Qual è il confine tra originale e copia? Quando il voler omaggiare un maestro si riduce a una brutta interpretazione della sua opera? Queste domande possono essere applicate tanto alla moda quanto al cinema; tutta la storia della prima quando quella del secondo si giocano su un delicato equilibrio tra le polarità di replica e imitazione. I grandi stilisti così come i grandi registi sono coloro che percepiscono immancabilmente e radicalmente questo labile confine, essendo in grado di rielaborare il passato in una maniera così profonda e puntuale da innovarlo. Quentin Tarantino è sicuramente uno di questi.

cannes, france   may 14 quentin tarantino at the photo call session during the 47th cannes film festival on may 14, 1994 in cannes, france photo by thierry lefouillegamma rapho via getty imagespinterest
Thierry LE FOUILLE//Getty Images
Quentin Tarantino a Cannes nel 1994

Così come grandi i fashion-designer reinterpretano i loro maestri - pensiamo al primo Yves-Saint Laurent con Monsieur Dior - anche Tarantino intraprende lo stesso processo ermeneutico, i suoi film sono infatti sublimati di citazionismi estetici. La main-reference è per lui da sempre il cinema di Sergio Leone e l'universo dello Spaghetti-Western, unito allo scenario Pulp. Anche i costumi nei suoi film non possono che entrare a gamba tesa in questo gioco perspicuo di rimandi: il vintage diventa così contemporaneo grazie allo sguardo acuto di Quentin in grado come pochi di riattualizzare il passato del mondo della moda, dando nuova vita a quell'immaginario che quel mondo stesso aveva dichiarato nel susseguirsi dei decenni ciclicamente morto.

Un cinema in grado come pochi di riattualizzare il passato del mondo della moda



Partiamo da Pulp Fiction (1994) che vede tra le protagoniste Uma Thurman. Il suo look in questo film come quello degli altri personaggi ha un che di grafico, rimandando proprio all'estetica noir dei magazine pulp e al mondo dei comics. Mia, il personaggio che interpreta nel film, è diventata un'icona fashion con il suo look neo-minimal composto da camicia oversize bianca, pantaloni a sigaretta neri e il tocco fancy rappresentato dalle ballerine gold di Chanel. Completa il look lo splendido trench oversize che vediamo nella celebre scena del ballo casalingo. Mia si fa quindi portavoce di un minimalismo ricercato fortemente presente nella moda dei primi Novanta (pensiamo a brand come Calvin Klein), a cui fa da contraltare l'aspetto decisamente più barocco e artefatto della cameriere del diner.

"Quella laggiù è Marilyn; quell’altra è Mamie Van Doren" (Vincent Vega)
pulp fictionpinterest
Courtesy Photo
Pulp Fiction (1994)

Reduce dallo strepitoso successo strepitoso di Pulp Fiction, che lo consacra come uno dei registi più cult di sempre, Tarantino idea Four Rooms (1995): un film corale, con una struttura episodica, diretto da registi giovani suoi amici del Sundance Institute. Ci troviamo in un famoso hotel di Los Angeles durante la sera di capodanno; dove neanche a dirlo, anzi a scriverlo ne succedono di ogni. Tra gli strambi ospiti dell'albergo anche una "capo-strega" sui generis, sì avete capito bene, interpretato niente meno che da Madonna. Il suo look qui ricorda quello di Marylin ne Gli uomini preferiscono le bionde; ma con un twist decisamente dark-fetish. Tre anni dopo, forse non a caso, Madonna avrebbe reiterato questa atmosfera nel videoclip di Frozen. E il gioco delle eterne citazioni continua. Anche se la collana rosario che indossa non può che ricordarci le atmosfere pseudo-blasfeme di Like a prayer.

four roomspinterest
Courtesy Photo
Four Rooms (1995)

Non possiamo non parlare di Kill Bill (entrambi i volumi), ma non mi soffermerei sull'iconica tuta gialla anche se, ricordiamolo, prima di questo momento cinematografico nessuna eroina aveva sfoggiato un look così cromaticamente trasgressivo e soprattutto coprente (la superoina mainstream di qualche decennio fa prevedeva solitamente dei vestiti molto sexy: dalle canottierine di Lara Croft alla tuta nera aderente in latex piuttosto che pelle nera di Cat Woman passando per la Nikita dell’omonimo film di Besson era spesso in lingerie e tacchi alti). "La Sposa" di Quentin invece ha una sensualità che le deriva dalla sua forza, dalla sua agilità che si concretizza nel suo outfit giallo-nero e questa volta al posto delle ballerine di Chanel troviamo le mitiche Onitsuka Tiger Mexico 66. Questo personaggio rappresenta un'ode allo sportswear ante-litteram. Per lei la questione fondamentale era attaccare, non sedurre - anche se a noi piace rimembrarla nella sua versione boho-chic in Kill Bill vol. 2 con abito da cerimonia gipsy (bianchissimo, prima dell'avento della parentesi splatter), fiocco bianco tra i capelli semi-raccolti e medaglione hippy.

uma thurmanpinterest
Courtesy Photo
Kill Bill 2 (2004)

Concludiamo, omaggiando l'ultima fatica di Tarantino ovvero C'era una volta a ... Hollywood (2019). Già il titolo è una citazione che omaggia la pellicola di Sergio Leone C'era una volta il west. Questo film celebra lo stile anni Sessanta e Settanta in tutte le sue polimorfie espressive; soffermandoci sui personaggi femminili troviamo sia la celebrazione dello stile hippy con il personaggio interpretato da Margaret Qualley con tricot, crop-top e shorts striminziti, sia la versione più glam di quei decenni impersonata da Margot Robbie che nel film interpreta l'affascinante Sharon Tate, la moglie del regista Roman Polanski. I "mai senza" del suo stile sono: stivali di pelle alti con tacco medio, shorts metallici, mini bianche o in pelle, pelliccie indossate sopra mini-dress e foulard alla babuska.

Il cinema di Tarantino risulta essere così inattuale, da risultare "alla moda, e non solo di moda"
margot robbiepinterest
Courtesy Photo
C’era una volta a ... Hollywood (2019)

Per dirla con il filosofo Giorgio Agamben: "la moda è un esempio di quella particolare esperienza del tempo che chiamiamo contemporaneità (...) Essa istituisce con altri tempi una relazione particolare; essa può citare qualunque momento del passato, mettendo in relazione ciò che era inesorabilmente diviso" e il cinema di Quentin Tarantino da questo punto di vista risulta essere così inattuale, da risultare "alla moda, e non semplicemente di moda". Chapeau!

TARANTINO MANIA! SCOPRI GLI APPROFONDIMENTI DEDICATI AL REGISTA NELLA NOSTRA COLLECTION ESCLUSIVA.