Negli ultimi mesi, il nome della scrittrice e attrice Goliarda Sapienza è tornato a farsi sentire con forza, come un'eco riemersa da un tempo che sembrava dimenticato. A riportarla al centro del discorso culturale sono stati due progetti audiovisivi dal respiro importante: la serie televisiva firmata da Valeria Golino, che, a partire dal 28 febbraio 2025, ha proposto su Sky e NOW una nuova lettura de L’arte della gioia, e Fuori, il film diretto da Mario Martone, che racconta la sua biografia con uno sguardo poetico e appassionato.

Entrambe le produzioni, ciascuna a modo loro, hanno così aperto una finestra urgente sul bisogno di recuperare la storia di donne scomode, complesse e libere, e di riscoprirle nel loro tempo e oltre. Perché la voce ribelle e visionaria di Goliarda Sapienza ha ancora qualcosa da dirci, e, forse, vale quindi la pena ascoltarla davvero.

Un’infanzia anticonformista e l’approdo al teatro

Nata a Catania nel 1924, in una famiglia profondamente segnata dall’impegno politico e sociale, Goliarda Sapienza crebbe in un ambiente anticonformista, circondata da libri, ideali progressisti e lutti precoci – in particolare quello del fratellastro Goliardo, assassinato dalla mafia durante il Biennio Rosso, da cui prese il nome.

Sviluppò fin da giovane un temperamento vivace e una spiccata inclinazione artistica, e non frequentò la scuola per scelta dei genitori, che diffidavano dell’educazione fascista.

Crebbe dunque coltivando, da autodidatta, la passione per la recitazione, la danza e, soprattutto, la narrazione, e, a sedici anni, si trasferì a Roma con la madre, dove frequentò l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e lavorò come attrice in teatro e nel cinema, collaborando con registi del calibro di Visconti e Comencini.

Nel 1947, il matrimonio con il regista Citto Maselli avrebbe poi segnato una fase lunga e intensa della sua vita artistica e personale, anche se i suoi problemi di salute e di depressione, e la distanza dalle mode dominanti del neorealismo, l’avrebbero infine spinta ad abbandonare la scena per dedicarsi interamente alla scrittura.

Einaudi Autobiografia delle contraddizioni: Lettera aperta-Il filo di mezzogiorno-Io, Jean Gabin-L'università di Rebibbia-Le certezze del dubbio

Autobiografia delle contraddizioni: Lettera aperta-Il filo di mezzogiorno-Io, Jean Gabin-L'università di Rebibbia-Le certezze del dubbio

La scrittura come atto di libertà e resistenza

Fu un passaggio decisivo: nel silenzio del suo studio, davanti alla macchina da scrivere, Goliarda Sapienza diede nuova forma alla sua voce, pubblicando nel 1967 Lettera aperta, un resoconto d’infanzia in forma romanzata, e nel 1969 Il filo di mezzogiorno, inaugurando quella che lei stessa avrebbe definito “l’autobiografia delle contraddizioni”.

La sua vita, tuttavia, sarebbe rimasta segnata dagli ostacoli: nel 1980 venne arrestata per aver rubato alcuni gioielli a un’amica e visse tre mesi di detenzione a Rebibbia, trasformando quel momento oscuro in materia narrativa e pubblicando nel 1983 L’università di Rebibbia, dove la sua scrittura diventò strumento di empatia e denuncia.

Una voce fuori dal coro fino all’ultimo

L’estraneità ai circuiti culturali ufficiali continuò intanto a condizionare i suoi rapporti sociali, anche se non le impedì di scrivere e pubblicare opere come Le certezze del dubbio e testi autobiografici usciti postumi grazie all’impegno del compagno Angelo Maria Pellegrino, come Il vizio di parlare a me stessa.

La regista Lina Wertmüller le permise successivamente di tenere corsi di recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e, nel 1994, la scrittrice partecipò alla docufiction Frammenti di Sapienza, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia. Si spense due anni dopo a Gaeta, lasciando in eredità un patrimonio culturale rimasto troppo a lungo nell’ombra.

SUPER ET L'arte della gioia

L'arte della gioia

Il capolavoro: L’arte della gioia

Il cuore della sua eredità è senza dubbio L’arte della gioia, monumentale romanzo scritto tutto a mano, cominciato nel 1967 e concluso nel 1976. Rifiutato da tutti i principali editori italiani, venne dato alle stampe solo in parte nel 1994 e per intero nel 1996.

Il libro segue la vita di Modesta, nata nella miseria in una Sicilia segnata dalla violenza e dalla superstizione, ma capace di sfuggire al suo destino di vittima predestinata grazie all’intelligenza, all’ambizione e a un’indomabile volontà di autodeterminazione, attraverso cui abbraccerà l’amore, il sapere, la politica e la sensualità.

La protagonista diventa così un simbolo e, al tempo stesso, una donna vera e pulsante, che continua ad affascinarci ancora oggi. Un’opera ricca e spiazzante, che, dando corpo a un’idea di femminilità potente e irriverente, si fa soggetto della storia senza mai rinunciare all’intimità, invitandoci a rifiutare l’addomesticamento e ad accogliere il desiderio, la giustizia e la trasformazione.

Da Harper's Bazaar Italia