"Quanti libri di huomini antichi si sono conservati, e si conservano, e di Donne non ne veggiamo alcuno?". A porsi questa domanda retorica nel 1645 è la scrittrice Lucrezia Marinella nel suo trattato Essortationi alle donne et a gli altri, se a loro saranno a grado, un'opera femminista ante-litteram che nel rispondere ad una diatriba misogina che affonda le sue radici nell'antichità, secondo cui le donne sono sempre state creature inferiori, volubili, vanitose e dominate dalle passioni, affronta gli stereotipi dell'epoca che hanno portato ad una sistematica esclusione delle donne e ad una disparità di genere dal mondo della letteratura. A distanza di quasi 400 anni le cose non sono poi così cambiate dal momento che ancora oggi i programmi scolastici, nonostante le numerose riforme, non sempre felici, apportate negli anni passati, non danno adeguato spazio alle voci femminili.
“Genealogia femminile”: un archivio digitale per riscoprire le scrittrici dimenticate
"Nonostante il contributo indiscutibile delle donne alla storia e alla letteratura italiane, nelle antologie di letteratura per il triennio la rappresentanza femminile va dal 2,74 all’8,83 per cento" è la denuncia sul Domani di Carlotta Moro, docente di lingua e letteratura italiana presso l'Università di St Andrews, dove sta perseguendo il dottorato in italianistica. Spinta dal desiderio di ricercare le prime spinte femministe nella storia della letteratura e restituire pari dignità alle autrici che tuttora sono in larghissima parte ignorate non solo dai professori, ma anche dai testi scolastici, ha fondato la pagina web Genealogia Femminile, una piattaforma dedicata alla promozione delle scrittrici della prima età moderna, che fornisce biografie, materiali didattici e introduzioni alle loro opere.
La pagina è frutto della collaborazione di diversi studiosi, che contribuiscono alla ricerca, ed è in continua evoluzione, scorrendola si scoprono nomi e profili di donne in cui talvolta non ci si imbatte nemmeno se si seguono corsi universitari di letteratura italiana. Accanto alle (poco) note Gaspara Stampa, Vittoria Colonna, che tratteneva un rapporto epistolare con Michelangelo, e Veronica Gambara, vissute a cavallo tra 1400 e 1500, esiste un universo di autrici semisconosciute che meriterebbe di essere scoperto e studiato: dalla già ricordata Lucrezia Marinella a Veronica Franco, da Isabella Andreini a Moderata Fonte e Camilla Scarampi. Una costellazione di eroine che hanno dovuto combattere contro matrimoni forzati, imposizioni paterne, rigide convenzioni e una generale resistenza nei confronti della produzione letteraria e artistica femminile. Forti dell'enorme privilegio di avere ricevuto un'istruzione alta, tutte loro hanno potuto dimostrare il proprio valore (anche) attraverso la poesia, il teatro, l'opera storiografica, la trattatistica e la letteratura, in un'epoca in cui si pensava che l'unico genere consono alla mente di una donna fossero i sonetti d'amore.
Una costellazione di autrici: chi erano le donne che scrivevano nel Cinquecento e Seicento?
Perché di queste donne, nonostante la tanto invocata parità di genere, tuttora non si parla tra i banchi di scuola? Si tratta di un vuoto culturale che spesso non viene colmato nemmeno alla facoltà di Lettere, se non in corsi monografici dedicati. Una mancanza di rappresentazione certo dettata dallo scarso numero di donne a cui veniva concessa un'istruzione, ma a cui contribuiscono le enormi lacune nei programmi scolastici. Da Caterina da Siena a Matilde Serao, da Sibilla Aleramo a Goliarda Sapienza, da Natalia Ginzburg a Virginia Woolf, da Grazia Deledda a Dacia Maraini, da Elsa Morante ad Alda Merini e Liliana Segre c'è un mondo di autrici che merita di essere conosciuto e valorizzato.
Aprirsi alle voci femminili della letteratura non permetterebbe solo di imbattersi in opere finora sconosciute, ma contribuirebbe ad abbattere i bias di genere che ancora adesso obbligano molte scrittrici a scegliere di pubblicare sotto pseudonimo maschile per ragioni di credibilità (il caso di J K Rowling è emblematico), promuovendo la comprensione e l'empatia tra i lettori verso tematiche finora ignorate o sottovalutate. Un aprirsi alla molteplicità che è ricchezza, capace di sprigionare un'infinita gamma di possibilità che finora semplicemente non avevamo mai immaginato.