"Sono ancora qui, vivendo la vita in modo più profondo e significativo di quanto abbia mai fatto, assaporando ogni giorno in modo diverso". È passato un anno da quando Bianca Balti ha scoperto di avere un tumore alle ovaie. Da allora la top model non ha mai smesso di raccontare la malattia, di sensibilizzare e infrangere tabù. Ha mostrato le sue cicatrici a Sanremo e ha parlato del modo in cui un corpo bisognoso di cure tenere a essere percepito con pietà e posto ai margini, specialmente nel mondo della moda.
Ora Balti è tornata a parlare del suo percorso aderendo alla campagna globale del brand Camilla and Marc “Ovaries. Talk About Them 2025”, che sostiene la ricerca per sviluppare il primo test di rilevazione precoce del cancro ovarico basato sul Dna. "Ciò che mi dà speranza è la ricerca scientifica", ha spiegato Balti, "e il fatto che, grazie a questa campagna, ci stiamo avvicinando a un test in grado di rilevare precocemente questo tumore, e questo cambierebbe tutto: da un assassino silenzioso a qualcosa che puoi scoprire presto e curare, continuando a vivere la tua vita. Sarebbe rivoluzionario”.
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Bianca Balti e la campagna “Ovaries. Talk About Them 2025”
La campagna Ovaries. Talk About Them 2025 è stata lanciata sei anni fa dai fratelli designer Camilla Freeman-Topper e Marc Freeman fondatori del brand australiano Camilla and Marc. I due hanno perso la madre quando aveva 42 anni a causa di un tumore alle ovaie e per questo hanno scelto di utilizzare la propria attività per sostenere la ricerca creando una linea di prodotti. "Ciò che è iniziato da un dolore personale", spiega Camilla Freeman-Topper, Direttrice Creativa di Camilla and Marc, "si è trasformato in qualcosa di molto più grande di quanto Marc e io avremmo mai potuto immaginare".
I due fratelli sono riusciti a coniugare moda e sensibilizzazione creando una linea di t-shirt dal design minimal con messaggi come "It All Begins With Ovaries", "There Is No You Without Me. Kindly, Ovaries", "How Much Are Your Ovaries Worth"."Come stilista, ho capito quanto possa essere potente la moda quando viene usata come piattaforma per la promozione e la narrazione", spiega la designer, "e come abbia la capacità di guidare un cambiamento reale e duraturo".
Il test precoce di rilevazione del tumore ovarico
La campagna "Ovaries. Talk About Them 2025" sta raccogliendo fondi per la ricerca di un test sul DNA per la diagnosi precoce del tumore ovarico. Si tratta infatti del cancro femminile più mortale, specie perché oltre il 75% delle diagnosi avviene in fase avanzata. Gli esperti prevedono che i casi aumenteranno di oltre il 55% entro il 2050, ma la professoressa Caroline Ford e la dottoressa Kristina Warton, sostenute dalla campagna di Camilla and Marc, hanno identificato tre biomarcatori del DNA altamente specifici e stanno lavorando per integrarli in un unico esame del sangue prima di passare alla sperimentazione clinica con l'obiettivo di sviluppare il primo test al mondo per la diagnosi precoce del cancro ovarico.
"La maggior parte dei casi di tumore ovarico viene diagnosticata in fase avanzata, rendendo il trattamento più complesso", spiega Ford, "Il nostro obiettivo è sviluppare un test altamente sensibile in grado di rilevare la malattia nelle sue fasi iniziali, quando la chirurgia ha le migliori possibilità di successo". Il team sta anche lavorando a trattamenti innovativi studiando due geni che si attivano in modo anomalo nel tumore ovarico. Ma i fondi e la sensibilizzazione sono fondamentali per ottenere passi in avanti concreti. "Come femminista, sono profondamente interessata alla salute delle donne", ha spiegato Ford a Cure Cancer, "Il tumore ovarico è stato trascurato e sottofinanziato per troppo tempo. Anche se mi sento privilegiata nel guidare un team dedicato, è straziante vedere quante poche opzioni terapeutiche siano disponibili per le pazienti. Incontrare persone straordinarie affette da questa malattia mi motiva ogni giorno a portare avanti la nostra ricerca".
Lo stesso vale per Bianca Balti che, con il suo volto e la sua voce ha scelto di portare l'attenzione pubblica sulla prevenzione e il sostegno alla ricerca. “Avere il tumore ovarico non è stata la cosa migliore che mi sia capitata", ha ammesso, "ma poter raccontare la mia storia per incoraggiare altre donne a sottoporsi a controlli o sensibilizzare sulla causa è fantastico”.