La conosciamo tutti come una delle figure più influenti, celebrate e fotografata del XX secolo, ma è il primo progetto espositivo dedicato alle fotografie scattate dalla stessa Georgia O’Keeffe, a permetterci di guardare con occhi nuovi l'essenza della sua espressione artistica. Georgia O’Keeffe, Photographer, inquadra da nuove e molteplici prospettive la visione del mondo che continua a sbocciare ovunque, insieme al suo modo audace e radicale di guardare tutto, traducendo anche l’ordinario e il convenzionale in nuove e potenti immagini della realtà e della vitalità della natura. Inquadra quello che è all'origine della sintesi di rappresentazione e astrazione, la riconosce madre del modernismo americano e di quell’armonia della composizione che le interessa più di ogni altra cosa. Più delle speculazioni su libertà sessuale, empowerment femminile e fashion che hanno contribuito a renderla celebre, mentre il suo approccio indipendente alla vita e alla natura delle cose come opera d’arte, sboccia insieme alla primavera della cultura Hippy e i primi risvegli femministi, con la stessa potenza che oggi seduce chi anela stili di vita sostenibili e indipendenti dalla tecnologia.
"Quando prendi un fiore in mano e lo guardi davvero, è il tuo mondo per quel momento. Voglio dare quel mondo a qualcun altro. La maggior parte della gente in città va di fretta e non ha tempo per guardare un fiore. Voglio che lo vedano, che lo vogliano o no" - Georgia O'Keeffe
È un lungo viaggio itinerante, a guardare il mondo di Georgia O’Keeffe da dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica, con il frutto di tre anni di ricerca e accurata analisi di stampe e provini conservati negli archivi del Georgia O’Keeffe Museum di Santa Fe, condotta insieme alla sua curatrice Ariel Plotek, da Lisa Volpe, curatrice del progetto espositivo e del Museum of Fine Arts di Houston (MFAH), da cui è partito. Dall’analisi di materiale fotografico non datato, non firmato o donato in forma anonima, la meticolosa ricerca di Lisa Volpe ha individuato oltre 400 immagini scattate da Georgia O’Keeffe, insieme alle modalità che connotano la sua espressione personale e artistica. La sperimentazione di lievi cambiamenti compositivi che riprende con la pittura già nel 1939, dopo aver preso in prestito la macchina fotografica della sua guida durante un viaggio da sola alle Hawaii.
Lo studio di punti di vista alternativi per testare la composizione e la relazione tra le forme, offerto dalla tecnica di reframing, spostando leggermente la fotocamera, fornisce la base seriale di molte sue fotografie, come la sequenza scattata al Glen Canyon; quando non ne testa i cambiamenti di orario e stagione, il rendering della luce che irradia le vecchie ossa del deserto, o le ombre di una scala poggiata al muro. Cambia prospettiva a tutta la sua opera, dalla prima vertigine cosmica ispirata all'immensità della pianura texana, alle opere realizzate nel New Mexico che l'instancabile viaggiatrice sceglie anche come dimora. Questo anche quando la fotografia non somiglia alle opere ma le ispira, come fa la porta del suo patio per ventidue dipinti tra il 1946 e il 1960. Lo stesso vale per i diciassette dipinti e disegni di fiori, ossa e paesaggi, prestati da collezioni pubbliche e private in tutto il paese, che accompagnano la selezione di oltre cento fotografie in mostra.
La fotografia di Georgia O’Keeffe la differenzia da tutti gli obiettivi che la inquadrano nel corso della sua lunga vita (1887-1986), insieme alle le scelte di stile e le pose della pensatrice indipendente. Personale e potente, anche quando Ansel Adams la immerge nel paesaggio, Irving Penn la mette nell’angolo e Philippe Halsman di profilo, tra la moltitudine di obiettivi acuti e prospettive che la inquadrano, in gran parte amici.
La distingue anche da tutti i ritratti scattati da un fotografo, editore, gallerista, teorico, critico (e marito) come Alfred Stieglitz. Tra i primi a mettere in dubbio che una singola immagine potesse catturare adeguatamente la complessità di un individuo, al punto da scattarne oltre trecento, nei due decenni della loro intensa relazione sentimentale e professionale. Tutte le angolazioni ed evoluzioni della «faccia di giovane strega» di Georgia O’Keeffe che lo ammalia, al punto da sostenerne carriera e indipendenza, fino alla scomparsa nel 1946.
