Ci sono medaglie che si vincono nelle gare. E poi ci sono lezioni che si imparano nella vita. Alle Olimpiadi di Parigi 2024 Benedetta Pilato, 19 anni, ci insegna che non esistono successi assoluti, che la progressione a volte è più importante di una vittoria e che il viaggio conta più della meta. Ma facciamo un passo indietro. Per chi ieri sera si fosse perso le finali di nuoto – la disciplina che finora ha regalato gli unici due primi posti all'Italia in un'edizione segnata da molte polemiche per i discutibili arbitraggi nella scherma, nel pugilato e nel judo –, a far parlare è stato più il quarto posto della ranista tarantina nei 100 metri, a 1 centesimo di secondo dal podio, che l'oro di Thomas Ceccon nei 100 metri dorso (primo italiano nella storia). Se le vittorie accendono i cuori dei tifosi – ma non sono mancate le critiche al campione per non avere cantato l'inno nazionale, nonostante l'evidente commozione –, le sconfitte sono socialmente accettate solo se l'atleta le accoglie con disperazione, rammarico, contrizione, rabbia. Ieri invece Benedetta Pilato ha stupito tutti per le sue dichiarazioni a caldo ai microfoni di Rai Sport, insegnandoci che esiste un'altra gamma di sentimenti che può essere espressa senza doversi colpevolizzare.

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Lintao Zhang//Getty Images
Federica Pellegrini alla sua ultima Olimpiade a Tokyo 2021.

Le lacrime di gioia di Benedetta Pilato

"Ci ho provato fino alla fine mi dispiace, ma queste sono lacrime di gioia" ha dichiarato l'atleta, visibilmente scossa dalle tante emozioni. "Ve lo giuro, è il giorno più bello della mia vita". Parole che hanno lasciato interdetta non solo l'intervistatrice, che ha saputo solo dire "Ma veramente?", cercando di interpretare le aspettative di un pubblico rimasto deluso dall'impresa sfiorata. Come se la cosa più importante fosse vincere, ad ogni costo. "Un anno fa non ero neanche in grado di farla questa gara. Ci ho provato dal primo metro. Questo è solo un punto di partenza. Il cambiamento mi serviva, mi ha aiutato tantissimo. Tutti si aspettavano di vedermi sul podio? Tutti tranne me" ha proseguito l'Azzurra, che non ha voluto saperne di lasciarsi andare alla disperazione, e ha avuto maturità e lucidità sufficienti per osservare il proprio percorso di crescita, personale oltre che sportivo, senza cedere a trappole mentali e sensi di colpa che tanto pesano sulla salute mentale degli atleti – per tutti valga la lezione di Simone Biles a Tokyo.

La lezione di Benedetta Pilato alle Olimpiadi e la polemica con Elisa Di Francisca

Perché un atleta non è fatto di solo talento, occorrono anche sacrifici, determinazione e, soprattutto, costanza. Anche quando le aspettative vengono tradite. A maggior ragione se vengono superate. Benedetta, che a 16 anni era arrivata a Tokyo salutata dai giornalisti come la nuova Divina, la predestinata del nuoto da cui attendersi grandi cose, non fu in grado di reggere la pressione e uscì in batteria. A distanza di tre anni, arrivare a toccare il podio con un dito è un grande successo, prima di vederselo sfilare per un centesimo di secondo, è un traguardo che mai si sarebbe aspettata. Peccato che non l'abbia pensato anche Elisa Di Francisca, ex schermitrice italiana, campionessa olimpica sia nelle gare individuali che a squadre nel fioretto a Londra 2012, che all'età di 41 anni non ha trovato parole migliori che criticare la giovane atleta per le sue affermazioni.

Nota per il suo spirito agonistico e la sua abitudine a polemizzare – nel 2020 lanciò un duro attacco alla compagna di squadra Arianna Errigo –, Elisa Di Francisca, chiamata a commentare le parole della nuotatrice nel corso della trasmissione Notti Olimpiche, ha dichiarato: "Non mi far parlare, ti prego. Io non ci ho capito niente. Non so se ci fa o ci è, sinceramente non ci ho capito niente". Per poi aggiungere: "Fatene un’altra [di intervista, ndr] per capire cosa voleva dire, con i sottotitoli. Sinceramente non l’ho capita. Ci è rimasta male, obiettivamente male. Non è possibile. È assurdo, è surreale questa intervista. Che ci è venuta a fare? Io rabbrividisco, dico solo questo". Figlia di una concezione dello sport da intendere solo come risultato e prestazione, Di Francisca ha dimostrato di non saper interpretare il risultato di Benedetta per quello che è: il superamento dei propri limiti, la crescita di una ragazza che si affaccia alla vita e che ha ancora tanto da vincere e tanto, soprattutto, da vivere.

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Federica Pellegrini alla sua ultima Olimpiade a Tokyo 2021.

Più equilibrate, mature e ponderate le parole di Federica Pellegrini, che in una storia su Instagram ha voluto prendere le difese della nuotatrice, spendendo parole di incoraggiamento e fiducia, come solo una donna dalla mentalità vincente sa fare. "Mi sento di dire una cosa sull'intervista di ieri sera di Benedetta Pilato. Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha sogni diversi e aspettative diverse!!", ha scritto la Divina, che a 16 anni vinse la sua prima medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene e che sa molto bene cosa significa fare i conti con le fatiche di un'adolescenza trascorsa tra rinunce e sacrifici in nome dello sport. "È bello veder (dal di fuori) vincere ori in modi che possono sembrare semplici, ma non è assolutamente così!!! A volte un quarto posto anche se per poco è il nostro sogno più grande!! Perché?! Perché Benny alla prima Olimpiade uscì in batteria e ieri sera si presentava con un settimo tempo. Le medaglie piacciono a tutti, ma (e questo l'ho capito solo alla mia ultima Olimpiade) a volte conta molto di più il viaggio!! Le medaglie pesanti arriveranno. Benny ha solo 19 anni e le medaglie arriveranno". Infine un monito per tutti, pubblico, atleti, commentatori: "Lasciamola sognare ciò che vuole".

E allora lasciamo Benny ai suoi sogni, impariamo che gli atleti sono prima di tutto persone, con emozioni, aspettative e obiettivi diversi, e che il fatto che rappresentino l'Italia non dà il diritto a nessuno di giudicare in che modo debbano affrontare le vittorie né, tantomeno, le sconfitte. Parafrasando il titolo del libro di Peter Cameron, un giorno questo insuccesso le sarà utile. Tanto a lei quanto a noi.

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