Il Time dedica la copertina a Giorgia Meloni. Il Time dedica la copertina a Giorgia Meloni e titola Where Giorgia Meloni is leading Europe. Facciamo un passo indietro.
Breve excursus delle copertine di giornale dedicate a Giorgia Meloni: l'Economist il 22 settembre 2022 intitolava: “L’Europa deve preoccuparsi?”, con una foto di Meloni, che si apprestava a diventare capogruppo del partito più votato d'Italia (Fdi prese il 26% dei voti, diventando il primo partito sia alla Camera che al Senato e formando una coalizione di centro-destra con maggioranza assoluta in entrambe le camere, nda) su sfondo tricolore. Stern, periodico tedesco, seguì a ruota, e il 23 settembre 2022 definiva Meloni “La donna più pericolosa d’Europa”.
Nel 2023 a 46 anni, che per l'Italia che è uno dei Paesi più vecchi è un'età che equivale ai venti-trenta, Giorgia Meloni s'è piazzata al quarto posto nella classifica delle donne più influenti al mondo, stilata come ogni anno dalla rivista economica statunitense Forbes. Il nostro premier, come desidera essere appellata, è la prima donna ad essere riuscita ad occupare una posizione di rilievo in questa lista che valuta le protagoniste in base a quattro i parametri principali: denaro, influenza media, impatto e ambito di riferimento.
Avanti veloce: è il 2025, Meloni è presidente del Consiglio italiano ormai da tre anni, e l'aria attorno a lei è molto cambiata. Soprattutto in Europa. Tanto che il periodico statunitense Politico nel 2024 proclamò Giorgia Meloni “persona più potente d’Europa” secondo una classifica che già guardava al 2025. Sempre quest'anno il francese Le Figaro Magazine il 13 giugno la mette in copertina col titolo: “Giorgia Meloni, le ragioni di un successo”.
Oggi, e torniamo di nuovo dall'altra parte dell'oceano, è l'americano Time sceglierla come protagonista di questo numero titolando: Where Giorgia Meloni is leading Europe.
Il ritratto di Giorgia Meloni secondo Time
Firmato da Massimo Calabresi, il lungo pezzo traccia un profilo complesso e sfaccettato della leader di Fratelli d’Italia. Nell’anticipazione dell’articolo si legge: “Il fascismo è un argomento da cui Giorgia Meloni, primo ministro italiano, non può sfuggire. Quando ha conquistato il potere nel 2022, guidando un movimento nato dagli ultimi fedeli di Benito Mussolini, i critici in Italia e in Europa hanno visto nella sua retorica nazionalista e nella difesa della ’civiltà occidentale’ una pericolosa svolta a destra per il Paese”. Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva indicato la sua elezione come un segnale del crescente pericolo dell’autoritarismo a livello globale, viene ricordato. Eppure, sottolinea il Time, Meloni “ha spiazzato molti dei suoi oppositori”: in patria, Meloni “ha moderato alcune delle sue posizioni più radicali, mentre sulla scena internazionale si è mostrata più pragmatica che ideologica, guadagnandosi il rispetto di figure politiche molto diverse tra loro, da Biden alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, fino al vicepresidente americano J.D. Vance”.
Il pragmatismo internazionale e le radici nazionali
A quasi tre anni dall’inizio del suo mandato, Meloni viene descritta come “una delle figure più interessanti d’Europa”, il cui stile di leadership potrebbe avere un impatto significativo ben oltre i confini italiani. Sul fascismo e la sua lunga ombra che da sempre aleggia attorno a Meloni (che da giovane ha nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI) partito di ispirazione neofascista fondato nel dopoguerra da ex esponenti del regime mussoliniano) la premier dice al suo interlocutore: "C’è qualcosa del fascismo che la mia esperienza ti ricorda, in quello che faccio al governo?”. Poi passa ad altro, ai temi che l'hanno fatta vincere tre anni fa. "Prima di tutto dobbiamo difendere ciò che siamo: la nostra cultura, la nostra identità, la nostra civiltà" afferma la premier nell’intervista, tornando su uno dei cavalli di battaglia del suo discorso politico. Secondo Meloni, la sfida contemporanea è resistere a un "globalismo omogeneizzante" che appiattisce le identità nazionali, pur dichiarandosi favorevole all’integrazione europea, purché "non annulli le differenze".
Nazionalismo, patriottismo e il rifiuto delle quote rosa
Meloni difende un nazionalismo “difensivo”, come risposta a una globalizzazione fallita. "Voglio ricostruire l’orgoglio di essere ciò che siamo, a qualunque costo". Un messaggio che si intreccia con le dichiarazioni del suo consigliere politico, Giovanbattista Fazzolari, secondo cui Fratelli d’Italia è "il partito che oggi raccoglie i patrioti moderati", al di là delle loro origini politiche. Prima donna a capo di un governo italiano, Meloni respinge però l’idea delle quote di genere come strumento utile: "Ho dovuto affrontare stereotipi ridicoli, ma non penso che servano interventi calati dall’alto per correggere queste discriminazioni".
Nell’intervista Meloni respinge anche gli attacchi più ricorrenti: "Mi hanno accusato di tutto, dalla guerra in Ucraina alle morti nel Mediterraneo, solo perché non hanno argomenti". E aggiunge: "Non sono razzista, non sono omofoba, non sono tutto quello che hanno detto di me".