La prima volta che ho sentito parlare del caso di Gabby Petito, si trattava ancora di un caso di sparizione. Era l'estate del 2021, e diversi youtuber che si occupano di cronaca nera, o se preferite "true crime", avevano cominciato a seguire questa vicenda americana piena di mistero e di sinistri presagi. Gli Stati Uniti erano ossessionati da quella vicenda, che oggettivamente e cinicamente, aveva tutte le potenzialità attrattive del genere noir. Che, come spiega Carlo Lucarelli, tra i primi a portare su piccolo schermo il racconto del true crime, "è una macchina narrativa quasi perfetta. Se raccontassi una storia, iniziando con un mistero, svelando piano piano i particolari e facendo crescere la tensione, ovviamente questo sarebbe attraente per chi mi ascolta". Ecco, per il terribile caso di Petito è andata esattamente così: è partita con un mistero, quello della sparizione da un giorno all'altro di una giovane donna in apparenza felice e impegnata nel progetto di vita e di lavoro a cui teneva più d'ogni altra cosa al mondo, ed è proseguita in un crescendo di eventi tragici e in apparenza inspiegabili. Quando Brian, a settembre 2021, è tornato a casa da solo, la famiglia di Petito si è allarmata sul serio. Che fine ha fatto Gabby Petito? Perché non è tornata a casa? Mentre Brian si rifiutava di rispondere alle domande della polizia, la gente iniziava a chiedersi cosa nascondessero davvero quei momenti di amore e felicità condivisi con i propri follower. Oggi quella storia complessa e stratificata è stata ricomposta in tutte le sue parti da una docuserie Netflix, diretta da Julia Willoughby Nason e Michael Gasparro, intitolata American Murder: Il caso Gabby Petito, un lavoro a cui ha partecipato la famiglia di Peitito e molti dei suoi amici intimi. Nel corso delle puntate, messaggi di testo mai visti prima, filmati delle body cam della polizia ed estratti dal diario personale di Petito vengono utilizzati anche per raccontare la storia di questa 22enne newyorkese e del suo fidanzato Brian Laundrie, suo assassino prima e sudicia poi. In particolare, il documentario utilizza outtakes dal #Vanlife Vlog di Petito, che ci rivelano come il suo viso felice e "Insta-perfect" indossato per apparire sui social media fosse, soprattutto nelle ultime settimane della sua vita, una facciata.

Ma facciamo un passio indietro, e vediamo chi era Gabby Petito e com'è finita in quel van insieme al suo futuro assassino. Gabrielle Petito, classe 1999, era un'aspirante travel blogger che sognava di vivere viaggiando e di guadagnare proprio dal racconto dei suoi road trip. Nata a Blue Point, New York, si era trasferita in Florida dopo aver conosciuto Brian Laundrie, diventato il suo ragazzo nel 2019. Petito e Laundrie inizialmente avevano scelto di vivere con la famiglia di Laundrie, ma l'esperienza si rivelò spiacevole per Petito, come dice la sua amica Rose Davis nella serie. Ha, tuttavia, lottato per andare d'accordo con la famiglia di Brian, in particolare con sua madre Roberta, ma il disagio è stato aggravato dal comportamento sempre più autoritario di Laundrie. Una volta in particolare, l'uomo aveva rubato il portafoglio e la carta d'identità di Petito in modo che non potesse uscire con Davis, come lei stessa afferma in American Murder, dove mostra alcuni messaggi di Petito e Laundrie dai quali emerge un rapporto molto più teso di quanto i due mostrassero in pubblico. A luglio 2020, nonostante le avvisaglie che qualcosa non andasse, la coppia si è fidanzata ufficialmente. Petito, nel frattempo, aveva svolto vari lavori, tra cui quello di tecnico di farmacia e di lavoro presso Taco Bell per racimolare soldi per potersi permettere il mezzo di trasporto dei suoi sogni: un Ford Transit Connect del 2012 che la coppia ha ristrutturato per renderlo vivibile per quella che sarebbe stata un'avventura di quattro mesi alla scoperta di vari parchi nazionali. Il 2 luglio 2021, un anno dopo il loro fidanzamento, i due sono partiti da New York. Petito ha pianificato di documentare il viaggio su YouTube con l'account Nomadic Statik e il suo account Instagram , il cui profilo recita "in viaggio per il mondo nel nostro piccolo furgone #vanlife". Partiti il 2 luglio, appunto, dopo aver visitato luoghi iconici come il Monument Rocks e il Bryce Canyon, i due sono stati visti insieme l'ultima volta il 27 agosto a Jackson, Wyoming, mentre l'ultimo post social di Petito risaliva al 25 agosto.

