In un articolo pubblicato nel 1975 sul New York Times dal titolo già significativo “Uncinetto: non solo centrini e merletti” si legge come l’allora presidente della National Needlework Association (un’associazione commerciale di produttori di filati con sede al numero 4 di Park Avenue, New York) sostenesse la diffusione del crochet – inglesismo per ‘uncinetto’ – nella moda come diretta conseguenza di una spinta al colore, alla vivacità e alla struttura.

Dopo oltre un secolo a realizzare scialli, berretti, copridivani e centrini, i professionisti dell’uncinetto – in inglese si parla di crocheter – iniziavano a scoprire quante potenzialità vi fossero in un piccolo ferro da maglia uncinato. Scoprivano, ad esempio, che un cappello capovolto poteva diventare un cestino, e che un mini-abito per neonati e bambolotti, se realizzato in formato XXXL, poteva vestire una modella. Ma scoprivano anche come tutto ciò che poteva stare attorno ad un uncinetto fosse materiale per le loro creazioni: ad esempio, un’insegnante di Long Island appassionata del mestiere tagliava involucri di plastica e li annodava insieme per creare un filato misto adatto alla realizzazione di tapettini colorati.

E chi fino ad allora aveva banalizzato l’arte dell’uncinetto nella virgolettatura di un anziano passatempo, l’hobby per antonomasia delle nonne, iniziava a riconsiderarlo. Da allora, il crochet ha trovato sempre più spazio nelle fiere d’artigianato, nelle gallerie, nei musei e sulle passerelle.



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Pascal Le Segretain//Getty Images
Chloé, Primavera Estate 2025

Il crochet è una macro tendenza moda 2025

Nelle collezioni della Primavera Estate 2025 il vecchio e il nuovo si mescolano, come il traffico automobilistico attraversa ponti scalcinati in teatri urbani ibridi. Come la gastronomia illuminata dei supermercati bio-chic convive con trattorie vecchia scuola apparecchiate di plaid e scacchi macchiati. Offrono il sobrio e l’esotico – talvolta nello stesso capo. Un gioco di opposti, un voluto caos – macro-tendenza dell’anno, in effetti – che trova particolare riscontro nel crochet.

L’uncinetto divenne popolare nell’Europa dell’Ottocento, allorché si diffuse come una modesta alternativa al merletto. Solo successivamente divenne il passatempo delle nonne con molto tempo a disposizione, preoccupate di camuffare antiestetiche saliere con graziosi granny square. Ma i capi all’uncinetto prodotti dagli anni Settanta ad oggi non assomigliano a nulla che si sia visto prima: costumi sgambati alla Pamela Anderson, orecchini a forma di ciliegia – il frutto estivo è altra tendenza approfondita dal report di Pinterest Predicts 2025 – collane pon-pon, copricostumi e abiti corti.

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Lyvans Boolaky//Getty Images
Elie Saab, Primavera Estate 2025

Dal granny square alla couture

Passando in rassegna le ultime sfilate settembrine, quel che emerge è una generale reinvenzione del crochet, un 2.0 che porta la firma della Primavera Estate 2025. Da Isabel Marant, ad esempio, abiti con frange e ampi cut-out mescolano influenze etniche, hippie e vintage-crochet. Da Acne Studios, grappoli di fiori appesi ad abiti pastello conferiscono tridimensionalità all’uncinetto. Chloé porta alle estreme conseguenze la forma del centrino, riutilizzandola come orlo; Elie Saab offre invece una visione couture, con perline, paillettes e calchi floreali su una maglia spessa. Infine c’è chi, come Khaite, preserva ancora la materia grezza di un’arte nata tra tavole di legno e sedie a dondolo.

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Tagwalk
Khaite, Primavera Estate 2025