La fotografia, ritrovata anche negli album di famiglia, con le prime istantanee realizzate dalla giovane Georgia O’Keeffe con una Kodak Brownie, rivela da subito quanto non sia estranea alla sua pratica, mentre studia e respira i fermenti del circolo culturale newyorchese di Stieglitz, aiutandolo nel suo lavoro. Solo dopo l'estate del 1955 e gli insegnamenti di un amico fotografo come Todd Webb, però Georgia O’Keeffe si dedica con costanza alla fotografia, prestando tutta la sua attenzione alle metamorfosi della forma. Interessata a non rappresentare un fiore ma la sua essenza, raggiungendo il senso reale delle cose, attraverso la selezione, l’eliminazione, l’enfasi. Importa poco che guardi il paesaggio naturale del New Mexico dalla finestra del suo studio, o quello urbano del Chrysler Building di New York, da quella del Waldorf Astoria Hotel.
A quanto pare Georgia O’Keeffe non ha mai imparato a usare la Leika di Todd Webb, che i due si scambiano a turno, nel corso delle visite del fotografo nella casa dell’artista di Abiquiù e nel Ghost Ranch. Neanche dopo averne acquistata una. Stessa cosa per la stampa, che può affidare tranquillamente a Webb. Alla O'Keeffe interessano i provini a contatto e il processo di composizione che ci rivelano. Questa nuova pratica, svela così da subito alcune prospettive inedite della sua enigmatica personalità e dell'audace approccio artistico, maturato sfidando ben più di quello accademico. Prospettive evidenti già nei ritratti accattivanti e sorridenti con i quali Webb infrange la celebre serietà dell’icona di stile, mentre lei inquadra la sua relazione con i particolari ordinari del mondo esterno.
Questa inedita lettura della sua espressione artistica, riconfigura anche quella delle stampe usate come segnalibri, inviate agli amici come cartoline, o quelle che nelle sua corrispondenza, definisce "schizzi" rapidi e precisi per le sue idee. Piccoli scorci della mente, pieni d'impronte digitali, macchie, graffi e segni di una frequente manipolazione, a palesarne uso e vissuto, insieme alla presenza costante della fotografia, nella vita personale e artistica di Georgia O’Keeffe.
Il tour del progetto espositivo, destinato a toccare il Denver Art Museum (DAM) e il Cincinnati Art Museum, durante la sua permanenza all'Addison Gallery of American Art di Andover, approfittando della sua ricca collezione, approfondisce l'esplorazione della visione della O’Keeffe, con gli stimoli e le influenze documentate da due mostre complementari. Arthur Wesley Dow: Nearest to the Divine, curata da Gordon Wilkins, offre una selezione di fotografie, stampe, dipinti e testimonianze dell'approccio radicalmente anti-accademico e mistico che ha influenzato quello alla composizione della O'Keeffe, durante la sua formazione alla Columbia University.
"What Next?" Camera Work e 291 Magazine, organizzata da Tessa Hite, usa una raccolta di fotografie, disegni e poesie visive pubblicate sulle riviste di fotografia seminali, sostenute anche finanziariamente da Stieglitz come forum di sperimentazione e scambio, per offrire un’istantanea della scena artistica internazionale che circonda la coppia Stieglitz-O’Keeffe, sin dal loro primo incontro nel 1917. Quando la giovane Georgia esce dalla galleria 291, con in mano una copia di Camera Work, pubblicata e donatale dal gallerista fotografo che ha già stregato con la sua faccia, i disegni a carboncino e il coraggio di creare il suo mondo.
How to: Georgia O’Keeffe, Photographer, Museum of Fine Arts di Houston (MFAH), Texas (17 ottobre 2021 - 17 gennaio 2022) - www.mfah.org/exhibitions/georgia-okeeffe-photographer - Addison Gallery of American Art, Andover (26 febbraio – 12 giugno 2022) - addison.andover.edu/Exhibitions/OKeeffePhoto - Denver Art Museum (DAM), Gallagher Family Gallery, Hamilton Building, livello 1 (3 luglio – 6 novembre 2022) - www.denverartmuseum.org/en/exhibitions/georgia-okeeffe - Cincinnati Art Museum (3 febbraio-7 maggio 2023) - cincinnatiartmuseum.org