In mezzo, un fatto. Il 12 agosto 2021, la polizia ha ricevuto una chiamata al 911 a Moab, nello Utah, in cui si affermava che un uomo stava aggredendo una ragazza in un furgone che passava di lì. La polizia trovò il veicolo e intervenne: era il furgone di Petito. Sulla base dei racconti che Petito, in preda al panico, e Laundrie, calmo e sorridente, hanno fornito alla polizia, i poliziotti giunero alla conclusione che era Laundrie ad essere stato vittima di un’aggressione domestica. Rifiutatisi di sporgere denuncia, i due furono separati per la sera: Laundrie fu portato in un hotel e Petito rimase nel furgone. Decisione, quest'ultima, che ha destato moltissime polemiche. Tra il 27 e il 30 agosto la madre di Petito ricevette due ultimi messaggi ("Can you help Stan", uno strano riferimento al nonno che Gabby non chiamava mai per nome, e poi “No service in Yosemite”). Il 29 agosto Laundrie contattò in modo piuttosto strano i propri genitori, riferendo il fatto che “Gabby's gone” (se n'è andata, con una formulazione ambigua) e suggerendo di aver forse bisogno di un avvocato. Il 1° settembre il ragazzo tornò col van dai genitori in Florida, andando, poi, con loro in campeggio il 6 e 7 dello stesso mese. Nel frattempo venne inserito ufficialmente tra gli indagati quando fece un prelievo con la carta di credito di Petito. Il 13 settembre anche lui, a sua volta, scomparve. Il 19 dello stesso mese vennero trovati i resti di Gabby Petito nella Bridger-Teton National Forest in Wyoming: l'autopsia rivelò che fosse stata strangolata. A quel punto partì, nella realtà ma anche nei social, una caccia all'uomo: tantissime persone cercarono di capire dove si sarebbe potuto trovare Laundrie, confrontando i suoi percorsi precedenti, i suoi post e raccogliendo diverse testimonianze oculari. Dopo un mese circa, anche il corpo di Laundrie venne trovato senza vita nel Myakkahatchee Creek Environmental Park, in Florida, il 20 ottobre: l'autopsia confermò che si era tolto la vita con un colpo di pistola alla tempia. Nel suo diario, lasciato accanto al cadavere, l'uomo ammise di aver ucciso la fidanzata, ma - almeno secondo l'estratto fatto circolare dagli avvocati della famiglia di lui - solo per evitarle le pene strazianti in seguito alla caduta da una scarpata. Ma questa versione dei fatti non è in nessun modo compatibile con i risultati dell'autopsia. Nel 2022, la famiglia Petito-Schmidt ha intentato una causa per omicidio colposo contro i genitori di Brian, Roberta e Chris, che è stata risolta per 3 milioni di dollari. Non sono state presentate accuse penali contro la famiglia Laundrie. A più di tre anni dalla morte della figlia, i genitori di Gabby e i loro rispettivi compagni, per onorare la memoria della ragazza, hanno creato The Gabby Petito Foundation, un’organizzazione no-profit focalizzata sulla sensibilizzazione riguardo alla violenza domestica. «Non potendo più avere lei, possiamo almeno usare la storia di Gabby per aiutare gli altri, sperando di salvare più vite possibile dall’epidemia di violenza domestica che affligge la nostra società». La fondazione si impegna anche a esercitare pressioni per leggi e politiche più severe riguardo alla risposta della polizia alle segnalazioni di abusi e persone scomparse.

Il femminicidio di Gabby Petito è stato uno dei casi più mediatici degli ultimi anni. "Ci sono molte ragioni diverse e complicate per cui le persone ne sono state attratte, e non è tutto sinistro, malizioso o inquietante", ha dichiarato al Guardian Kelli Boling, professoressa pubbliche relazioni presso l'Università del Nebraska-Lincoln che ha studiato la ricezione del pubblico nei podcast sui crimini veri. Boling ha affermato che coloro che rimangono affascinati da questi casi sono, talvolta, loro stessi vittime di violenza domestica e scoprono che questo genere di vince può aiutarle in qualche modo ad affrontare le proprie esperienze. "Alcune persone ne sono realmente attratte perché vogliono guarire", ha detto Boling. Pur esprimendo compassione per Petito, alcuni hanno rilevato quello che considerano un doppio standard razziale, lamentando il fatto che i media siano stati e siano ancora così interessati a questo caso perché lei era giovane e bianca. "Ci sono molte donne di colore, e soprattutto immigrate, a cui succede sempre, e non ne sentiamo mai parlare", ha detto Alex Piquero, criminologo presso l'Università di Miami. Nello stesso Stato in cui è fu ritenuto il cadavere di Petito, tra il 2011 e la fine del 2020 sono stati segnalati almeno 710 nativi americani scomparsi.

Gli psicologi evoluzionisti affermano, invece, che siamo attratti da questi racconti perché l'omicidio, così come lo stupro, hanno svolto un ruolo significativo nella società umana sin dai tempi più antichi. È nella nostra natura essere molto in sintonia con i reati criminali e istintivamente vogliamo scoprire "chi", "cosa", "quando" e "dove" in modo da poter scoprire cosa mette in moto i criminali e come poter proteggere meglio noi stessi e i nostri cari. Uno studio del 2010 dell'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign ha rilevato che le donne tendono ad essere attratte dal true crime più degli uomini e che sono più interessate alle storie che riescono a riferire che cosa abbia motivato un assassino a compiere i suoi delitti, che contengono informazioni su come le vittime sono riuscite a fuggire e che presentano vittime femminili. Questo si adatta all'idea evolutiva che le persone siano istintivamente attratte da storie in cui possono identificarsi con la vittima e in cui possano leggere suggerimenti e strategie per sconfiggere i "cattivi". Cattivo che, proprio come nel caso Petito ma anche in moltissimi altri, appariva così innocuo agli occhi del mondo da spingere dei poliziotti a credere alla versione per cui fosse lui, la vittima all'interno della coppia. Quello da proteggere e da far dormire al sicuro in hotel. Quello che anche dopo aver commesso il crimine più orrendo, è stato protetto dalla famiglia ad ogni costo. Che, pur di scongiurare l'ipotesi di vederlo incriminato, ha probabilmente rifiutato di guardare l'abisso sul quale lo stesso Brian si stava affacciando.