Sei andata a vedere la camera di quando era bambino?" ci raccontiamo tra amiche, puntellando di domande colei che per ultima è entrata nella cameretta del fidanzato nella casa di famiglia. Del resto chi non è scivolata di soppiatto, quasi con fare misterioso, nella stanzetta alla fine del corridoio, universo parallelo di quando il fidanzato era adolescente? Chi non si è dato risposte a domande un po' sospese guardando l'infilata di poster che la donna della sua vita ha attaccato con uno scotch che resiste alla caduta dei miti?
Nelle stanze di chi lì ha vissuto gli anni dell'adolescenza - per chi è fortunato/a: lasciate immutate da madri innamorate - ci sono tutte le avvisaglie dell'uomo o della donna con cui avremmo scelto i mobili di una casa comune. Superata la soglia, dove il trono è un letto singolo e la scrivania porta ancora i segni dei drammi di maturità, si entra nell'a.N. (Avanti Noi). Prima di conoscerci c'era qualcosa che anche i migliori anni passati insieme, dopo, non sapranno raccontare: di lui e di lei.
Così mentre i suoceri preparano la cena ci imbamboliamo a osservare un viso innamorato di uno sport che poi avrebbe abbandonato, ci avviciniamo per leggere l'incisione sulla coppa che ora contiene polvere, biglie e viti, ci stuzzica la versione del partner che già a 15 anni aveva il motorino giusto, fotografato bene con la faccia allampanata dall'estate italiana. Ci sono i libri un po' troppo classici per essere stati amati, i dizionari da cui sbucano i post-it piangenti. Accumulate in quadri di plastica e sughero le foto posate con la polo appena stirata, i jeans che flirtano con tutti i marciapiedi e una discutibile cintura arancione in vita. Foto incredibilmente comuni, che abbiamo tutti, in cui ognuno di noi ha pensato di aver incontrato l'apice della soddisfazione. Nelle camerette con i copriletti stampati con orsi polari o auto dai colori sbiaditi si sono formati gli affetti per cui oggi imprechiamo, sfidiamo il tempo e cerchiamo la pace: ma dei sogni fatti lì sopra non sapremo mai nulla.
Quei luoghi sono santuari di cui non faremo mai parte. Spazi troppo intimi per essere capiti da chi è arrivato dopo, anche davanti a dettagli comuni (vedi collezioni di cd con qualunque annata del Festivalbar) o nei fidanzamenti impalliditi per la troppa luce presa (qualche madre ha lasciato la foto di chi ci ha preceduto, stretto a lui/lei e ha fatto bene, gli ex sono Lego che tengono in piedi le relazioni attuali). Quando ci richiamano all'ordine per cena, o pensiamo di aver visto abbastanza, usciamo dalle stanze dei furono adolescenti. Avremmo certe domande, ma non sempre otterremmo risposte. Del resto, in quegli anni lì, noi non siamo mai esistiti.