Nei giorni in cui il governo Meloni ha organizzato gli "Stati Generali della Natalità" a Roma, Save The Children ha pubblicato il suo report annuale sulla maternità. ''Le Equilibriste - La maternità in Italia 2023'' fa il punto su una situazione tutt'altro che positiva dove solo il 63% delle donne con figli minori ha un lavoro. "Sappiamo che dove le donne lavorano di più nascono anche più bambini, con un legame tra maggiore fecondità e posizione lavorativa stabile di entrambi i partner. Tuttavia", spiega Antonella Inverno, responsabile Politiche Infanzia e Adolescenza dell'organizzazione, "la condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, nel nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà, a cui si aggiungono la carenza strutturale di servizi per l'infanzia, a partire dalla rete di asili nido sul territorio, e la mancanza di politiche per la promozione dell'equità nel carico di cura familiare".

Il problema è chiaro e il punto non è certo agire sulla volontà delle donne, sull'accesso all'aborto sicuro o su finanziamenti tampone. Le coppie non fanno figli perché avere una famiglia è un percorso a ostacoli. Nel 2022 il divario di occupazione tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma le cose cambiano in presenza di figli minori. Nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà. Con due figli minori l'occupazione femminile scende addirittura al 56,1%, mentre crescono i padri che lavorano (90,8%), con un divario arriva a 34 punti percentuali. Il congedo di paternità, poi, è fermo a 10 giorni e il lavoro di cura continua a gravare sulle spalle delle mamme. Le donne devono ancora scegliere tra famiglia e carriera e così il 2022 ha visto il minimo storico delle nascite in Italia: 392.598 registrazioni all’anagrafe.

mamme che non lavorano minoripinterest
Foto di Jenna Duxbury su Unsplash

"I provvedimenti approvati negli ultimi anni, pur andando nella giusta direzione, non sono che timidi passi sul fronte del sostegno alla genitorialità" sottolinea Antonella Inverno, "Non possiamo permetterci di perdere l'occasione del Piano nazionale ripresa e resilienza per costruire finalmente una rete capillare di servizi per la prima infanzia ed è altrettanto necessario andare con più forza verso un congedo di paternità paritario rispetto a quello delle madri. L'Italia è un paese a rischio futuro, e se è vero che il trend di denatalità non può essere invertito velocemente, è ancor più vero che è quanto mai urgente invertire il trend delle politiche a sostegno della genitorialità per non perdere altro tempo prezioso". Sarà difficile cambiare le cose senza una maggiore attenzione alla parità e ai diritti.

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