In questa stagione, rovente da ogni punto di vista, le ventate d’aria fresca investono anche Instagram, con il contributo di artisti contemporanei da seguire, per il refrigerio offerto dal loro approccio notevole a ricerca, linguaggi e progetti, con un valore a prova di logiche e limiti algoritmici del social media marketing.
Questi cinque in particolare, con una grammatica del linguaggio visivo che li rende più differenti che distanti, accomunati dal fatto di essere tutti uomini italiani, con ricerche e progetti artistici alle prese con la rappresentazione ‘emancipata’ di uno strumento espressivo potente come il corpo e il suo ‘eterno femminino’. Il suo elemento recettivo, non maschile o femminile ma dell’essere umano in divenire. Una spinta all’elevazione, pari a quella che “Ci porta in alto” nel coro mistico finale del Faust di Goethe. L’anima del corpo, libero da pregiudizi, cliché e dinamiche che l’hanno reso a lungo oggetto e ostaggio di sguardo e potere patriarcale, non solo quando è messo a nudo e in discussione dalla prospettiva femminile. Riportato all’origine di tutto e delle sue complessità, alla relazione con il paesaggio naturale e culturale, con l’energia che infonde anche alle metamorfosi di simboli, modelli e icone. Cinque diverse prospettive per lo stesso invito a fare ritorno dove abbiamo iniziato a concepire forma, immagine, simbolo, mito.
5 artisti contemporanei italiani da seguire su Instagram questo mese
Federico Masini @fede.s.masini - fedemasini.com
Al naturale, come veniamo al mondo, senza vesti, veli e orpelli, come la vegetazione che la abbraccia, accoglie e rivela, la presenza femminile si traduce nell’essenza dell’energia generatrice e rigenerante che domina They Return To Their Earth di Federico Masini (1988, Moncalieri, in provincia di Torino), insieme all’urgenza di una manifestazione ancestrale. Un ritorno alla terra e alla natura, agli istinti del corpo e dell’umanità, palesato dallo sguardo e l’obiettivo del fotografo, con abbinamenti, giustapposizioni, compenetrazioni e fusioni, tra la carne e la clorofilla, il fiore che gela e la pelle che freme. Una sorta di atlante di forme e organismi vitali pronti a rigenerarsi, liberandosi dello sguardo sessualizzante che brama e censura, limita e discrimina. Le coordinate per uno sguardo nuovo, altro, realizzate con l’agilità estetica del fotografo che spazia tra reportage e fashion-lifestyle; l’occhio clinico affinato dagli studi in medicina e chirurgia; la libertà, anche mentale, di dedicarsi a progetti più personali, concessa dall’avvento dalla pandemia e il freno a viaggi e collaborazioni. Sul profilo Instagram di Federico potete seguire le evoluzioni de progetto, appena sbocciato in una campo di papaveri, mentre continua il suo tour espositivo. Passato all'ARTiglieria - Con-temporary Art Center di Torino, con la prima edizione del Liquida Photofestival "Look Beyond", a cura di Laura Tota, powered by Paratissima e come vincitore di un punto di riferimento per le arti visive come ImageNation. In mostra anche nella sezione "New Eyes" di ImageNation Milano 2022, alla Fondazione Matalon (23-29 September 2022), con oltre 150 autori provenienti da 35 diversi paesi del mondo. La sintesi della sua ricerca darà ritmo anche alla personale They Return to Their Heart, allo Spazio Musa di Torino (20 dicembre 2022 - 12 gennaio 2023).
Giacomo Infantino @giacomo_infantino_ - giacomoinfantino.com
La percezione del naturale e della sua mistica, si acutizza con la grammatica visiva di Giacomo Infantino (1993), ricorrendo a installazioni di luce e colore, per compiere un viaggio interiore nel nostro essere profondo, con le tracce e le ombre della sua connessione con il paesaggio contemporaneo. L’artista visuale con base tra Varese e Milano, esplora la convivenza tra la natura antropizzata e quella incontaminata del territorio che lui stesso vive, riletta alla luce vivace e sinistra di presenze quasi archetipiche e oggetti mistici, come Preja Büia. Il masso erratico (trasportato a fondovalle da un ghiacciaio), o ‘masso delle streghe’ sito in provincia di Varese, trasformato in elemento propulsivo del progetto artistico che esplora un territorio arcaico, insieme alla cosmogonia di mito, favola e contemporaneo, incoraggiando il dialogo tra i territori dell’inconscio e quelli dell’onirico. Il progetto di ricerca, condotto in diverse aree geografiche dall'area prealpina del Nord Italia e della Svizzera (Canton Ticino), toccando l’Umbria e il Sud d’Italia, con i favori della notte e le suggestioni del colore, inquadra paesaggi di trasformazione, sfiorandone la natura e la forza in costante mutamento. Fotografia l’energia che scorre anche nelle pagine di A second to the found terminus edito da SelfSelf (2021), con una selezione di fotografie che alterna Preja Büia al progetto Unreal, da sfogliare anche online sul sito di Giacomo. L’energia del cambiamento, affidata ai progetti esposti in mostre personali e collettive, quanto in una sola immagine, come quella donata al progetto Una fotografia per cambiare il Mondo, realizzato da una realtà che si occupa di fotografia a 360° come Still, con la Onlus WeWorld, per sostenerne i progetti che combattono la fame e la malnutrizione in Mali e Burkina Faso.
