Connessione, profondo senso di appartenenza e comunità. La casa di moda Alexander McQueen, fondata a Londra nel 1992 dall’omonimo designer, ha scelto New York come destinazione per la sfilata della collezione moda Autunno Inverno 2022 2023 in cui i vestiti si fanno metafora di contatto umano. Senza dimenticare le proprie origini né le proprie radici, la direttrice creativa Sarah Burton – che è stata braccio destro del suo predecessore per 14 anni, prima della tragica scomparsa di quest’ultimo nel 2010 – ha scelto la Grande Mela per dialogare con il mercato statunitense, cuore pulsante (tanto quanto quello londinese) della sua community.
“Sono davvero felice di essere tornata a New York, una città che è sempre stata nei nostri cuori – spiega Sarah Burton. - Abbiamo mostrato la collezione Dante qui nel 1996, poi siamo tornati con Eye nell'autunno del 1999. È parte della nostra comunità, è un luogo che ci ha sempre accolto, e questa stagione voglio onorare proprio questo”. Il legame con la città che non dorme mai viene tradotto così all’interno della collezione Alexander McQueen moda Autunno Inverno 2022 2023: si chiama Mycelium (micelio, proprio come il corpo vegetativo dei funghi) e trae la sua forza espressiva da uno dei più interessanti fenomeni della natura. “Questa collezione si ispira a quell'idea di comunità, e in particolare al micelio, dalla realtà della natura come una comunità che è molto, molto più antica di noi. Il micelio connette persino il tetto dei grattacieli più alti alle piante, all’erba, alla terra, agli animali e gli esseri viventi”, aggiunge Sarah Burton.
Metaforicamente concepiti come micelio, i vestiti Alexander McQueen moda Autunno Inverno 2022 2023 sfilano in una location newyorkese in cui a fare da protagonista silente è (anche) il pacciame. Non c’è da preoccuparsi, però, stando a questo spiega Sarah Burton a The Guardian: tutto quello utilizzato per i cumoli presenti in sala è stato poi donato a fattorie e artisti, oltre ad essere stato ricavato da alberi naturalmente caduti al suolo. Sostenibilità anche nell’approccio ai materiali, per l’85% sostenibili e riciclati. Ma a chi si sta chiedendo se il micelio, appunto, sia stato sperimentato per mettere a punto questa collezione, la risposta – paradossalmente – è no: il processo di sviluppo implementato dalla casa di moda “sta funzionando” ma, come ha riferito la stessa Sarah Burton a The Guardian, “non sarà utilizzato finché non ci sarà abbastanza materiale”.
Ecco allora che il nome della collezione a cui appartengono i vestiti Alexander McQueen moda Autunno Inverno 2022 2023 assume un senso ancor più significativo: “Il micelio ha il potere più profondo, quello capace di connettere, di trasmettere messaggi attraverso una struttura sotterranea magica, consentendo agli alberi di raggiungere l'un l'altro quando loro o i loro piccoli hanno bisogno di aiuto o sono malati. L'idea è umile – bella – e, ovviamente, metafora dell'interconnessione e del senso di comunità che esiste tra le persone, tra tutti noi”.
Il messaggio di Sarah Burton, amplificato anche dalla presenza di fantasie e motivi ispirati alla geometria del fungo, trova riscontro sui ricami proposti sugli stivali, come i Chelsea Punk boots, o come le spore dei funghi riproposte sulla borsa Curve Pouch.
Ma è anche nei (e attraverso i) colori della natura che la direttrice creativa riesce a fare della sua collezione un tributo a Madre Natura: rosso pomodoro, giallo limone, arancione mandarino. È come se Sarah Burton si fosse riconnessa con quanto di più semplice ci sia in natura. E ne abbia fatto un concetto necessario, ora più che mai, in un periodo storico in cui la ricerca di un (ritrovato) contatto viene considerata qualcosa di tutt’altro che superfluo. Perché il contatto tra essere umani, in fin dei conti, resta sempre il più potente: “Esistiamo come entità singole e individuali, ma siamo molto più potentemente connessi l’un l’altro, alle nostre famiglie, ai nostri amici, alla nostra comunità - conclude Sarah Burton. - Visto tutto quello che è successo negli ultimi due anni, sembra più importante che mai. In quanto comunità, siamo infinitamente molto più in grado di restaurare, reinventare, ringiovanire... guarire”.