Forse non ho mai fotografato il paesaggio, l’ho solo amato. Mario Giacomelli

Sicuramente, amare lo stesso paesaggio che ha dato i natali a mio padre, profumi alla mia infanzia con l’adorata nonna materna, la profondità dei sentimenti alla fotografia di Mario Giocamelli, per me è quasi inevitabile, ma non serve avere radici nelle Marche per amare i paesaggi antropomorfizzari di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo e le sue profonde immersioni nelle moderne visioni interiori. Per apprezzarne l’eredità e l’influenza che continua a esercitare sulla fotografia italiana e internazionale, non serve neanche avere un temperamento incline alle emozioni viscerali, risvegliate dalla lirica senza tempo di un maestro della sperimentazione, pronto a graffiare i negativi, forzare i contrasti e stampare su carta scaduta, per "dare respiro alle cose" che sfidano i limiti della visione e dell’immaginazione. In ogni caso, approfittare del complesso e articolato programma di Celebrazioni per il Primo Centenario dalla Nascita di Mario Giacomelli, offre innumerevoli stimoli, occasioni e percorsi espositivi, per avere accesso alla sua camera oscura e alla cassa di risonanza di emozioni universali, insinuandosi Sotto la pelle del reale, per respirare gli afflati della sua poetica con l'alchimia della fotografia che interroga, parlando anche all’identità negata con Emily Dickinson.

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PH. Paolo Biagetti
Mario Giacomelli, 1997

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© Archivio Mario Giacomelli
Mario Giacomelli, L’approdo, 1952

Il lungo viaggio centenario, promosso dell'Archivio Mario Giacomelli grazie a Rita e Simone Giacomelli, pronto a estendersi fino al 2027, toccando diverse sedi nazionali e internazionali, entra nel laboratorio creativo dell’artista, ricostruendone lo spazio fisico e simbolico di forme e visioni, con opere fotografiche originali, tra vintage e stampe d’epoca, provini di stampa e appunti manoscritti, documenti e materiali d’archivio, installazioni e strumenti, come la macchina fotografica Kobell, o la riproduzione della sua camera oscura. Si entra, letteralmente e metaforicamente, ne La Camera Oscura di Giacomelli, sin dal primo progetto espositivo, curato da Katiuscia Biondi Giacomelli per le sale dello storico Palazzo del Duca di Senigallia (13 dicembre 2024 al 6 aprile 2025), rafforzato dalle riproduzioni fotografiche del progetto editoriale di Guido Harari Nella camera oscura di Mario Giacomelli. L’antro dello sciamano (Rizzoli Lizard, 2024).

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© Simona Marani
Nella Camera Oscura di Giacomelli, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma 
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© Simona Marani
Nella Camera Oscura di Giacomelli, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Simona Marani
Nella Camera Oscura di Giacomelli, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Simona Marani
Nella Camera Oscura di Giacomelli, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Archivio Mario Giacomelli
Mario Giacomelli, Passato, 1987-90

Dalla città del maestro (Senigallia, 1 agosto 1925 - 25 novembre 2000), riparte il viaggio dello stile che ha speso al meglio il contesto provinciale, lontano dai grandi centri culturali e le influenze accademiche di matrice neorealista e documentaria, elevando la fotografia a forma d’arte e introspezione, che non racconta ma sente! La fotografia che trasfigura il paesaggio segnato dalla natura dell’uomo, con i suoi rituali concreti, spirituali e ancestrali, spingendo la metamorfosi di segno e materia, ai confini dell’astrazione, in una dimensione quasi onirica, sempre poetica, dove l’intensità della tensione emotiva, continua a generare energia e vitalità. Anche nel confronto con il tratto illustrato dal marchigiano Simone Massi, nei Paesaggi in mostra a Zona Conce di Fabriano.

