Curve sottili, fianchi stretti, camicette slacciate, pizzi e trasparenze, ma anche guêpière, body e collant. Era la sensualità raffinata e borghese delle donne che riuscivano a conquistare un posto sulla copertina di Playmen, la rivista erotica italiana fondata da Adelina Tattilo nel 1967 in risposta al bando emesso dalla Buoncostume contro la testata statunitense Playboy. A differenza dei servizi di Hugh Hefner, le modelle che posavano per Playmen erano più magre e mature, meno prosperose, ma cariche di un fascino discreto, in opposizione a quello che sarebbe stato il dilagare di immagini pornografiche negli anni '90. E a suo modo quella di Playmen fu per questo una rivoluzione: "Gli Stati Uniti sono un matriarcato – disse una volta la Tattilo in un'intervista al Time, che la definì "la Hugh Hefner in gonnella" –. Penso che sia questa la ragione per cui gli uomini americani preferiscono le donne con seni esagerati, voluminosi, vere calde bambinaie con un rassicurante aspetto materno".

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Central Press//Getty Images
Adelina Tattilo era chiamata dal Time "la Hugh Hefner in gonnella".

La storia di Adelina Tattilo, la donna che rivoluzionò l'eros femminile

A dispetto della censura che si adoperava nel ritirare interi blocchi di riviste, costringendo i lettori a recarsi presto nelle edicole per stringere tra le mani le immagini di nuovi corpi proibiti, la rivista di Adelina aspirava ad essere un faro per tutte quelle donne che rivendicavano nuove conquiste in ambito sessuale, e per questo rappresentò un prezioso esperimento di liberazione dei costumi in un'Italia ancora bigotta e moralista. La storia di questa emancipazione e di colei che ne fu la principale animatrice è raccontata nella nuova serie tv Mrs Playmen, prossimamente su Netflix. A interpretare il ruolo della visionaria direttrice, donna tenace e coraggiosa, che sdoganò per la prima volta l'immagine del nudo femminile – e poi di quello maschile con la rivista Adam – è Carolina Crescentini, sul set con Francesco Colella, che impersona il marito e compagno di sperimentazioni Saro Balsamo. Nel cast ci sono Filippo Nigro (Chartroux), Giuseppe Maggio (Luigi Poggi), Francesca Colucci (Elsa), Domenico Diele (Andrea De Cesari), Lidia Vitale (Lella) e Giampiero Judica (Don Rocco).

La serie, in sette episodi, racconta la storia di Adelina, nata a Manfredonia da una famiglia cattolica nel 1928 e indirizzata subito in tenera età verso istituti religiosi. Negli anni sessanta la Tattilo lanciò Menelik, una rivista settimanale di fumetti erotici che riscosse molto successo. Nel 1965 pubblicò con suo marito Saro il settimanale musicale Big, una rivista rivolta agli adolescenti che trattava soprattutto di musica beat. Un anno dopo cominciò ad uscire Men, una collezione settimanale di foto di donne nude comprate dalla Scandinavia, un progetto che anticipò di pochi mesi il lancio di Playmen. La rivista cominciò imitando Playboy: la prima "Ragazza del mese" fu Brigitte Bardot, immortalata mentre si copriva i seni con le mani. In seguito, la rivista prese uno stile tutto suo, riflettendo il gusto europeo di svelare i corpi femminili senza sovraesporli.

Il successo della rivista Playmen

A quattro anni dalla prima uscita, la rivista poteva contare già su 450mila copie vendute: un successo che ebbe riflesso anche sulle modelle: da Pamela Villoresi a Patty Pravo, da Ornella Muti ad Amanda Lear e Ursula Andress. Nel 1972 la testata fece uno scoop internazionale, pubblicando le foto in topless di Jacqueline Kennedy, allora moglie di Aristotele Onassis, mentre si abbronzava ai bordi della piscina nella loro villa nell'isola di Skorpios. Ma Playmen non aspirava solo a liberare i corpi femminili: oltre alle foto di celeb più o meno svestite, la rivista conteneva contributi di letteratura, cinema, arte, politica e sport. Sulla rivista apparve anche un'intervista al filosofo tradizionalista Julius Evola e di questi una parte del saggio Cavalcare la tigre, mentre nel luglio 1968 l'edizione pubblicò un articolo di Henry Miller.

Gli altri progetti di Adelina Tattilo per le donne

Nel maggio del 1974 Adelina lanciò nelle edicole la rivista Libera. Il giornale della donna moderna, di cui divenne poi anche direttrice responsabile. Il progetto editoriale proponeva articoli di politica e costume, mescolando ai temi tipicamente femministi immagini di nudo maschile e servizi di moda. Una rivoluzione culturale in piena regola, che trovò la ferma opposizione tanto degli ambienti cattolici, quanto di quelli legati al femminismo più oltranzista che accusarono la rivista di una falsa liberazione sessuale. Tra i tanti progetti a cui si dedicò l'instancabile Adelina Tattilo anche il Prendine mille e una, ma non sposarne alcuna, una curiosa raccolta di interviste irriverenti realizzate a celebri donne italiane da Luigi Silori sul tema del matrimonio. Il libro uscì nel 1976 e tra le intervistate spuntano i nomi di Mirella Freni, Luisa Spagnoli, Paola Pigni, Franca Falcucci, Oriana Fallaci e Vittoria Ronchey. Nello stesso anno co-produsse il film Stato interessante, pellicola incentrata sul tema dell'aborto, nell'anno in cui gli italiani furono chiamati alle urne per decidere con referendum se abrogare o meno la legge sull'interruzione della gravidanza.

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Descrizione

Brossura editoriale di pagine 291, a cura di Luigi Silori. Raccolta di interviste sul tema della donna, tra le altre, a Luisa, Spagnoli, Vittoria Ronchey, Oriana Falaci, Adelina Tattilo Novella Calligaris, Alba del Cespedes, Franca Falcucci. ecc. Dedica alla prima carta. Opera in ottime condizioni. Spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine.

Negli anni '90 la diffusione di sempre più contenuti video gratuiti di hardcore portò al lento, ma inesorabile declino di vendite della rivista, che continuò ad essere stampata fino al 2001, anno di morte di Adelina, scomparsa per l'aggravamento di una malattia incurabile a Roma l'1 febbraio 2007 all'età di 78 anni. La sua eredità è racchiusa in questa frase, che amava ripetere a chi la rimproverava di avere trasformato il corpo femminile in un oggetto: "Per me la donna è un soggetto tanto quanto l'uomo. Sono convinta che attraverso certe libertà e certe immagini la donna ottenga un riscatto".

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