Cristiano Volk @cristiano_volk - cristianovolk.com
Audrey ha lampi negli occhi, come una Hepburn del futuro, o solo del presente, vissuto nel riflesso di ogni genere di schermo della società di merci e capitali, al bagliore della luce artificiale 24 ore al giorno e di “un’unica allucinazione dalle tinte al neon” che da ritmo a Laissez-Faire di Cristiano Volk. Un progetto fotografico acceso del suo monito alla libertà millantata dal capitalismo e la cultura delle merci che distrae e intossica, dissolvendo ogni confine, tra interno ed esterno, privato e pubblico, giorno e notte, a partire da quello con la tecnologia da cui dipendiamo. Il corpo si veste di luce e aura Cyberpunk, insieme alla relazione con lo spazio, geografico, culturale e politico, in cui viviamo. Esplorata tra il 2018 e il 2020, dal fotografo italiano che vive e lavora a Venezia, viaggiando dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi Uniti, passando per diversi paesi Europei. Il progetto fotografico che trovate su Instagram, già esposto in Italia, Francia, Finlandia e Portogallo, è stato pubblicato anche dalla casa editrice indipendente FW:Books di Amsterdam (fw-books.nl/product/cristiano-volk-laissez-faire). Apprezzato e premiato un Italia e all’estero, come i precedenti Sinking Stone e Mélaina Cholé, Laissez-Faire ha già vinto il Prix Levallois ed è stato selezionato tra i vincitori del New Visions di Cortona on The Move, dell'Helsinki Photo Festival, dell'Images Gibellina. Finito tra i finalisti del Discovery Awards è appena nominato anche per l’Author Book Award al THE BOOK AWARDS 2022 dei Rencontres d’Arles, dopo aver ricevuto una menzione speciale per il Premio Graziadei, da una giuria che conta anche un maestro di sperimentazione e innovazione della fotografia del calibro di Mario Cresci.
Luca Baioni @expoatheor - lucabaioni.com
Study for the female body di Luca Baioni forza ancora di più i limiti della fotografia e della visione, insieme a quelli del corpo. Allungato, virato, modificato, dilatato. Frammentato e ricomposto in una vertigine verde lime, rosso brillante, o forse amaranto, come l’infiorescenza chiamata non a caso 'erba meraviglia'. Ben distinto dal buio blu, o le profondità del nero, mai dalle tonalità emotive che compiono viaggi nel subconscio. Il suo, il mio, il tuo. La percezione di un corpo solo, o forse tutti. Tanto dinamico, impetuoso e incontenibile, da saltare fuori da ogni pagina del suo progetto editoriale, edito da Martha Micali e Klim Kutsevskyy di Dito Publishing, per liberarne l’energia, come fanno con ogni progetto di fotografia e arte visiva, realizzato con la loro casa editrice indipendente. Atipica, audace, come ogni visione alterata del sound & visual artist, nato e cresciuto a Milano, passando dall’Accademia delle Belle Arti di Brera e lo studio di Alex Majoli, al collettivo fotografico Cesura. Fondato e lasciato, per dedicarsi alla ricerca e alla sperimentazione dell’immagine contemporanea, sovvertendo anche l’uso di tecniche e strutture della fotografia. La sua evoluzione e rivoluzione, condivisa con realtà innovative e indipendenti come Mucho Mas! Artist-run space, gestito da Luca Vianello e Silvia Mangosio a Torino, ma anche diversi workshop e laboratori. L’ultimo con "l’idea d'immergersi nella nebbia", insieme al dinamico duo di Dito Publishing. Per il prossimo, il tour di presentazione di Study for the female body (ditopublishing.com/prodotto/study-for-the-female-body-di-luca-baioni), o le opere che animano deliri sonori e visivi in mostra, basta seguire Luca Baioni su Instagram.
Fabio Viale @vialefabio - fabioviale.it
Su Instagram si possono seguire anche le evoluzioni della sovversiva ricerca scultorea, condotta da un artista tra i più influenti della scena contemporanea come Fabio Viale. È possibile approfittare delle prospettive spiazzanti che fornisce alla dissimulazione della materia e la natura senza tempo di icone come Venere. Partendo dall’ideale di perfezione e bellezza, scolpito da Antonio Canova nel marmo di Carrara, insieme al pudore della dea intenta a coprirsi con un drappo, tatuando la sua Venere Italica, Fabio Viale ne (s)travolge l’effige di donna celata da dea, creando una frattura stridente nell’immaginario collettivo. Facendo penetrare direttamente nel marmo, colori e motivi dell’antica pratica giapponese del tatuaggio Irezumi, da secoli simbolo e stigma della criminalità organizzata Yakuza, Viale usa il corpo come una pergamena del contemporaneo. In modo analogo, condividendo online l’affascinante processo di lavoro e perizia dei particolari, ricopre il candore marmoreo della sua Venere di Milo (Venus, 2020), con i simboli del tatuaggio siberiano che raccontano storie di libertà e galera sui corpi della criminalità russa. Approfittando del grammo d'oro inserito nelle sculture lungo il percorso espositivo AURUM, in varie sedi di Arezzo, dalla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea a Piazza San Domenico (fino al 30 settembre 2022), alla sua ricerca profondamente acuta del contemporaneo, Viale aggiungere la variante seduttiva del "minerale di conflitto" per antonomasia legato alla città toscana.