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© Archivio Mario Giacomelli
Mario Giacomelli, Metamorfosi della terra, anni 90
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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Presa di coscienza sulla natura, 1976/’80, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Questo ricordo lo vorrei raccontare, 1999-2000, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma

La dimensione profonda e ancestrale dell’incessante processo di sperimentazione, continua a parlare al presente con voce antica, resa flusso di coscienza che spezza vecchi schemi e limiti del linguaggio, puntando la luce su preziosi frammenti di realtà. Tessendo con memoria e materia il ritratto e il paesaggio dell’umanità, insieme a quello di rinascita e trasformazione infuso dalla Grande Madre. Un testamento dell’avventura di vivere con l’arte, condensato nell’essenza, autobiografica e spirituale, del monologo interiore di Questo ricordo lo vorrei raccontare. Il racconto fotografico, strutturato come linguaggio dell’inconscio, nel suo ultimo progetto del 2000, raccolto nelle pagine del volume omonimo (Skinnerboox, Jesi 2024), a cura di Milo Montelli e Katiuscia Biondi Giacomelli, come la mostra alla Galleria San Ludovico e fiore all’occhiello di PARMA 360, IX Edizione MEMORIE del Festival della creatività contemporanea (12 aprile al 25 maggio 2025).

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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Ritratti, Maria, 1955,, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Archivio Mario Giacomelli
Mario Giacomelli, Caroline Branson da Spoon River, 1967-73
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© Simona Marani
Pellegrini, Lourdes, 1957, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma 
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© Simona Marani
Pellegrini, Lourdes, 1957, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, particolare installazione, Palazzo delle Esposizioni, Roma 

L’ispirazione e l’introspezione della poesia, usata per esplorare l’essenza dell’uomo e del mondo, non solo partendo dal potere evocativo di testi letterari e poetici, come Passato (1986) di Cardarelli e Spoon River Anthology (1971-73) di Edgar Lee Masters, continua a pervadere ed elevare ogni progetto di Giacomelli. Stessa cosa per quelli espositivi, compresi quelli complementari e quasi simultanei, insigniti della Medaglia del Presidente della Repubblica, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, con Il fotografo e l’artista al Palazzo delle Esposizioni di Roma e Il fotografo e il poeta al Palazzo Reale di Milano, parte dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026.

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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961 - 63, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961 - 63, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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© Simona Marani
Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961 - 63, particolare installazione, Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo delle Esposizioni, Roma

Percorsi espositivi arricchiti da stanze immersive e serie celebri, da Scanno alla Presa di coscienza sulla natura, mentre una sala è interamente dedicata alla più ampia selezione di immagini inedite e provini di stampa di Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961/1963), con una dimensione performativa che non esalta solo l’energia e il movimento di giochi e spiritualità dei giovani seminaristi. Consacra l’incontro con il respiro dell’opera e della visione di Giacomelli.

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©Simone Giacomelli Courtesy Alessia Paladini Gallery
Mario Giacomelli, Io sono nessuno, 1992-94

Nello spazio intimo e accogliente della Alessia Paladini Gallery di Via Pietro Maroncelli, si leva anche l’eco più potente della voce poetica di Giacomelli, con gli scatti più celebri e amati, in dialogo con l’essenza fugace dell’identità più autentica. Corpo e anima alla serie completa di 14 stampe di Io sono nessuno e della poesia omonima di Emily Dickinson "I am nobody", nutrendo con ogni spiraglio di luce, ombra e sottrazione, anche la marginalità elevata a forma di resistenza.

"Pieghe dell’anima invase dalla luce, per architettare un racconto anche come intuizione futura nel silenzioso fiume del tempo" per il flusso di immagini che Giacomelli condivide con il mondo.

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©Simone Giacomelli, Courtesy Alessia Paladini Gallery
Mario Giacomelli, Io sono nessuno. 1992-94
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© Simone Giacomelli, Courtesy Alessia Paladini Gallery
Mario Giacomelli, Io sono nessuno, 1992-94

How to: La Camera Oscura di Giacomelli, Palazzo del Duca, Senigallia (13 dicembre 2024 - 6 aprile 2025) Maggiori info qui. | Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare, Galleria San Ludovico, PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, IX Edizione MEMORIE (12 aprile - 25 maggio 2025) | Magio Giacomelli. Il fotografo e l’artista, Palazzo Esposizioni, Roma (20 maggio - 03 agosto 2025). Maggiori info qui. | Magio Giacomelli. Il fotografo e il poeta, Palazzo Reale, Milano (22 maggio - 07 settembre 2025). Maggiori info qui. | Io sono nessuno. Fotografie di Mario Giacomelli, Alessia Paladini Gallery, Milano (29 maggio - 12 settembre 2025). Maggiori info qui. | Passaggi - Mario Giacomelli Simone Massi, Zona Conce, Fabriano (AN). Maggiori info qui.

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© Simona Marani
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