogni età e genere indossano maglie da calcio retrò in abbinamenti senza limiti.