Non è più un fine, un obiettivo di vita da perseguire con scadenze, sogni e spirito di sacrificio. Il lavoro oggi è diventato un mezzo. Si lavora per guadagnare, per viaggiare, per togliersi qualche sfizio, a volte per ottenere gratificazioni e crescita personale. Ma l'ambizione oggi è sopravvalutata: le priorità dei lavoratori italiani stanno cambiando.
Lo dice una ricerca condotta a inizio giugno da Business Intelligence Group (BIG) per Grenke, leader nel noleggio operativo di beni strumentali per il business. Oggi dal lavoro si spera ottenere prima di tutto una buona retribuzione, ma anche flessibilità e un contesto lavorativo stimolante e inclusivo. In sintesi, è la qualità della vita l'obiettivo, il lavoro è un tassello necessario, ma mai sufficiente, per ottenerla.
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Cosa cercano i lavoratori in Italia?
Secondo la ricerca il 97,3% degli italiani dà importanza alla retribuzione. Questo vale soprattutto per i Boomer (99,5%) che legano lo stipendio non solo alla stabilità economica ma anche al riconoscimento sociale. Anche la Generazione Z punta a guadagnare bene (nel 91,4% dei casi) ma il guadagno è funzionale a raggiungere i propri obiettivi personali, non è mail un traguardo di per sé.
Un altro punto cruciale che sta emergendo negli ultimi anni è la qualità dell'ambiente di lavoro. La cultura aziendale è importante per il 92,1% degli intervistati e, in particolare per la Generazione Z, deve valorizzare l'inclusione e la diversità. Un buon ambiente lavorativo passa attraverso l'attenzione crescita dei lavoratori. "Le persone", spiegano gli autori della ricerca, "vogliono sentirsi parte di una organizzazione che investa su di loro e riconosca il loro valore, offrendo un percorso di crescita". Lo sviluppo professionale è importante per il 92,1% degli italiani.
Work-life balance
Se l'obiettivo è la qualità della vita, un aspetto oggi impossibile da ignorare è il fattore tempo. Per molti lavoratori, soprattutto tra i più giovani, il cosiddetto work-life balance è un fattore dirimente nel selezionare o scegliere se rimanere in un’azienda, spesso più importante rispetto alle possibilità di carriera. È considerato imprescindibile dall’89,4% dei lavoratori, con una percentuale particolarmente alta tra le donne (91,1%) e tra i Millennial (92,4%). A questo si collega la richiesta di flessibilità, sempre più diffusa. Il 91,2% dei lavoratori e il 95% della Gen Z vorrebbe maggiore flessibilità negli orari e quindi più autonomia e libertà di gestione del tempo. Lo smart working è importante per il 63,1% degli intervistati, per il 76,8% della Gen Z e per il 53,2% dei Boomer.
"Dai risultati della ricerca risulta chiaro come le priorità delle persone stiano cambiando rapidamente", spiegano gli autori della ricerca, "Le organizzazioni che sapranno ascoltarle, evolversi e costruire ambienti di lavoro flessibili, inclusivi e orientati allo sviluppo saranno quelle capaci di attrarre collaboratori talentuosi nel lungo periodo". Cambiano le esigenze dei lavoratori che diventano sempre meno inclini a rinunciare agli elementi necessari per vivere dignitosamente senza dedicare tutto il proprio tempo al lavoro. "La sfida", spiega Business Intelligence Group, "è trovare un equilibrio tra la flessibilità che le persone desiderano e la solidità di cui le aziende hanno bisogno, in modo da trasformare il lavoro in un’opportunità sostenibile per tutti, rispondendo alle esigenze delle persone e, al tempo stesso, generando valore per l’azienda".