Si può riciclare la bellezza? Cresciuta nella città eterna, edificata su secoli e strati di quelle precedenti, con materiali e opere d'arte, spesso smembrati, decontestualizzati e fraintesi, non posso che restare affascinata dal nuovo progetto espositivo sperimentale Recycling Beauty della Fondazione Prada di Milano e il modo in cui riusa l’arte antica e la costante evoluzione del passato, come "chiave d’accesso alla molteplicità delle culture del mondo contemporaneo". All'approccio con cui l’inedita ricognizione dedicata al tema del riuso di antichità greche e romane, in contesti post-antichi, dal Medioevo al Barocco, ricostruisce ed espone anche il calco della colossale statua dell’Imperatore Costantino.
Sbriciolata dall’oblio dei secoli nella Basilica Nova (nota anche come Basilica di Massenzio), nei frammenti marmorei murati nella primitiva struttura quattrocentesca del Palazzo dei Conservatori dei Musei capitolini come maestà perduta e recuperata della capitale. L’enorme frammento della mano e del piede, esposti nelle due sale della Cisterna della Fondazione, insieme alla ricostruzione del colosso in scala 1:1 e il video della sua rielaborazione in 3D (mai tentata prima e prodotta da Adam Lowe di Factum Arte), mostrano come l’opera sia in realtà una rielaborazione di una statua di culto più antica, probabilmente di Giove. In modo analogo, il gruppo scultoreo di età ellenistica del Leone che azzanna un cavallo esposto negli spazi contemporanei del Podium, continua a cambiare senso e valore all'opera, come nel Medioevo diventa allegoria del buon governo cittadino quando viene collocato sul Campidoglio.
Un po’ come l’opera dello scultore fiammingo François Duquesnoy, che nel XVIII secolo integra materiali ed epoche diverse, mettendone in evidenza la stratificazione temporale, Recycling Beauty, curata da Salvatore Settis con Anna Anguissola e Denise La Monica, dispiega analisi storica, scoperta e immaginazione, lungo il percorso espositivo disegnato dall’architetto olandese Rem Koolhaas con Giulio Margheri (Rem Koolhaas/OMA). Porta all’attenzione il riuso di opere e materiali, la convivenza di temporalità, la transizione di significato e quel dialogo tra culture così importante per il contemporaneo. L’allestimento evidenzia la fase di transito, insieme a bellezza, valore e il ruolo di testimone di migrazioni, evoluzioni e cambi di significato, delle oltre 60 opere, che la collaborazione tra i Musei Capitolini, Fondazione Prada e Factum Foundation ha ricevuto da collezioni pubbliche e musei internazionali, come il Louvre di Parigi o il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Lungo il percorso ci si imbatte così nella Testa di cavallo di Donatello, ritenuta erroneamente una scultura greco-romana fino a un ventennio fa, nel pavone in bronzo dorato ‘volato’ dal mausoleo dell’imperatore Adriano alla fontana davanti alla vecchia Basilica di San Pietro, come nella celebre Tazza Farnese, arrivata al Museo Archeologico di Napoli, dopo aver viaggiato dall’Egitto a Roma e Bisanzio, dalla Persia ai palazzi di Federico II e Lorenzo il Magnifico, adattandosi alla cultura di ogni corte e di ogni paese. Recycling Beauty da importanza ai frammenti, il riuso e l'evoluzione dell’interpretazione, focalizzando l’attenzione sul momento in cui il pezzo antico abbandona la propria condizione iniziale o quella di rovina, per essere riattivato dal riuso, insieme a nuovo senso e valore. Insieme a nuove prospettive sul riutilizzo delle risorse che affligge il contemporaneo.
How to: Recycling Beauty, Fondazione Prada Milano (17 Novembre 2022 - 27 febbraio 2023) - www.fondazioneprada.org/project/recycling-beauty